Con la tecnica visuale del “light box” l’Altare d’Argento si racconta in tutto il suo straordinario carico di bellezza artistica e ricchezza teologica

Il tesoro di Pistoia risplende nella capitale della cristianità: è Roma la terza tappa della mostra fotografica Pistoia, Compostela d’Italia – L’altare argenteo di San Iacopo, già apprezzata da migliaia di visitatori prima a Santiago e poi a Pistoia, nella chiesa di San Leone. L’esposizione, promossa da Comune di Pistoia, Giorgio Tesi Group, Fondazione Caript e Diocesi di Pistoia su progetto di Giorgio Tesi Editrice e Associazione The Wall, sarà aperta fino al 9 ottobre nei locali del Santuario Pontificio della Scala Santa a San Giovanni in Laterano. Il percorso si dischiude, come uno scrigno, appena si esce dalla cappella del Sancta Sanctorum, si compone di grandi light box che riproducono, attraverso un’accurata retroilluminazione, le fotografie di Nicolò Begliomini, accompagnate dalle spiegazioni nei testi di Lucia Gai e offre una riproduzione in scala 1:1 del grande altare custodito nella Cattedrale di San Zeno. Un tesoro ancora poco conosciuto eppure profondamente legato all’identità storica e religiosa di Pistoia che l’allestimento della mostra, concepita fin dall’inizio per essere itinerante, contribuisce a testimoniare: «Le grandi stampe retroilluminate, o light box, che compongono la mostra sono state ricavate da fotografie in alta risoluzione dell’altare e permettono ai visitatori di osservare da vicino dettagli e particolari altrimenti difficili da notare – spiega Nicolò Begliomini, autore delle immagini in mostra – osservandoli, si percepisce un dialogo stretto tra gli artisti che contribuirono a realizzare l’altare e l’opera stessa e, di conseguenza, di un dialogo con Dio. Grazie alla retroilluminazione, il bianco delle foto diventa luce e il risultato è davvero di grande impatto». 

Non è un caso che “Avvicinatevi alla bellezza” sia il titolo della campagna che ha portato prima alla pubblicazione del libro L’altare argenteo di San Iacopo a Pistoia (Giorgio Tesi Editrice, 2018) e poi alla realizzazione della mostra.

Un percorso di avvicinamento alla bellezza, dunque, ma anche alla storia della città, segnata nel profondo dall’arrivo della reliquia di San Giacomo il Maggiore nel 1145: «Fu allora che alle principali chiese fu conferita la foggia romanica, la Cattedrale fu allungata così come il campanile, Pistoia si immerse in un flusso di pellegrini e la città crebbe – sottolinea don Luca Carlesi, arciprete della Cattedrale di San Zeno –; anche per questo la mostra è importante: è un modo popolare per far conoscere la nostra città a partire dall’altare argenteo, ancora troppo poco noto». Eppure per realizzare quello che è considerato il più grande manufatto di oreficeria sacra medievale ci vollero cinque generazioni di orafi impegnati, dal Duecento al Quattrocento. «L’altare trasmette, con la sua bellezza, il più formidabile messaggio – spiega ancora don Luca Carlesi – cioè il messaggio evangelico che nasce nella collaborazione e fa rinascere, in questo modo, anche le città».

Bellezza, dunque, ma anche alla storia della città, segnata nel profondo dall’arrivo della reliquia di San Giacomo il Maggiore nel 1145: «Fu allora che alle principali chiese fu conferita la foggia romanica, la Cattedrale fu allungata così come il campanile, Pistoia si immerse in un flusso di pellegrini e la città crebbe – sottolinea don Luca Carlesi, arciprete della Cattedrale di San Zeno –; anche per questo la mostra è importante: è un modo popolare per far conoscere la nostra città a partire dall’altare argenteo, ancora troppo poco noto». Eppure per realizzare quello che è considerato il più grande manufatto di oreficeria sacra medievale ci vollero cinque generazioni di orafi impegnati, dal Duecento al Quattrocento. «L’altare trasmette, con la sua bellezza, il più formidabile messaggio – spiega ancora don Luca Carlesi – cioè il messaggio evangelico che nasce nella collaborazione e fa rinascere, in questo modo, anche le città».

Da Pistoia a Santiago

La mostra è aperta dal 20 maggio al 9 ottobre 2022 nel Santuario Pontificio della Scala Santa in San Giovanni in Laterano a Roma ed è accessibile a chiunque si rechi nella cappella Sancta Sanctorum. L’evento rientra nella cornice delle iniziative legate all’Anno Iacobeo 2021/2022 che si celebra fino al 25 luglio. Nel suo primo allestimento a Santiago de Compostela sono stati 15mila i visitatori che hanno esplorato i particolari del monumentale altare attraverso le grandi fotografie che costituiscono l’allestimento.

Dario Pagli