di Michael Cantarella

Una scuola nuova, che guardi al futuro e al territorio. Questa la proposta avanzata da un centinaio di associazioni che hanno già aderito alla proposta “Scuole aperte” consegnata in settimana alla Regione Toscana e ad altre autorità. Il documento nasce da una preoccupazione condivisa sul futuro della scuola in tempi di pandemia: «Siamo convinti – si legge nella proposta – dell’esigenza di ingenti investimenti nella scuola pubblica, della necessità di assumere un maggior numero di insegnanti, di migliorare la qualità e la sicurezza degli spazi scolastici, e denunciamo fermamente i tagli programmati al numero di classi che, a dispetto dell’emergenza sanitaria, porterebbero alla formazione di classi pollaio».

La proposta è che vengano messi a disposizione spazi extra scolastici (circoli, parrocchie, spazi associativi, cinema e teatri, parchi) da utilizzare come aule diffuse, scongiurando il rischio che a settembre, per mancanza di spazi sufficienti a garantire il distanziamento fisico, bambini e ragazzi si ritrovino a fare ancora didattica a distanza individuale da casa; allo stesso tempo c’è l’idea di promuovere invece, la didattica in piccoli gruppi. «Le modalità operative potranno essere approfondite e differenziate a seconda delle fasce di età e dei contesti territoriali – continuano i promotori –».

La proposta comprende a titolo di esempio anche un format per la messa a disposizione di spazi extrascolastici, ma i dettagli dovranno essere messi a punto attraverso una fase successiva di approfondimento. La proposta “Scuole aperte”, nata nell’ambito territoriale Firenze– Pistoia, in sole due settimane ha raccolto un centinaio di adesioni e ha travalicato i confini regionali. Info: lacittabambina@gmail.com.