1965-2015 : 50° anniversario del Patto delle Catacombe
La chiesa dei poveri
Una sfida sempre attuale per la comunità cristiana

Cercheremo di vivere come vive ordinariamente la nostra popolazione per quanto riguarda l’abitazione, l’alimentazione, i mezzi di locomozione e tutto il resto che da qui discende. Rinunciamo per sempre all’apparenza e alla realtà della ricchezza, specialmente negli abiti (stoffe ricche, colori sgargianti), nelle insegne di materia preziosa. Né oro né argento. Non possederemo a nostro nome beni immobili, né mobili, né conto in banca, ecc.…
(Patto delle Catacombe)

Inizia in questo modo lo straordinario documento firmato pochi giorni prima della chiusura del Concilio Vaticano II (8 Dicembre del 1965) da una quarantina di Vescovi di varie nazionalità. Sottoscrivendo quel testo Vescovi come Helder Camara (Brasile), padre della teologia della liberazione e del movimento delle comunità ecclesiali di base, Leonidas Proaño (Ecuador) famoso per la sua difesa dei campesinos, Enrique Angelelli, (Argentina) poi ucciso durante la dittatura militare e punto di riferimento per l’allora padre Jorge Mario Bergoglio, si impegnarono per vivere a fianco e in nome dei poveri, con una serie di indicazioni precise e puntigliose e di porre le condizione di una conversione evangelica delle chiese a loro affidate.

Oggi la loro sensibilità è ritornata al centro del dibattito nella chiesa grazie al magistero di Papa Francesco, il quale, pochi giorni dopo la sua elezione al soglio pontificio, ebbe a dire: «Ah! Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri».

Il ricordo degli uomini e dei fatti che portarono al Patto delle Catacombe ma anche la riflessione e il dibattito sullo spazio che i poveri hanno oggi nella chiesa saranno i temi al centro di un incontro che si terrà presso la Parrocchia di Vicofaro, Venerdì 18 Dicembre alle ore 21.15.

Parleranno Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, già padre conciliare e protagonista del gruppo di prelati che firmarono il documento presso le catacombe di Domitilla il 16 Novembre del 1965 e Fausto Tardelli vescovo di Pistoia.

don Massimo