L’Ufficio missionario diocesano presenta un importante appuntamento che si terrà mercoledì 22 novembre alle ore 21 nell’Aula Magna del Seminario Vescovile. Padre Marcello Barros presenterà il suo libro “Il dono della Profezia da dom Helder Camara a Papa Francesco“.
Abbiamo voluto approfondire l’argomento con uno dei promotori dell’evento, Antonio Vermigli, responsabile della Rete Radiè Resch il quale con la collaborazione dell’Ufficio Missionario ha potuto approfondire e portare all’attenzione di tutti l’indimenticabile figura dell’arcivescovo brasiliano Dom Helder Camara.
Questa vostra iniziativa, dal titolo “Il dono della Profezia da dom Helder Camara a papa Francesco”riflessioni per una chiesa in “uscita”, cade proprio nei giorni in cui Papa Francesco ha voluto celebrare la giornata mondiale dei poveri (19 novembre) da lui istituita al termine del Giubileo della misericordia. Che legame c’è tra i due? è forse la loro abnegazione per i poveri, per gli ultimi, per gli “scartati”? 
Noi cristiani abbiamo il coraggio, sentiamo l’urgenza di guardarci intorno? Siamo circondati di rapporti umani pietosi, la terra è malata, l’aria irrespirabile, il cibo avvelenato. Per questo credo sia necessario ricominciare da ciò che, dentro queste macerie, può aiutarci a ricostruire in ognuno di noi una fede più autentica. Cosa ha fatto papa Francesco di fronte a ciò? Ha convocato in Vaticano i rappresentanti dei Movimenti popolari di tutto il mondo, (pagando loro il viaggio aereo e l’ospitalità), ha ascoltato le loro sofferenze, i loro problemi, al termine della tre giorni, rimettendo al “centro” il problema della distribuzione delle risorse, dello sfruttamento, della piaga vergognosa della corsa al denaro, 8 persone al mondo hanno una ricchezza quanto la metà della popolazione mondiale. Ha chiuso ricordando come cristiani e come umanità, l’importanza della “responsabilità condivisa”, unica strada che può portare alla “corresponsabilità” e “alla crescita comune”. Questo suo rapporto con coloro che la nostra “economia non contabilizza” sta continuando, ne sono seguiti altri due, il secondo durante il suo viaggio in Bolivia e il terzo nei mesi scorsi sempre a Roma.
Un papa che sente profondo il bisogno di “relazionarsi”, mentre oggi pensiamo di non aver bisogno di nessuno, di bastare a noi stessi, quando è fondamentale imparare da tutti, farsi piccoli.
Un papa che ha rispetto delle storie, delle persone che piangono, perchè le lacrime ripuliscono gli occhi, facendoti vedere e sentire la vita in modo nuovo.
La tua amicizia con padre Barros, monaco benedettino brasiliano e teologo della liberazione, si è consolidata nel tempo. Rete Radiè Resch ha pubblicato anche un suo libro, un romanzo dal titolo: “la Magia del cammino”…
L’amicizia con padre Marcelo è trentennale: l’ho conosciuto ad un convegno nazionale della nostra associazione, la Rete Radié Resch, l’ho visitato molte volte nel suo monastero dell’Annunciazione a Goias Velho.  Un monastero aperto, costruito in modo semplice, anche se originale, all’interno di una grande favelas della città, dove i poveri erano di casa, al pranzo, oltre alla comunità, partecipavano sempre un paio di decine di persone. Il portone era sempre aperto, nessuna chiave impediva l’accesso. Erano i poveri i loro angeli custodi. Un monastero fortemente  impegnato nell’accompagnare i contadini senza terra, espulsi dalle campagne. Padre Marcelo è stato per molti anni segretario nazionale della Commissione della Pastorale della Terra, organismo della conferenza episcopale brasiliana. Marcelo è teologo e biblista, oltre ad essere una personalità molto stimata nel campo dell’ecumenismo. Sarà in Italia perchè invitato ad un grande incontro mondiale sull’ecumenismo promosso dall’Istituto di Scienze religiose di Bologna, presieduto dal prof. Alberto Melloni, dove per tre giorni, i più noti teologi e teologhe di tutte le religioni rifletteranno insieme.
Il libro che verrà presentato mercoledì 22 narra dell’arcivescovo Helder Camara, che ha vissuto il suo apostolato in mezzo alla gente. Padre Marcelo Barros quale messaggio vuole consegnarci a partire dalla personalità di Don Camara?
È stato papa Francesco che ha chiesto alla diocesi di Recife  di iniziare la causa di beatificazione per dom Helder Camara, conosciuto nel mondo cristiano come “vescovo dei poveri”. Ebbe grande impatto in Brasile la sua campagna: Brasile senza fame nell’anno 2.000. Marcelo è stato incaricato dall’arcivescovo di scrivere un libro su di lui, essendo stato padre Marcelo, non solo ordinato da lui, ma avendogli fatto da segretario per l’ecumenismo e la pastorale giovanile. Il libro, oltre a far conoscere documenti inediti e storie personali evidenza con forza il suo messaggio.
Daniela Raspollini