«Alla nostra Pistoia auguro con tutto il cuore che sia città accogliente».
Nell’omelia del giorno di Natale il vescovo Tardelli formula gli auguri alla città. Un augurio “concreto” che non dimentica luci e ombre della realtà, nè i tratti secolari della “città dei crucci”. Auguri a Pistoia «città bella e piena di fascino, capace di prenderti il cuore, che preferisce il silenzio ma al tempo stesso la polemica; solidale ma anche un po’ scontrosa. Fraterna ma sempre pronta a dividersi».
D’altra parte è il mistero stesso del Natale che chiede “accoglienza”. «Che posto ha il Signore Gesù nella mia, nella nostra vita?» Una risposta negativa conduce al dominio dell’egoismo, alla logica del possesso e della sopraffazione. «Se non si accoglie Dio nel cuore e nella carne – precisa il vescovo – finiremo sempre per opprimere l’altro, per togliergli la libertà, per renderlo nostro schiavo e servirci di lui ai nostri fini, oppure resteremo assolutamente indifferenti, senza nemmeno accorgerci di lui. E quando succede questo è segno che anche la nostra accoglienza di Dio è solo a parole, falsa e ipocrita».
L’augurio, che ha anche il sapore dell’invito, è quello ad accogliere «Dio, con quella fede che ha segnato in modo così incisivo e artistico i suoi luoghi, le sue strade, le sue piazze, la sua storia». Se la storia ripete spesso, purtroppo, anche le fatiche e le contraddizioni di un popolo il vescovo augura, allo stesso tempo, che la città «sappia sempre più accogliersi al suo interno senza frantumarsi e accogliere chi è nel bisogno, senza paure e senza guardare al colore della pelle, con spirito di autentico servizio».
Auguri a «chi si sente solo e smarrito»; «a chi è stanco e oppresso», ma anche un saluto e un augurio speciale ai bambini. «Meno male che ci siete perché voi siete la prima e fondamentale immagine di Gesù bambino e perché voi vedete e sognate cose importanti e belle che noi “grandi” a volte non riusciamo più a vedere e a sognare». «Mi auguro – ha aggiunto il vescovo – che davvero ci siano tanti, ma tanti bambini a Pistoia (…) Accogliere i bambini, farli nascere e crescere è accogliere Dio e dargli concretamente spazio nella vita del mondo».
Un augurio per tutti, infine, perché quanto celebrato e vissuto nella liturgia del Natale, continui nella «accoglienza del nostro prossimo, chiunque esso sia».
(redazione)
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