«L’impegno – racconta il vescovo Fausto Tardelli – è stato portato avanti da tutta la comunità. Perciò si tratta di un risultato corale che permetterà di scoprire una città simile a una perla nascosta: magari va cercata bene, ma quando la si trova lascia a bocca aperta».

Il nostro Vescovo, nella dichiarazione rilasciata al quotidiano Avvenire, non nasconde la sua soddisfazione di fronte alla nomina di Pistoia a capitale della cultura 2017.

E anche se ancora molti, cittadini e non, appaiono increduli, i fatti parlano chiaro: la città in cui è insito l’Ospedale del Ceppo, la collezione Bigongiari, che lega il suo nome a Pinocchio e che va a braccetto con le rassegne di strada (a cominciare dal Pistoia Blues Festival) sarà il laboratorio nazionale della creatività e dell’innovazione dal prossimo gennaio.
La giuria cui il ministero dei Beni culturali ha affidato la decisione l’ha scelta fra le nove città in lizza.

Ricordiamo che ai nastri di partenza, la scorsa primavera, si erano presentate in ventiquattro per contendersi il riconoscimento promosso dal dicastero di via del Collegio Romano. In dieci avevano superato la prima selezione a giugno. E fra loro, a ottobre, era stata designata la capitale della cultura 2016: Mantova. Le nove “sconfitte” – Aquileia, Como, Parma, Pisa, Spoleto, Terni, Ercolano e Taranto (oltre a Pistoia) – sono tornate in gara per l’edizione 2017. La commissione presieduta da Mario Cammelli ha tirato fuori dal cilindro proprio la città toscana, che fra undici mesi potrà fregiarsi del titolo di capitale e che vedrà arrivare nelle sue casse un milione di euro.

Nell’anno della capitale è già prevista una mostra sull’artista pistoiese Marino Marini, celebre per i suoi cavalli e cavalieri, che verrà realizzata con la Fondazione Guggenheim e sarà curata da Flavio Fergonzi, Salvatore Settis, Philip Rylands e Carlo Sisi.

Anche l’Associazione teatrale pistoiese ha in cantiere un ampio cartellone di spettacoli dal vivo accompagnati da incursioni nella danza con il coreografo Virgilio Sieni e da esperienze internazionali grazie al centro culturale “Il Funaro” che dal 2009 accoglie residenze artistiche ed atelier.

Poi verrà messa a fuoco la figura del gesuita pistoiese Ippolito Desideri, pioniere del dialogo interreligioso, di cui quest’anno ricorre il trecentesimo anniversario del suo arrivo a Lhasa in Tibet.

La Capitale si porterà dietro anche la riqualificazione delle mura urbane o dei percorsi pedonali immersi nel verde del centro storico. Ed è previsto lo sviluppo di Palazzo Fabroni con il suo Centro di arti visive contemporanee.

Il 2017 insomma, per questa piccola città, stretta tra Firenze e Pisa e a volte un po’ dimenticata, sarà forse l’anno del “rinascimento”. Forse, perché no, proprio dalla cultura e con la cultura si può ripartire.

Martina Notari