PISTOIA –Il prossimo 29 agosto, nella festa liturgica del martirio di San Giovanni, la Chiesa del Tempio sarà solennemente riaperta al culto.
Il programma della serata prevede alle ore 18 il saluto da parte delle autorità, seguito dalla presentazione dei lavori di restauri e delle ricerche storiche archivistiche sulla chiesa a cura di Giulia Anabasi e di Simone Martini.
Alle 21 mons. Fausto Tardelli presiederà la Santa Messa Solenne in occasione della riapertura al culto del “Tempio”.
La Chiesa del Tempio ha origini antichissime. Fin dall’XI secolo sorgeva al suo posto un hospitium per l’accoglienza dei poveri, costruito per volontà del sacerdote Bonuto e di Guido, conte palatino di Toscana. Il complesso fu donato nel 1111 all’abbazia di San Salvatore di Fonte Taona, con l’impegno per l’abbazia, tra l’altro, di dare un pasto a cento poveri il 9 Novembre di ogni anno in suffragio del conte Guido. L’ospedale passò poi all’ordine dei Templari dal quale prese il nome di ‘Tempio’. Alla fine del Duecento è ricordato con il titolo di San Giovanni di Gerusalemme, mentre nel 1573, i suoi beni furono trasferiti all’Ordine di Malta. Nel XVII secolo l’edificio fu radicalmente trasformato. La chiesa era annessa a quella di San Pier Maggiore e poi della Santissima Annunziata. Con la soppressione dell’Ordine di Malta, per tutto il XIX secolo, gli edifici passarono a privati, fino a che nel 1902 vi fu aperto un oratorio dei Padri Salesiani, sostituiti nel 1907 dai Padri Stimmatini. Intorno al 1840 la chiesa ebbe cura d’anime, ma senza un proprio territorio, rimanendo compresa entro i limiti della parrocchia della Santissima Annunziata.
Il Restauro ha riguardato il completo recupero degli interni dell’edificio che ospita la venerata immagine della “Madonna del Rastrello”. I lavori sono stati portati avanti secondo il progetto messo a punto dall’architetto Simone Martini sotto le indicazioni e l’alta sorveglianza dei funzionari della Soprintendenza dr.ssa Cristina Masdea e l’arch. Valerio Tesi.
«La chiesa si presenta oggi nella sua ritrovata immagine tardo barocca – spiega l’arch. Martini – in particolare sono stati recuperati gli originali e variegati effetti cromatici dell’intero apparto decorativo interno; il tutto secondo le informazioni storico archivistiche che hanno accompagnato sia la fase progettuale che quella esecutiva, non che dei saggi stratigrafici e ritrovamenti che hanno guidato le scelte cromatiche». Dopo il risanamento dai problemi legati all’umidità – continua Martini – attraverso la realizzazione di solai aerati, sono stati restaurati volte, pareti ed intonaci».
Particolare attenzione è stata posta nel restauro dei bellissimi altari in stucco e finti marmi. Completamente rifatti i pavimenti in bardiglio e carrara, nella chiesa, e in pietra arenaria nell’antiportico. Sono stati restaurati gli infissi antichi recuperabili e completamente rifatti i finestroni a campana mancanti della chiesa . Completamente rinnovato l’impianto elettrico, mentre l’impianto di illuminazione è stato allestito con tecnologia LED. Innovativo anche il sistema di riscaldamento con impianto elettrico a pavimento ad alta efficienza.
I lavori sono stati effettuati grazie al contributo della Conferenza Episcopale Italiana attraverso i fondi 8×1000 e del generoso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia.