Domenica 30 giugno, alle ore 18, in occasione delle ordinazioni presbiterali, saranno ricordati in Cattedrale anche gli anniversari di ordinazione sacerdotale e diaconale. Numerosi i diaconi che festeggiano i loro venticinque anni di ordinazione: Sauro Gori, Pier Giovanni Franchi, Giovanni De Curtis, Raffaello Pratesi, Lido Palandri, Paolo Gelli.
Riportiamo di seguito alcune interviste e testimonianze raccolte da Daniela Raspollini.
 
25° Ordinazione diaconale

SAURO GORI

Dopo l’ordinazione quali sono stati i servizi che ha svolto e qual è l’impegno che sta svolgendo oggi?
Per diversi anni, subito dopo l’ordinazione, ho svolto servizio nella parrocchia di Sant’Andrea a fianco di don Fernando Grazzini nella catechesi dei giovani e degli adulti, nell’attività liturgica e nei servizi parrocchiali. Anche prima dell’ordinazione facevo servizio con padre Gabriele alle carceri e ho continuato l’attività con padre Stefano, don Alessandro e padre Alfredo che si sono susseguiti come Cappellani in collaborazione con l’associazione Il Delfino, sia per l’attività catechetica e liturgica, sia sotto l’aspetto di sostegno e supporto ai detenuti dentro e fuori dell’istituto.
Con il passare degli anni è venuta meno l’attività parrocchiale nella chiesa di Sant’Andrea e sono stato chiamato a svolgere servizi liturgici (celebrazioni della Parola, battesimi, catechesi, ecc…) nelle chiese soprattutto di montagna e collinari, dove mancava il presbitero oppure era impedito da età o malattia. Negli ultimi anni, dopo un servizio di accompagnamento a don Innocenzo nel suo ingresso come parroco nella chiesa di Valdibure, il vescovo Tardelli mi ha chiesto di svolgere “cura pastorale” nelle chiese della Val di Forfora: Crespole, Calamecca, San Luigi a La Valle e per un periodo, prima che fosse nominato parroco don Ugo, anche nelle chiese di Avaglio, Femminamorta e Panicagliora, cura che cerco di svolgere tuttora in aiuto e insieme a don Ugo. Nei limiti del possibile cerco di mantenere un rapporto vivo con la cappellania del carcere, luogo, a mio avviso, privilegiato della presenza del nostro Signore Gesù Cristo.
Qual è il suo messaggio in occasione della ricorrenza di ordinazione diaconale?
Quello che vorrei fare è un vivo augurio a quanti si stanno preparando per “ricominciare” il cammino del diaconato permanente nella diocesi di Pistoia. Il nostro servizio è vivo, pieno di prospettive, capace di coniugarsi in mille modi, ha bisogno della fantasia di ciascuno di noi. Io l’ho sentito sempre accompagnato da gratitudine e considerazione da parte delle persone che ho incontrato e da una “grazia” particolare che credo venga dall’ordinazione e dal mandato del vescovo.

Giovanni de Curtis

GIOVANNI DE CURTIS

Dopo l’ordinazione quali sono stati i servizi che ha svolto e qual è l’impegno che sta svolgendo oggi?
Dopo la mia ordinazione ho collaborato con il parroco di Casalguidi e nelle parrocchie di Cireglio e Saturnana. Poi sono stato collaboratore pastorale nelle parrocchie di Carmignano e con il parroco nella parrocchia di Santa Cristina a Mezzana per circa dieci anni. Ora collaboro nella parrocchia di Artimino con don Antonio Giorgi e don Cristiano d’Angelo.
Qual è il suo messaggio in occasione della sua ricorrenza di ordinazione diaconale?
Il mio messaggio è una preghiera: Signore aiutami nel mio ministero e soprattutto -come dice Papa Francesco- fammi sentire il profumo delle pecore che mi hai affidato. Fa’ che ogni giorno sia entusiasta di servirti nella santa Chiesa dove lo Spirito Santo mi invia per portare il buon profumo di Cristo!
 

PIERGIOVANNI FRANCHI

Dopo l’ordinazione quali sono stati i servizi che ha svolto e qual è l’impegno che sta svolgendo?
Tra i primi impegni che ho svolto è stato il servizio in curia presso l’ufficio amministrativo; nel frattempo ho prestato servizio a San Felice, dove allora era parroco don Giovanni Scremin, a Saturnana e le Grazie. Successivamente, dopo la morte di don Caroli, sono andato a fare servizio a Belvedere e al Villone. Attualmente mi occupo della Parrocchia di Belvedere e della Chiesina del Villone.
Qual è il suo messaggio in occasione della ricorrenza di ordinazione diaconale?
Ringrazio il Signore e lo Spirito Santo per la sua misericordia, per avermi dato la fede e messo a contatto con la sua parola. Il servizio è un arricchimento, non è un sacrificio; ci si rende conto che siamo sempre debitori verso di Lui che ci dà sempre e noi non possiamo che offrire la nostra disponibilità.

