di Dario Cafiero

L’attesa è spesso associata alla pazienza e – quindi – mostrata come virtù dei più forti. Difficile però valutare positivamente l’attesa quando diventa routine. In queste settimane c’è stata una perenne “attesa” dei numeri di contagi da Covid–19, tanto per iniziare: un rituale dapprima televisivo e quotidiano, poi ritrovo pomeridiano sui social dei predicatori di sventura, dalla tifoseria della clausura eterna: spiagge, locali e ancora prima scuole. Attesa, e tanta, per il ritorno dei turisti, argomento affrontato su La Vita quasi al debutto, proprio all’inizio della pandemia a marzo in riferimento al Museo Marini (a proposito, in questo caso si è passati dall’attesa a un silenzio molto rumoroso). Un ritorno al momento molto distante quello dei turisti, perché si attende (sic!) qualche azione coordinata da enti, associazioni di categoria e istituzioni che sistematicamente rivolgono la stessa richiesta al vicino sovrastante, in un susseguirsi di analisi dell’immobilità attuale ormai censita da qualsiasi essere umano capace di scrivere 4 parole in fila. Al momento, tra tutte quelle che ci vengono in mente, pare l’attesa più lunga da superare. Attesa per le elezioni regionali in Toscana. Sì, perché il 2020 non sarebbe stato tale senza anche quest’altra… attesa.

Dalle premesse di queste settimane, probabilmente sarà bene far spazio nei ricordi di questa estate ad altri argomenti. L’equinozio autunnale ci aiuterà a cancellare dalla memoria quanto prima il dibattito legato a questo aspettare, con la speranza che con l’estate ponga anche termine anche al livello del dibattito, partito in questi giorni a un livello bestiale (letteralmente). Un’attesa che il territorio ha visto terminare è quella legata allo sport e alle sue difficoltà, soprattutto per quanto riguarda i luoghi. Al di là dei caso specifico, quello che può venir fuori è che l’attesa di aiuti dell’ultimo minuto in un tessuto territoriale ormai da tempo indebolito, a livello economico e d’impresa, fosse solo un esercizio di speranza, soprattutto se viene a mancare l’intesa.

Poi di attese ce ne sono ancora tante: chi aspetta la conclusione dei lavori del raddoppio ferroviario verso Montecatini (attesa che sarebbe dovuta terminare il 30 maggio 2020, secondo il “fu” cronoprogramma della Regione Toscana, ma è un’altra storia), chi una Porrettana (strada e ferrovia) pienamente agibile, chi un po’ di chiarezza per la salute di territori come Casalguidi e Cantagrillo. Tante attese, differenti e che coinvolgono tutto il territorio; tra queste una però pare aver avuto fine: quella delle continue polemiche su Vicofaro. L’intervento del vescovo Tardelli sembra aver avuto l’effetto sperato: quello di superare l’attesa della polemica per attendere il dialogo.