Nadia Vettori è da 42 anni missionaria in Brasile dove vive e opera nel Maranhão, secondo stato più povero del paese. Nadia, che ha trascorso 30 anni a Manaus e 12 a Balsas, è in Diocesi per un periodo di vacanze, ma è disponibile per raccontare in gruppi e parrocchie la sua esperienza. Abbiamo voluto raccogliere la testimonianza del suo lavoro svolto durante l’anno ormai trascorso.

Nell’anno appena trascorso il Brasile è stato al centro dell’attenzione mondiale per le Olimpiadi.  Si è parlato molto delle spese realizzate per l’occasione e degli scarsi ritorni per la popolazione. È cambiato davvero qualcosa in quest’anno? Quali sono stati gli avvenimenti più significativi che hanno caratterizzato l’anno 2016?

Purtroppo le olimpiadi hanno portato scarsi resultati positivi per la popolazione. In generale nessuno per i più svantaggiati. Solo un po’ di allegria, euforia e tifo per le medaglie oro brasiliane. Molti soldi sono stati spesi, e anche sottratti all’educazione, alla salute, alle politiche sociali.

L’anno 2016 ha avuto cambiamenti significativi a livello nazionale, ma purtroppo si tratta di novità che si ripercuoteranno negativamente nell’avvenire. Il “colpo di stato” contro il Governo di Dilma Rousseff ha portato a una paurosa e crescente disoccupazione, inflazione, recessione economica, corruzione, bassissima popolarità del Presidente attuale, il rischio di un impeachment e l’annullamento della sua candidatura.

Il Brasile vive oggi un insieme di crisi: economica, politica, etica e morale; una crisi del sistema partitico, del suo stato di protezione sociale, etc… Decreti, leggi e scelte del’attuale governo –afferma Nadia- sono tutte a danno dei più poveri che si vedono sottratti e annullati tutti quei diritti socio-economici acquisiti nei governi precedenti. Con sicurezza tutto indica che ritorneremo a indici di povertà non più visti da decenni.

A Balsas sei coordinatrice del progetto Tresidela Nova: in cosa consiste?

Il Progetto Tresidela Nova, è nato dentro un preciso contesto sociale e all’interno di una realtà disumana e di totale assenza di rispetto alla vita e alle persone. Il progetto punta all’inclusione sociale di circa 150 famiglie escluse da ogni processo di sviluppo, con scarse possibilità di provvedere al proprio sostentamento in modo completo e dignitoso. Poche hanno un reddito fisso, altre sopravvivono di lavoretti e attività occasionali. Abitano in aree a rischio, prossime alla discarica municipale a cielo aperto nel Bairro Nova Tresidela, periferia della citta di Balsas. Alcune famiglie ancora trovano nella discarica il proprio mezzo di sopravvivenza, cercando sia materiali riciclabili da vendere posteriormente, sia alimenti.

Il Progetto “Tresidela Nova” é un progetto socio culturale educativo. Ha lo scopo di offrire a: bambini, adolescenti, giovani e famiglie, opportunità di incontro, di studio, scoperta e conoscenza dei diritti e valori.

Offre una formazione integrale per tutti, inclusione sociale dei partecipanti e delle sue famiglie. Rispetta e promuove la cultura locale. Aiuta bambini, adolescenti e giovani a  essere i protagonisti della propria storia e di una società più giusta e solidale. Educa ai valori fondanti della vita e della fede. Con una metodologia partecipativa che rispetta e promuove la cultura locale, motiva e orienta le persone a essere protagonisti della propria storia.

Oltre alle attività ludiche (Capoeira, chitarra, canto, flauto dolce, piano, arte circense, doposcuola) offriamo loro la colazione con frutta e il pranzo al mattino, quindi merenda con frutta e cena al pomeriggio. Abbiamo una biblioteca comunitaria con quasi 4.000 volumi dove i ragazzi possono accedere, fare ricerche (anche via internet), leggere, prendere in prestito libri. Una assistente sociale accompagna le famiglie, aiutata da due psicologhe (volontarie) che seguono e aiutano famiglie e  ragazzi a migliorare la loro vita.

Come si svolge la tua opera di evangelizzazione tra la gente?

