Due pellegrinaggi partiranno alla fine di luglio in segno di amicizia con la diocesi Galiziana

Il cammino spirituale è iniziato da mesi, quello fisico sta per iniziare. Destinazione: Santiago di Compostela dove sono diretti oltre cento pellegrini della Diocesi di Pistoia, pronti a mettersi in viaggio a conclusione dell’Anno Santo Iacobeo. Con loro, una volta giunti a destinazione, ci sarà anche il vescovo di Pistoia Fausto Tardelli. Ora i preparativi fervono.

Sì, perché quello sulle tracce dell’apostolo Giacomo non è un viaggio come tanti altri. Per avere un’idea di cosa significhi intraprendere uno dei più importanti pellegrinaggi della Cristianità basta parlare con chi, in questi giorni, si sta preparando a partire.

Ce lo racconta Andrea Dali che fa parte di un gruppo di undici giovani della parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo alla Ferruccia pronti a mettersi in marcia: «In tutto siamo 31 ragazzi della Pastorale Giovanile coinvolti nell’iniziativa».

«Sono mesi che ci prepariamo sia spiritualmente che fisicamente perché una cosa è certa: dovremo camminare parecchio!». Già perché la distanza da coprire a piedi tra una tappa e l’altra del cammino, che vedrà impegnati i giovani da Baiona a Santiago, oscilla tra i 15 e i 25 chilometri al giorno. «Negli scorsi mesi, grazie al supporto davvero unico di padre Simone Panzeri, responsabile della Pastorale Giovanile, ci siamo allenati con camminate a Valdibrana, Germinaia e anche Montecatini. Questo, insieme agli incontri che si sono svolti, ci ha permesso di capire anche che, per mettersi in viaggio, non serve portare con sé molte cose. Anzi. Serve l’essenziale ». Bagagli leggeri e spirito disposto ad aprirsi agli altri: «Sì, questa preparazione ci ha aiutati a fare gruppo: abbiamo capito che il pellegrinaggio è un’esperienza personale che si fa insieme agli altri».

Lo stesso spirito con cui si preparano a partire anche i circa 70 partecipanti al pellegrinaggio organizzato dall’associazione Maria Madre Nostra che coinvolge ragazzi, volontari e persone con disabilità della Fondazione Maic di Pistoia.

«Abbiamo iniziato a gennaio a predisporci spiritualmente al viaggio attraverso una serie di incontri online dedicati, tra gli altri, a Santa Teresa d’Avila e Sant’Ignazio di Loyola, così piano piano si è costituto questo gruppo che adesso andrà a Santiago » , spiega Guido Santi dell’associazione Maria Madre Nostra. «Quello verso Santiago è un cammino che si affronta in modo diverso da un normale viaggio – sottolinea

Guido – e un apporto fondamentale lo danno i nostri ragazzi della Fondazione Maic. Ce ne siamo accorti quando sono mancati: durante la pandemia di Covid siamo stati a Dobbiaco e abbiamo dovuto, per ragioni sanitarie, limitare il numero dei partecipanti ai soli volontari. Ecco, non è stata la stessa cosa!». Quest’anno sarà diverso: «I ragazzi hanno partecipato attivamente agli incontri ed è stata una gioia. Ovviamente al pellegrinaggio parteciperanno quelli in grado di affrontare il viaggio. Sono in grado di apportare un senso diverso, più profondo alla fede. Portano, per così dire, la spensieratezza contemplativa, la semplicità d’animo. Riescono a essere delle vere guide. Pensiamo a quando Gesù dice: “Siate come bambini”. Ecco, è proprio quello!». La partenza dei pellegrini è prevista dopo la festa di San Jacopo, il 25 luglio.

Ora, mentre fervono gli ultimi preparativi, i partecipanti continuano il loro percorso di riflessione. La domanda più profonda, che abbiamo girato loro, è cosa ci si possa aspettare da un cammino come quello verso Santiago. Cosa si porteranno a casa, al loro ritorno, i partecipanti? «Tutti ci auguriamo che il pellegrinaggio sia un momento per riscoprire noi stessi al di fuori del nostro quotidiano per superare i limiti che esso ci pone e che ci sappia aiutare a distinguere sempre meglio ciò che è realmente importante da ciò che è superfluo – è l’auspicio di Andrea Dali – sappiamo che, durante il cammino, ci sarà chi ci metterà di più a percorrere la distanza tra tappa e tappa e chi invece sarà andrà di passo più svelto: ecco anche nel semplice gesto di aspettarci a vicenda sta il senso del viaggio!». «Spesso nel nostro quotidiano indossiamo, per così dire, una corazza – aggiunge Guido Santi – bene, il pellegrinaggio è l’occasione per andare incontro all’altro e per toglierci di dosso quella corazza».

Dario Pagli