Al cuore della solenne celebrazione del Corpus Domini c’è il mistero dell’amore. Nella sua omelia il Vescovo ha sottolineato proprio questo, evidenziando il bisogno di fermarsi davanti all’Eucarestia mistero dell’Amore. “Senza questo pane – ha ribadito con forza- l’umanità muore! Muore nell’individualismo, negli egoismi, nelle lacerazioni delle guerre, nell’ingiustizia sociale. L’umanità muore, senza questo pane che dà la vita (…) Ogni Eucarestia è pane che ci sostiene nel cammino della vita, ci dà forza, energia, ci dà capacità di affrontare con gioia il cammino della vita e di essere testimoni dell’amore nel mondo di oggi”.
Al termine della celebrazione in Cattedrale il Santissimo Sacramento ha attraversato processionalmente le vie del centro:
È il segno chiaro – ha indicato il vescovo – che la Chiesa esiste per portare Cristo al mondo, per diffondersi nella città dell’uomo (…) Partiamo nelle strade di questa città, con umiltà, ma anche con la certezza che questo è il pane di cui ogni uomo ha bisogno. Portiamo Cristo non noi stessi. È Gesù al centro della processione”.
Al ritorno il Santissimo è rimasto esposto all’adorazione dei fedeli secondo la tradizionale pratica delle Quarantore, riproposta quest’anno dal Vescovo Tardelli dopo anni di sospensione. La Cattedrale è rimasta aperta per tre giorni con momenti di preghiera continuati e l’alternarsi di associazioni, gruppi parrocchiali e movimenti per l’animazione dell’adorazione.

Per Andrea Bonifacio (Rinnovamento nello Spirito Santo) “è stato un incontro molto significativo e profondo per tutti. Toccanti le parole del Vescovo nell’omelia, quando ci ha invitato ad uscire per dare testimonianza della nostra fede in Gesù.
Quando alla fine della celebrazione è partita la processione con Gesù Eucarestia mi veniva da pensare che nel Santissimo Sacramento Gesù si fa portare. Può sembrare strano a prima vista, se pensiamo che è proprio Gesù ogni giorno a portarci. Eppure -come ha ricordato anche il Vescovo- siamo noi le braccia, le gambe, il sorriso, che portano Gesù ai fratelli e invitano ad accoglierlo. Ecco perché dobbiamo portarlo a chi non lo conosce”.

Alla liturgia del Corpus Domini hanno partecipato molti fedeli e associazioni della diocesi, tra queste l’Unitalsi. “Giovedi sera – racconta Fabrizio Cella – molti sono stati i pistoiesi presenti sia alla S Messa celebrata dalle ore 21 sia alla Processione; tra questi anche un nutrito gruppo di persone appartenenti all’U.N.I.T.A.L.S.I. La nostra associazione partecipa da sempre alla Processione Eucaristica e questi momenti sono uno degli appuntamenti fissi anche durante i pellegrinaggi nei Santuari Mariani.
Procedere a fianco di Gesù Eucarestia tutti insieme, ognuno con i propri limiti senza distinzione tra sani e malati, giovani e vecchi, rispettando il passo del vicino è simbolo di una chiesa in cammino, attenta ai bisogni di tutti, capace di accogliere tutti“.

Anche gli adoratori iscritti all’Adorazione Eucaristica Perpetua di Pistoia – afferma Laura Pozzi – hanno partecipato numerosi in Cattedrale alla solenne Celebrazione Eucaristica ed alla processione che ha sfilato lungo le vie cittadine in occasione della Solennità del Corpus Domini, giovedì 26 maggio. Gli adoratori, che ormai da 11 anni ininterrottamente intercedono, giorno e notte, per la Chiesa ed il mondo, hanno accolto con gioia l’iniziativa del Vescovo, Mons. Tardelli, di ripristinare “la bellissima tradizione” delle “Quarantore” nella convinzione che proprio l’Eucarestia, celebrata, pregata, adorata e vissuta, “segno vivente dell’amore di Cristo”, permetterà – come dice Papa Francesco – di camminare insieme su un cammino comune dove “la forza dell’amore supera ogni lacerazione” e crea concordia, unità e vita fraterna.

Inginocchiati davanti al Santissimo Sacramento – affermano Cristina e Daniela della Confraternita della Storica Compagnia degli insigniti Cavalieri del Tau della Magione di Cutigliano – abbiamo ricevuto una forza nuova che dobbiamo prolungare nella quotidianità della nostra vita, non solo nei nostri vari incarichi, ma ancor più come donne e uomini di questo mondo”.

La Celebrazione del Corpus Domini è stata accompagnata dalla presenza e dal servizio d’ordine degli Scout Agesci. Stefano Bini, del gruppo Scout San Giorgio 1, ci ha lasciato una bella testimonianza che fa sintesi della serata e delle parole del Vescovo.

Giovedì sera abbiamo accolto l’invito del nostro fratello scout S.E. il Vescovo ad avvicinarci ancora una volta a quella mensa che dà tutto, ma chiede anche tutto: la mensa Eucaristica.
Il Vescovo Fausto, nella sua omelia, ha parlato di “pane del cammino”, come a sottolineare quanto quel piccolo gesto di spezzarlo e condividerlo possa darci una sazietà che nessun nutrimento al mondo può eguagliare. Il pane del cammino che può ristorare un viaggiatore affaticato, giunto da recessi lontani, o magari allontanato da quella mèta dai tanti scogli dell’esistenza: la rabbia, la delusione, il successo a ogni costo, e quindi per sua natura frustrante.

La Cattedrale piena, le tante realtà cittadine presenti, i tanti celebranti testimoniano invece l’oasi sicura che la Chiesa rappresenta, un luogo dove potersi accostare per ascoltare parole vere, farsi comunità e vedere ascoltate le istanze del nostro cuore

Attenzione a non adagiarsi, però: Fausto in questo è chiaro. Il pane del cammino serve a rimettersi sulla strada con rinnovata decisione, con coraggio e senza paura, a testimoniare per le strade del mondo l’avventura scandalosa del Figlio dell’UomoProprio per questo la celebrazione non si è interrotta nella Cattedrale, ma le strade di Pistoia sono diventate la vera, grande Cattedrale, la città dell’uomo in cui l’umanità vive, spera e lotta, e nella quale il segno di speranza e di coraggio finalmente trova il suo posto più autentico, passando accanto al giusto come all’ingiusto, all’indifferente come al credente, al cuore innamorato come a quello inaridito.

Ogni viaggio però giunge al termine, e quella grande Cattedrale della città dell’uomo torna a scontornarsi al termine della processione. “Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta”. Gesù disse loro: “voi stessi date loro da mangiare”. (Lc 9: 12-13)
È il tempo della “Chiesa in uscita”, fuori dalle grandi costruzioni, dalle grandi difese, dai porti sicuri: il mondo attende, e la strada da affrontare è lunga. A ciascun uomo e donna di buona volontà il compito di portare (con abnegazione, intelligenza, amore) il pane della vita a chi ha fame e sete di giustizia e verità.

Daniela Raspollini

(ringraziamo per le foto Ilaria Giusti)