Domenica 24 luglio, vigilia della Solennità di San Jacopo Apostolo, patrono della Diocesi si svolgerà il Pellegrinaggio giubilare alla Cattedrale di San Zeno. Uno degli appuntamenti chiave del Giubileo della Misericordia in Diocesi. Il diacono Federico Coppini, dell’Ufficio Liturgico diocesano ci aiuta a comprendere meglio il senso di questa iniziativa.

Quale significato assume questo pellegrinaggio in questo anno della misericordia?
La Porta Santa, le indulgenze e il pellegrinaggio. Sono i segni che caratterizzano ogni Giubileo e che sono al centro anche dell’Anno Santo della misericordia voluto da papa Francesco.

Il segno caratterizzante di questo Giubileo è la possibilità di aprire le Porte della Misericordia in ogni diocesi. Queste porte, analoghe alle Porte Sante delle Basiliche papali in Roma, consentono di compiere il pellegrinaggio giubilare anche a chi non può raggiungere Roma.

Il pellegrinaggio è un simbolo che ha arricchito la tradizione giubilare ed è icona del cammino che ogni persona compie nella sua esistenza. Evidenzia papa Francesco che la vita è “un pellegrinaggio” e l’essere umano è “un pellegrino che percorre una strada fino alla meta agognata. Anche per raggiungere la Porta Santa a Roma e in ogni altro luogo, ognuno dovrà compiere, secondo le proprie forze, un pellegrinaggio”. Esso “sarà un segno del fatto che anche la misericordia è una meta da raggiungere e che richiede impegno e sacrificio.

Il pellegrinaggio, quindi, è stimolo alla conversione.
Per tutti è l’invito a farsi piccoli e mettersi in cammino per un pellegrinaggio di conversione interiore ed esteriore. Perché l’anima si muova e la vita cambi anche qui da noi, come singoli e come Comunità di fede, il Vescovo Fausto ci propone un pellegrinaggio reale ed effettivo, nel quale metterci in marcia, insieme, verso una meta. La meta è la chiesa-madre della Cattedrale, di fronte alla quale convergeranno processionalmente le diverse realtà della Diocesi. Pur senza la fatica e il rischio che contraddistingueva gli antichi pellegrinaggi, la proposta del pellegrinaggio richiede di uscire da se stessi, dalle proprie comodità, per unirsi ad altri fratelli e sorelle nella fede, contro il rischio di una fede troppo individuale, che ragiona così: «Tanto il pellegrinaggio posso farmelo anche da solo…».

porta della misericordia 2 (1)A chi è rivolto?
Il Giubileo della Misericordia è stato indetto da Papa Francesco per essere vissuto intensamente in ogni Chiesa particolare, così da consentire a chiunque di fare il Pellegrinaggio Giubilare e di incontrare la misericordia di Dio Padre attraverso l’operosa missione della Chiesa senza obbligatoriamente allontanarsi troppo da casa.

Se dovessi scegliere un sottotitolo al motto del Giubileo 2016 “Misericordiosi come il Padre” potrebbe essere: “un Giubileo per tutti, decentrato ed inclusivo”. Ed anche il Pellegrinaggio Giubilare pistoiese rispecchia questa caratteristica: è rivolto a tutti coloro che sono disposti a fare un cammino di conversione, a camminare insieme – come il figliol prodigo della parabola – verso la casa e l’abbraccio misericordioso del Padre.

Quindi nessuno escluso, secondo le proprie forze: giovani, anziani, Ordini Religiosi, Presbiteri e Diaconi, Aggregazioni Laicali, Fedeli e chiunque voglia comunque fare un “pezzo di strada” insieme… E chissà che qualcuno, lungo il cammino, non abbia la grazia di sentirsi avvicinare dal Pellegrino Gesù – come successe ai due di Emmaus – che per mano lo riaccompagni a scoprire un senso nuovo della vita e della Fede.

Quale sarà il percorso di questo evento giubilare?
Il programma ed il percorso del nostro muoversi all’interno della Città sono stati studiati per toccare alcuni punti significativi di Pistoia.

Ci ritroveremo tutti presso la Chiesa Parrocchiale di San Francesco (e già la scelta di partire da lì e tutta un programma…) alle ore 21.00 del 24 LUGLIO.
Dopo un momento di preghiera e riflessione in San Francesco ci avvieremo (transitando per Piazza San Francesco, Via Sant’Andrea, Via del Carmine, Via delle Pappe, Via Pacini, Via Palestro, Via Cavour, Via Roma) verso San Zeno, pregando e lodando Dio.

