La Romagna raccontata dagli “angeli del fango”

151

I ragazzi dell’associazione Sangiorgello descrivono la loro esperienza di servizio. Il diacono Baldi, suor Alix e i volontari della Misericordia accanto ai più piccoli

Il dramma delle inondazioni in Emilia ha suscitato una vera e propria gara di solidarietà. A distanza di una settimana dall’avvio dell’emergenza si moltiplicano le raccolte di fondi e generi di prima necessità per le popolazioni e cresce l’impegno per liberare dal fango paesi e città sommersi dalla piena. Tra gli “angeli del fango” anche un gruppo di giovani dell’associazione Sangiorgello, nata nelle parrocchie di San Giorgio e Gello che nella settimana scorsa ha portato aiuto nel Comune di Forlì.

«Siamo partiti in nove e alcuni di loro hanno saltato gli impegni scolastici per poter esserci e dare una mano. Ci ha colpito tanto — spiega Vittoria Baldi — vedere gli immensi danni che questa alluvione ha causato. Ci sono interi quartieri che sono stati completamente sfregiati, tutto è ricoperto di fango se non ancora sott’acqua: non riesci a capire minimamente come potesse essere prima». Spalare via il fango è stato il loro impegno principale; «Purtroppo con il sole il fango si sta asciugando e quindi sarà sempre più complicato spalarlo via. La fatica è innegabile, ma è necessario sparale via il più possibile quanto prima».

Un’intensa giornata di servizio che ha permesso però, anche di confrontarsi direttamente con il dramma di molte persone, profondamente toccate da questa tragedia: «Sicuramente sono devastati da tutto questo, ma appena ci hanno visto non hanno esitato a offrirci cibo e acqua, noi nonostante noi non venissimo da zone alluvionate, solamente perché eravamo ad aiutare. Sono stati davvero accoglienti pur avendo perso molto e questo è stato commovente». Un’esperienza molto forte che i ragazzi di Sangiorgello non hanno esitato a ripetere. Domenica 28 sono partiti di nuovo per tornare a servire nel Comune di Faenza.

Giovedì 25 insieme a due volontari della Misericordia di Pistoia, sono partiti per una giornata di servizio anche il diacono Marco Baldi e suor Alix, della Fraternità di Gerusalemme; direzione Cotignola, presso Lugo. Il paese è stato risparmiato dall’inondazione e ora è diventato un centro di raccolta e smistamento di aiuti, mentre l’oratorio parrocchiale è un luogo di rifugio per molti bambini. «Qui — racconta Marco Baldi — i genitori hanno portato i bambini per fargli passare un momento di svago, di gioco. Arrivano anche da altri paesi in cui i genitori sono occupati nella pulizia della casa dal fango. Abbiamo portato pennarelli, quaderni, giochi, pupazzi nuovi che avevamo raccolto a Pistoia. Abbiamo fatto un po’ di animazione e giocato con loro». La collaborazione con l’oratorio di Cotignola è arrivata tramite la conoscenza di una suore dalla Fraternità monastica di Firenze, che lì abita con la mamma anziana. In questi giorni accoglie una famiglia sfollata con due bambini e ha fatto della sua casa uno spazio di accoglienza, per distribuire generi di prima necessità».

Segnali di speranza

Nell’emergenza crescono anche gesti e segni di carità. «Nell’oratorio di Cotignola — commenta Marco Baldi —sono impegnati diversi ragazzi e altri adulti che si preoccupano dei bambini. Questa dramma ha acceso

la solidarietà e fatto anche riscoprire un senso di vicinanza, di prossimità. I bambini poi, sono contenti di stare insieme, di giocare». Resta il fatto, commenta Baldi, che alcuni hanno perso tutto. «Molti hanno dovuto buttare ogni cosa e ora cercano almeno letti e materassi. Alcuni bambini on hanno più niente».

Daniela Raspollini

(Tratto da La Vita-Pistoia Sette, dorso diocesano di Avvenire)