Nel report regionale aumentano nel 2023 le criticità economiche I tagli alle spese su sempre più voci coinvolgono la spesa e l’accesso ai farmaci

Aumentano i dati che aiutano a fotografare la realtà toscana per quello che è concretamente, dopo oltre due anni di pandemia e all’indomani del primo anniversario della drammatica guerra in Ucraina.

Il dato più significativo è quello che vede una famiglia toscana su dieci dichiarare di arrivare con grande difficoltà alla fine del mese e quasi 5 su 10 ritenere che la propria situazione economica sia peggiorata nel corso del 2022. I numeri – frutto della della collaborazione tra Osservatorio Sociale Regionale, Anci Toscana, Irpet, Centro regionale di documentazione per l’infanzia e l’adolescenza, Universita di Siena e Caritas Toscana – sono stati raccolti su di un campione di oltre 3000 famiglie interpellate sia sulle condizioni economiche del 2021 che, una seconda volta, ad ottobre dello scorso anno.

Il territorio pistoiese raggiunge le maggiori criticità in merito alla condizione di povertà relativa, cioè nella difficoltà economica a fruire di beni e servizi in rapporto al livello economico medio di vita dell’ambiente o della nazione, con un 20% di famiglie in questa condizione, così come registrato anche nell’area pratese. Altro parametro a sostegno di questo dato è quello relativo alle famiglie con accesso al reddito di cittadinanza: nell’area della Valdinievole infatti la misura interessa il 5% dei nuclei familiari, percentuale tra le più alte registrate in Toscana, assieme ad alcune zone del livornese e delle Apuane.

Nel 2022 l’impennata dell’inflazione e il conseguente aumento dei costi dei servizi essenziali hanno peggiorato fortemente la situazione. Così dal 2% di famiglie che facevano fatica ad arrivare alla fine del mese del 2021 si è arrivati al 10% registrato ad ottobre 2022, e se prima erano 12 i toscani su 100 che si descrivevano come poveri ora si è passati a 14.

Un peggioramento che ha coinvolto, ovviamente, anche la percezione del decremento della situazione economica: nell’arco di soli dodici mesi si è passati dal 33 al 46% del campione a sentirsi impoverito, con riflessi anche sulle previsioni sul prossimo futuro. Nel 2021 solo il 17% degli intervistati immaginava un peggioramento della situazione, quota che nel 2022 si è alzata di 16 punti (33%). I dati sulla distribuzione del reddito confermano questa situazione di difficoltà: in Toscana, sempre secondo l’indagine Irpet, l’8% delle famiglie dichiara che il proprio reddito netto mensile è inferiore a 600 euro al mese, il 10% a meno di 800, il 25% a meno di 1.200 euro al mese, la metà a meno di 2.000 euro.

Nella quotidianità i riflessi dei numeri si mostrano implacabili già dalle piccole azioni. Nell’indagine Irpet figurano infatti anche una serie di domande relative a vari aspetti connessi alla povertà, che vanno dalle difficoltà di accesso ai beni essenziali sino all’esclusione dai servizi ricreativi e culturali.

Secondo questa ricerca ben il 16% delle famiglie toscane dichiara di avere difficoltà a mangiare carne o pesce in modo regolare, il 21% non può permettersi di riscaldare adeguatamente la casa, il 18 fa fatica con il pagamento delle spese di trasporto, il 3 ha difficoltà ad acquistare beni necessari ai bambini. Un impoverimento silenzioso ma rapidissimo che si sta manifestando in tantissime comunità del territorio e a cui i vari livelli istituzionali stanno rispondendo spesso con misure non del tutto adeguate, ma necessariamente sempre più urgenti.

Dario Cafiero