Passeremo davanti alla Chiesa di Sant’Andrea, una delle più antiche di Pistoia, segno che le nostre radici di cristiani sono ben piantate in questa terra.

In questo Anno Santo Papa Francesco, ai segni che dicevamo essere tradizionalmente associati al Giubileo, ne ha aggiunto uno “nuovo”: le opere di misericordia. E chi meglio di noi pistoiesi ha presente come si realizza nel concreto la Carità chiesta da Gesù al capitolo 25 del Vangelo di Matteo (“Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete…” – Mt 25,31)? Le “statuine” del fregio dellAntico Spedale del Ceppo sono per noi monito e ricordo perenne del nostro impegno a rendere tangibile il sentimento di amore verso il Signore e verso i fratelli. Ed ecco, allora, il nostro passare sotto il vecchio Ospedale.

Raggiungeremo, toccando i territori parrocchiali di San Bartolomeo, di San Paolo e di San Giovanni (…ancora ricordo degli Apostoli sul nostro cammino…) la Piazza del Duomo.
Giunti a San Zeno varcheremo la Porta della Misericordia.

Per tutti c’è una porta da passare per entrare nel Regno dei cieli: è la porta stretta del Vangelo di Gesù, che è venuto nel mondo per spalancare le porte dei cuori alla misericordia del Padre.
Come ricorda il Vangelo della porta stretta, per entrare nella misericordia occorre farsi piccoli e alleggerire il bagaglio di troppi ingombri.

Così la porta della misericordia, che è stata aperta in Cattedrale lo scorso 13 dicembre, è invito non solo a ricevere l’indulgenza della divina misericordia, ma pure a convertirci al Vangelo della misericordia.

Al passaggio della porta sarà collegata la possibilità di attingere al dono speciale di grazia che è l’indulgenza. In essa si manifesta la pienezza della misericordia del Padre che viene incontro a tutti con il suo amore. Nella Bolla di indizione dell’Anno Santo straordinario, papa Francesco spiega il senso dell’indulgenza. “Noi tutti – scrive il Pontefice – facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. (…) Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati“.
Il Papa ricorda che “nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati“. Eppure “l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. La misericordia di Dio però è più forte anche di questo. Essa diventa indulgenza del Padre che attraverso la Sposa di Cristo (la Chiesa, ndr) raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato“. Di fatto, con l’indulgenza, al peccatore pentito è condonata la pena temporale per i peccati già rimessi quanto alla colpa (con la Confessione).
Per ottenere l’indulgenza, è necessario essere in stato di grazia. Poi serve che il fedele abbia la disposizione interiore del completo distacco dal peccato; che si accosti al sacramento della Riconciliazione; che riceva l’Eucaristia; e che preghi secondo le intenzioni del Papa.
Inoltre serve compiere un'”opera”. Il cammino di con-versione che scaturirà, infatti, da questo evento giubilare andrà alla ricerca di una delle opere di misericordia corporale e spirituale, così da proseguire il pellegrinaggio interiore della fede sulle vie di un amore più grande e di una speranza più forte.

Momento culminante sarà la venerazione alla reliquia del nostro patrono,sarà un momento forte di preghiera e di devozione?
È così. All’interno della Cattedrale avremo modo di venerare la Reliquia di San Jacopo, solennemente esposta ai piedi del Presbiterio, conservata nella sua preziosissima “custodia” (il Reliquiario opera del Ghiberti… quindi anche una gioia per gli occhi…) per poi uscire di nuovo in Piazza del Duomo dove riceveremo la Benedizione del Vescovo di fronte al Battistero di San Giovanni in Corte (altro luogo simbolo dei Cristiani: rappresenta infatti il grembo che ci ha generato alla vita della Fede)
Durante il passaggio in Cattedrale verrà consegnata a tutti i Pellegrini una copia della Lettera di San Giacomo a ricordo dell’evento.

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Per chi intendesse compiere un pellegrinaggio più “consistente” è possibile affrontare un tragitto più lungo a partire da Piazza Risorgimento a Quarrata. Il ritrovo è alle ore 15.30. Il percorso prevede il passaggio per la via Vecchia Fiorentina, attraversando La Magia, Valenzatico, Piuvica, Masiano, Bonelle, entrando in città attraverso ponte dell’Arca, Piazza Garibaldi, via Curtatone e Montanara, fino a Piazza San Francesco (Piazza Mazzini) dove avverrà una sosta per la cena al sacco. Alle ore 21.00 il cammino riprenderà, guidati dal Vescovo, alla volta della Cattedrale.

Per informazioni don Roberto Razzoli (3313557135)