Cattedrale di San Zeno, pistoia.

Martedì 21 giugno Festa di Sant’Atto, alle ore 18.00 si terrà una solenne Celebrazione Eucaristica in Cattedrale presieduta dal Vescovo Mons. Fausto Tardelli.

In prossimità della festa Maria Valbonesi ci illustra una interessante pagina di storia pistoiese incentrata sulla figura del Vescovo Atto. 

La cattedrale di Pistoia è intitolata a san Zeno, vescovo africano di Verona nel V secolo; patrono della città è l’apostolo Jacopo o Giacomo, al quale in cattedrale sono dedicati uno splendido altare d’argento e la cappella che lo contiene.

Atto, la cui festa si continua a celebrare ogni anno il 21 di giugno, è il vescovo che nel 1145 procurò ai pistoiesi la preziosa reliquia di san Jacopo e con grande intelligenza e successo ne promosse il culto.

Dopo circa due secoli, nel 1337, col fortuito ritrovamento del suo corpo “intero e illeso così come fu sotterrato“, comincia la storia di “sant’Atto”. Infatti fin dall’inizio davanti a quel corpo “miracolosamente” conservato nessuno ebbe dubbi e subito si provvide a procurargli una degna sistemazione che lo esponesse alla devozione dei fedeli, alla quale del resto egli cominciò subito a corrispondere con interventi miracolosi, o comunque molto opportuni, specialmente per scongiurare condizioni metereologiche avverse.

Così di decennio in decennio, di secolo in secolo il corpo di Atto è passato attraverso spostamenti, spoliazioni e vestizioni, ricognizioni sanitarie ed esposizioni pubbliche – insomma strapazzi di tutti i generi, mantenendosi inspiegabilmente integro e sano.
Dopo l’ultima ricognizione, effettuata  dal professor Mario Romagnoli nel 1953, ottavo centenario della sua “preziosa morte”, è stato collocato nella cappella a destra dell’altar maggiore del Duomo, dove si trova ancora, composto in “religioso ascolto” dentro un’arca di cristallo.

Ma se per il popolo, che nel bisogno ricorreva sempre a lui con fervida fede, fu “santo subito”, prima di ottenere dalla Chiesa il riconoscimento ufficiale della sua santità Atto dovette aspettare fino al 1605. Un riconoscimento che contribuì senza dubbio a intensificarne il culto e a rendere più solenni le processioni e la festa di giugno, che in passato era anche animata dallo “spettacolo dei fuochi sulla piazza del Duomo“. E dette anche luogo a un toccante fenomeno “di ritorno”. Nel 1607 la città spagnola di Badajos, dove si diceva che Atto fosse nato, chiese e ottenne un frammento del corpo di questo suo figlio diventato santo. Così colui che aveva fatto venire dalla Spagna la reliquia di san Jacopo diventò a sua volta reliquia e in questa forma ripercorse il cammino della sua vita terrena.

Vi invitiamo a approfondire la conoscenza di Sant’Atto e degli altri patroni e santi della Diocesi nella relativa sezione del nostro sito a cura della dott.ssa Francesca Rafanellihttp://www.diocesipistoia.it/santi-e-patroni-della-diocesi/

Daniela Raspollini