Presentati i lavori di restauro della chiesa rimasta inagibile per molti anni Un cantiere complesso e originale che ha ricevuto un riconoscimento del Mibact

Dopo quasi dieci anni si completa la rinascita del Complesso della Santissima Annunziata di Pistoia. Varie fasi d’intervento hanno contraddistinto il recupero di quello che è uno dei più antichi plessi ecclesiali della città, fino al 2013 sede dei padri Serviti poi costretti ad abbandonare la struttura divenuta pericolante negli anni. Due anni di cantiere, da inizio 2020 fino a dicembre 2021, caratterizzati dalla presenza pandemica che ha comportato un’ulteriore difficoltà alla serie di interventi progettati negli anni precedenti, già a ridosso della chiusura avvenuta nel 2013.

«Un cantiere, potremmo dire, impostato all’antica – sottolinea l’architetto Simone Martini, redattore del progetto di restauro del complesso della Santissima Annunziata – dove il ruolo della progettazione esecutiva in loco e l’esperienza degli operatori assume una valenza fondamentale. Un progetto in continuo sviluppo e affinamento, portato avanti grazie alla stretta collaborazione tra funzionari della Soprintendenza e professionisti esterni.

Consolidamenti, ricostruzioni, integrazioni delle dodici capriate e il generale miglioramento statico della copertura sono perseguiti con interventi ispirati a tecniche e materiali originali, limitando al minimo i nuovi inserimenti e le sostituzioni; capovolgendo in sintesi la nota massima latina: melius deficere quam abundare». Con la sua costruzione avviata nel XIII secolo, la Chiesa della Santissima Annunziata di Pistoia è stata in realtà ultimata solo sul finire del secolo successivo ed abbondantemente rimaneggiata nel XVII secolo con interventi dalla decisa impronta barocca. In quel periodo infatti la chiesa della Santissima Annunziata fu oggetto di un nuovo progetto di ridisegno realizzato probabilmente dall’abate e architetto pistoiese Francesco Maria Gatteschi (1656-1722), già impegnato sula città di Pistoia nella ‘conversione’ della Chiesa di San Filippo nell’attuale Biblioteca Fabroniana, certamente autore del progetto della nuova facciata eseguita in quegli anni. Nel 1703 fu corretta la curvatura ogivale dell’arco della cappella maggiore, con un panneggio in stucco realizzato da Francesco Covini da Marsiglia.

Il tetto della SS. Annunziata

Le tante infiltrazioni a partire dai secoli successivi sono quelle che hanno portato, ormai una decina d’anni fa, al cedimento di una delle travi che ebbe come conseguenza un’inevitabile ordinanza di inagibilità da parte dell’amministrazione comunale. «I lavori di restauro – approfondisce l’architetto Martini – hanno interessato la messa in sicurezza di tutte le coperture del complesso parrocchiale, per un totale di oltre 1.500 metri quadri. A questo si è aggiunto il consolidamento del campanile, pericolante ed a rischio crollo, ed il recupero della facciata principale. La copertura della chiesa presentava poi gravissimi problemi di infiltrazione ed alcune parti strutturali risultavano parzialmente crollate».

Il recupero ha visto il contributo, in due fasi, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia che è andata a finanziare, per un importo totale complessivo di 300mila euro, in una prima fase (fondi 2014) la manutenzione straordinaria di impermeabilizzazione e copertura, in una seconda fase – con il bando Restauro del 2017 – il vero e proprio restauro di quelle stesse parti, nel frattempo ulteriormente deteriorate.

Il team al lavoro

Il progetto è stato supervisionato dall’ing. Paolo Bellezza per conto della Diocesi, ed è stato redatto dall’arch. Simone Martini in collaborazione con l’ing. Michele Vienni.

Dopo l’affidamento dei lavori, all’A.T.I. Ires Spa Costruzioni e Restauri – RAM Restauri Artistici e Monumentali di Fabio Mannucci snc, il gruppo di progettazione e lavoro si è arricchito della collaborazione della dott.sa Linda Cocchiarch. Jacopo Mannucciing. Leonardo Paolinidott. Mario Moschi, dei restauratori Paola Irrera e Massimo Innocenti e capo cantiere Luigi Giuliani. L’alta sorveglianza è stata garantita dai funzionari della Soprintendenza arch. Sergio Sernissi e dott.sa Vanessa Gavioli.

Il cantiere è stato menzionato dalla Soprintendenza come esempio di particolare valore per le tecniche di restauro e per l’approccio metodologico all’intervento, ed ha trovato riconoscimento, con un saggio dedicato, nella pubblicazione “Tutela & Restauro 2020” curata dal Ministero della Cultura.