Raffaello Pratesi

RAFFAELLO PRATESI

Dopo l’ordinazione quali sono stati i servizi che ha svolto e qual è l’impegno che sta svolgendo oggi?
Nel 1990 ricordo di aver visto dei manifesti che invitavano alla formazione teologica della scuola diocesana, proponendo anche l’opzione del diaconato permanente, con la possibilità -già da allora-, di svolgere servizio pastorale in aiuto al parroco. Così mi resi disponibile e avviai il primo passo: mettermi sotto osservazione di chi avrebbe poi dovuto decidere. Ne parlai in casa: nacquero perplessità a non finire! Poi i diaconi amici di vecchia data fecero la loro parte e cominciò il cammino. Nel 1994 avvenne l’ordinazione e subito fui inviato in una piccola parrocchia, la seconda di un parroco anziano e malato, dove iniziai il mio ministero ordinato.
Poi il vescovo Simone Scatizzi mi chiese di mettere insieme, nel vicariato del Vincio, un gruppo di azione cattolica adulti, con particolare riferimento alla pastorale compresa quella sociale e del lavoro. Poi, purtroppo, i preti cambiano, le faccende -dispiace dirlo- si complicano e tutto finisce! Per fortuna, però, non è mai venuto meno il mio entusiasmo, l’impegno e la fortuna di essere presente in curia a contatto con tanti preti. Non voglio dimenticare il passaggio da Montale, dove ho potuto vedere iniziative pastorali a me utili. Oggi svolgo servizio nella comunità di Sarripoli. Qui opero in “autonomia”, sotto il coordinamento del parroco don Carlo Bonaiuti. Ho impostato qui un piano pastorale che tiene conto di quello diocesano e nel piccolo segnalo un buon andamento di relazioni e di intesa con la gente; con piacere registro oggi la consapevolezza di sentirsi comunità di comunione (lasciatemi dire: meno “pipiona”). Penso sia pure giusto dare anche un’attestazione di merito ai parrocchiani di Sarripoli: piccoli numeri, ma il possibile non viene lasciato indietro.
Il messaggio che lascio è questo: riprenda il cammino diaconale e la comunità dei fedeli si renda conto della sua importanza. Ci sia un diaconato “settorialmente specializzato” nel campo dei servizi alla persona; non si abbia timore della presenza diaconale in parrocchie dove è impossibile raggiungerle tutte sempre.
 

PAOLO GELLI

Dopo l’ordinazione  quali sono stati i servizi  che ha svolto e qual è l’impegno che sta svolgendo?
Negli anni del  diaconato ho svolto il mio servizio pressoché in tutta la Diocesi laddove c’era bisogno di una sostituzione o della presenza di un diacono. In particolare però, ho lavorato nella parrocchia di Casalguidi, luogo della mia residenza, con don Renzo Aiardi. Inoltre per undici anni tutte le domeniche mattina ho collaborato con don Francesco Pieraccini nelle parrocchie di Mastromarco e Cerbaia. Su mandato del vescovo Scatizzi ho anche svolto servizio per molti anni al centro Caritas san Martino de Porres. Attualmente sono “in pensione” per motivi fisici, ma l’impegno della preghiera continua sempre.
Qual è il suo messaggio in occasione della sua ricorrenza di  ordinazione diaconale?
Dopo venticinque anni mi sento di affermare che ho vissuto il mio impegno diaconale con gioia e disponibilità totale, supportato anche dalla pazienza di mia moglie Paola che desidero ringraziare pubblicamente.  Ho dato tutto quello che ho potuto, e ho ricevuto moltissimo dalle tante persone con le quali sono stato in contatto, e per tutto questo dico: grazie Signore!

Lido Palandri

 

LIDO PALANDRI  

Il 27 febbraio 1994 fui ordinato diacono insieme ad altri sei aspiranti al diaconato dal vescovo Simone Scatizzi e cioè Raffaello, Paolo, Giovanni de Curtis, Pier Giovanni  Franchi, più Ferdinando  e Sauro. La nostra preparazione fu affidata dal Vescovo  ad un ottimo corpo docente e in questo si distingueva per preparazione accurata, vasta e profonda, monsignor Giordano Frosini. Il nostro assistente  spirituale e incaricato  di seguirci nella formazione  durata cinque anni era monsignor Renato Bellini, il quale per raggiungere  Pistoia doveva  percorrere 45km, sia col buono che con il  cattivo tempo.
Anche di lui ho un ottimo ricordo. Dal vescovo  fui incaricato, nei limiti della mia preparazione, di collaborare con un  anziano sacerdote: monsignor Aldemiro Cinotti e tuttora sono in servizio  nella medesima parrocchia di san Germano d’Auxerre  in Santonuovo.
L’incarico  affidatomi  riguardava la comunione degli infermi, la visita ai malati e alle persone sole, per le quali mi impegno anche oggi. Mi si è sembrato di aver riavvicinato alla Chiesa diverse persone, donando anche un po’ di serenità. Il merito però, è tutto di Gesù!
Altro compito da svolgere  era, ed è, la diffusione  della “buona stampa”: il settimanale la Vita, il quotidiano  Avvenire, il settimanale Famiglia Cristiana e i libri del nostro vescovo  Scatizzi.
Dopo la morte di Anna Cecchi, responsabile dell’Associazione  “Fede e arte”, dal vescovo ebbi l’incarico  di seguire questa associazione, la quale aveva il compito di lasciare aperte le porte di varie chiese cittadine, ricche di arte e fede, dalle 12.30 alle 15.30. Ebbi inoltre  l’incarico, per la zona del piano di Quarrata e per le parrocchie limitrofe, di seguire la formazione  dei ministri straordinari della comunione.  Gli incontri formativi erano tenuti da sacerdoti. Ho collaborato con vari sacerdoti di molte parrocchie alla benedizione  delle famiglie nel periodo pasquale. Nella parrocchia dove abito ho tenuto incontri di formazione ad adulti  di Azione Cattolica.
Questo è ciò che ho fatto e non mi sono mai rifiutato di obbedire al mio diretto superiore, al sacerdote che rappresenta per me Cristo capo. Non sono mancate amarezze, ma credo che tutto questo rientri nel piano di Dio che atterra e suscita, affanna e consola.