di Suor Delfina

La Chiesa che è in Pistoia, celebrerà sabato 17 luglio la festa della Madonna dell’Umiltà, la cui immagine è venerata nella Basilica che i pistoiesi conoscono come “la chiesa della Madonna”. Una Chiesa che è un gioiello d’arte, uno scrigno di memorie storiche, un pozzo di storie liete e tristi, di suppliche e anche di lacrime.

È la sua maestosa cupola ad accoglierti quando esci dall’autostrada e quando ti avvicini alla città. Di notte, quando si illumina, la sua luce entra nel cuore come negli antichi e stretti vicoli che incrociano Via della Madonna. Per un tempo lunghissimo, quasi per sessant’anni, quasi ogni giorno, mi sono fermata davanti all’Immagine della Madonna dell’Umiltà.

L’ultimo sguardo, alla sera tardi, andava alla cupola che aveva vegliato, per secoli, anche sull’edificio delle “Crocifissine “ in Via Della Provvidenza. Penso che oggi sia triste anche la Cupola per il degrado dell’immobile, (visibile anche da lassù) per le grida dei ragazzi che non si sentono più, per le luci che rimangono sempre spente. Non era la nostra Parrocchia, ma tutti gli eventi sono stati celebrati nella Chiesa della Madonna: momenti di preghiera e di ringraziamento, momenti per accompagnare le Suore che, cariche di anni e di meriti, ci lasciavano per il Paradiso.

Ho voluto premettere queste righe per ricordare che la Festa del 17 luglio non è per me una festa qualsiasi. È qualche cosa che mi appartiene, che è andato dentro ed è invecchiato con me. Volevo, invece, condividere una riflessione particolare sull’immagine della Madonna sul cui viso è ancora visibile una striscia di sudore scesa dal capo fino ai suoi piedi, in quel lontano 1490. Un messaggio con cui la Vergine richiamò i pistoiesi a spegnere odio e guerre fratricide. Sudore che si trasformò, scendendo dal suo capo in una lunga lacrima. Così, immagino. C’è chi sostiene che le lacrime siano segno di debolezza e di eccessiva sensibilità. Penso, invece, che anch’esse siano una capacità che Dio ci ha dato per esprimere gioie e dolori. Si piange quando le parole sono insufficienti, incapaci di tradurre l’abbondanza della gioia e della sofferenza. Quel rigagnolo sul volto dell’immagine della Madonna dell’Umiltà fu espressione e segno del suo dolore perchè i pistoiesi si combattevano, distruggendosi a vicenda. Perchè l’odio cresceva al posto della concordia. Lacrime ammonitrici, lacrime preziose come quelle di tante mamme che piangono per la vita dei loro figli, per le strade che essi hanno intrapreso, diverse da quelle sognate o desiderate, per le scelte non partecipate e condivise. Per i silenzi, per le assenze, per tante attese. Dolori conservati nel cuore come cosa sacra.

Tante volte nei momenti difficili ho ringraziato la Madonna dell’Umiltà per avermi mostrato le sue gocce di sudore. A quante mamme afflitte ho detto: «Anche la Madonna, durante la sua vita, ha pianto e sudato (anche se i Vangeli non ce lo raccontano) e non solo sulle immagini dipinte o in qualche apparizione. Le lacrime sono preziose. Dice il salmista che Dio le raccoglie in un otre e che tutte sono scritte nel suo libro (Sal 55). Neppure una andrà perduta perchè le lacrime di una mamma, che siano di gioia e di commozione, di sofferenza e di desolazione, come quelle di Maria, sono cariche di messaggi. Sostiamo, allora, davanti all’Immagine che trasuda, per ammonire una città e ascoltiamo il suo invito ad operare per la concordia e la pace. Preghiamola, per la nostra città in cui tutti devono trovare rispetto, sostegno, accompagnamento.

Di persone che pregavano, magari di sfuggita, nella Chiesa della Madonna, in tanti anni, ne ho viste tante. Dalla Madonna, sicuramente hanno attinto forza per continuare il cammino.