Don Cristiano D’Angelo
, direttore dell’Ufficio Catechistico della Diocesi di Pistoia, racconta le sue impressioni sul Convegno Ecclesiale appena concluso.

IL PAPA

Ho avuto l’impressione che il Convegno sia cresciuto nel tempo. E’ infatti partito con una grande attesa per l’intervento del Papa, tanto che all’inizio si registrava un po’ di disorientamento e un po’ di solennità forse non sempre troppo espressiva. Dopo il discorso del Papa si è creato un clima più caldo, una svolta improvvisa. È una consapevolezza emersa anche nei lavori di gruppo, dove si ci si è reso conto che la Chiesa pur con tutti i suoi limiti ha tutto: il Vangelo e il Signore che la guida. Il Papa ci dice che se ci mettiamo in ascolto profondo del Signore non ci manca nulla. E’ come se con le sue parole ci avesse riaperto gli occhi su questa grande verità della Chiesa. Se riusciamo a vedere la gioiosa possibilità che la Chiesa ha dentro di sé ci rendiamo conto del cammino bello che ci aspetta.

RELAZIONE

In occasione delle conclusioni sono emerse alcune parole chiave. La prima è relazione. In molti gruppi la relazione si è rivelata la chiave di volta della pastorale missionaria. La relazione chiede uno stile di vicinanza, di accompagnamento delle persone.

ASCOLTO

Può quasi sorprendere, ma la parola ascolto è emersa soprattutto dal gruppo che lavorava sul verbo “annunciare”. È una parola comunque trasversale, che molti hanno avvertito importante: se le chiese presenti si mettono in ascolto il Signore apre le strade e i cuori. Ascoltare dopotutto, non è scontato.

SINODALITA’

Un’altra parola condivisa è sinodalità. Sinodalità nello stile con cui è stato vissuto il convegno, ma anche come strada segnata per il cammino dei prossimi anni. La sinodalità ci chiede di cercare e camminare insieme: è un’altra grande strada aperta per il futuro.

COMUNITA’

Altra parola trasversale è comunità. Come Chiesa siamo chiamati a riscoprire l’aspetto comunitario della vita cristiana, a vivere l’annuncio, a stare insieme e fare insieme le cose. Prima ancora di operatori specializzati di cui c’è sempre bisogno, dobbiamo riscoprire l’idea che siamo una comunità.

PASTORALE SACRAMENTALE

Tra i diversi relatori presenti al Convegno mi ha particolarmente Goffredo Boselli, monaco di Bose. Nel suo intervento ci ricordava che la pastorale sacramentale è già il luogo della missione di oggi, è già missione. Quando la liturgia è staccata dalla vita non è più vera liturgia, né vera missione. Anche la pastorale dei sacramenti è dunque pastorale missionaria.

IL CARDINALE MARTINI

Nel suo intervento Boselli ha ricordato il Cardinale Carlo Maria Martini: uno dei grandi ispiratori di questo momento di Chiesa. Il suo ricordo ha ricevuto gli applausi più lunghi di tutti, quasi un minuto. Martini è uno dei tanti ispiratori che produce frutti anche dopo la morte.

UMANESIMO SPIRITUALE

Quale umanesimo nasce da questo Convegno? Sintetizzerei così: il Convegno ci apre la strada di un umanesimo spirituale che nasce dallo Spirito in noi, dal Cristo che abita nei nostri cuori, guarda in noi, ascolta e agisce in noi. Non un umanesimo che nasce da una teoria e imposto da un’idea, ma un umanesimo che nasce dall’apertura all’altro che è nei cieli e che ci spinge all’altro che è sulla terra.
In conclusione, riprendendo le parole del Papa, vorrei dire che dal Convegno emerge un umanesimo trascendente e terreno allo stesso tempo come quello dell’Ecce Homo.

Don Cristiano d’Angelo

IMG-20151113-WA0006