La casa della Comunità sabato e domenica diventa la nostra Chiesa dove facciamo incontri formativi, Catechesi, Celebrazioni della Parola e, ogni tanto, (quando c’è un prete disponibile)  la Messa.

Una volta la settimana abbiamo  “incontro in famiglia”. Sempre in case differenti si recita il Rosario, si legge e medita la Parola di Dio. Si fa comunione fra noi con il Pane della Parola.

Ogni giorno io sono presente alla “Casa della Comunitá” sia per accompagnare educatori e ragazzi, sia per ricevere e accogliere tutti quelli che hanno bisogno di una parola, di un consiglio, di un abbraccio.

 Il 6 gennaio ricorre la prossima giornata missionaria dei ragazzi. Come possiamo sensibilizzare i più giovani alla missione?

Storicamente, il 6 gennaio, oltre ad essere il giorno dell’Epifania, è anche la Giornata Missionaria dei Ragazzi ed è la prima data missionaria, perché oltre ad essere all’inizio dell’anno, è il giorno in cui il Vangelo ci fa riflettere sulla manifestazione di Gesù ai Magi dell’Oriente  cioè a tutti i popoli. È  la festa che chiama ciascuno ad essere “epifania”, manifestazione del Bambino nato a Betlemme.

In occasione di questa Giornata tanti ragazzi, di ogni parte del mondo, pregano, vivono momenti di formazione/catechesi e di festa per conoscere meglio la missione della Chiesa, e compiono gesti concreti di condivisione  per i bambini meno fortunati.

Come recita lo slogan dell’Infanzia Missionaria, I bambini aiutano i bambini, i ragazzi sono missionari dei ragazzi. Proprio per questo, il tema scelto per questa Giornata  2017- “A tutto cuore” –  invita ad essere Ragazzi Missionari aperti al mondo, in ogni luogo in cui viviamo, sempre pronti a partire con Gesù per portare a tutti un cuore pieno di amore. Oggigiorno non é facile sensibilizzare alla Missione se non c´é uno “un humus Cristiano” in famiglia. Se in famiglia non si “vive” e non si “respira” cristianesimo.

Come si può sensibilizzare alla Missione laddove la preoccupazione principale è ricolmare bambini e adolescenti di giocattoli, cellulari all´ultima moda, vestiti, scarpe e altri accessori griffati; laddove anche in questo Natale la cosa più importante sono stati i vestiti, i regali e i cenoni; laddove non si accettano gli immigrati o  il diverso?

Come si può sensibilizzare alla Missione se pochissimi di coloro che si occupano della formazione  (animatori, catechisti, insegnanti, parroci…) parlano di Missione?

Quale messaggio vorresti dare alla Chiesa pistoiese?

Vorrei dire che la Missione non può essere un tema da sviluppare soltanto in occasioni specifiche (Giornata Missionaria dei Ragazzi- Quaresima e ottobre missionario) e solo in alcune parrocchie o gruppi  più interessati. Vorrei che il mio messaggio fosse sorretto dal riferimento al documento conciliare Ad Gentes (VI, 36): “Tutti i fedeli, quali membra del Cristo vivente, a cui sono stati incorporati ed assimilati mediante il battesimo, la cresima e l’eucaristia, hanno lo stretto obbligo di cooperare all’espansione e alla dilatazione del suo corpo, sì da portarlo il più presto possibile alla sua pienezza.

Pertanto tutti i figli della Chiesa devono avere la viva coscienza della loro responsabilità di fronte al mondo, devono coltivare in se stessi uno spirito veramente cattolico e devono spendere le loro forze nell’opera di evangelizzazione.

Ma tutti sappiano che il primo e principale loro dovere in ordine alla diffusione della fede è quello di vivere una vita profondamente cristiana. Sarà appunto il loro fervore nel servizio di Dio, il loro amore verso il prossimo ad immettere come un soffio nuovo di spiritualità in tutta quanta la Chiesa, che apparirà allora come « un segno levato sulle nazioni», come «la luce del mondo» (Mt 5,14) e «il sale della terra» (Mt 5,13).”

Il mio desiderio è che tutto questo si realizzi nella Chiesa di Pistoia.

Chi volesse contattarti per una testimonianza come può rintracciarti?

Io abito a Casenuove di Masiano in via Catena n. 6 – tel: 0573 380514

Daniela Raspollini