Ad una decina di giorni dall’Assemblea Sinodale diocesana penso di poter dire a nome di tutti che sono stati due giorni intensi di fraternità e di gioia.
Il clima tra noi, nella preghiera comune, nella partecipazione attiva ai gruppi, nell’attenzione al momento assembleare, il sentirsi tutti insieme convocati nel nome del Signore come popolo di Dio chiamato a camminar insieme, laici, uomini e donne, presbiteri e diaconi, insieme al proprio vescovo, tutto questo è stata un’esperienza viva della potenza dello Spirito.
C’era tra noi la consapevolezza che il nostro essere lì, insieme, non era un fatto scontato, ma anzi, un evento straordinario, perché noi eravamo lì in forza della nostra fede, che ci chiama ad imparare a stare insieme ed essere un segno per il mondo con la nostra comunione e capacità di volerci bene.
C’era la consapevolezza che il Vangelo ci chiama ad un cammino comune verso grandi orizzonti: quello della capacità di comunione anzitutto, ma poi quello di un servizio al progetto di Dio per il mondo. Si percepiva, cioè, la consapevolezza di essere Chiesa che, pur con le sue povertà, limiti, e divisioni, viveva in quel momento un tempo di grazia dove Dio ci mostrava il cammino possibile e ci invitava a guardare oltre noi stessi per aprirsi gli uni gli altri nella ricerca di strade comuni, di soluzioni ai problemi delle nostre comunità, nel tentativo di diventare un seme e un germoglio di quel Regno dei cieli che sempre invochiamo ogni volta che recitiamo il Padre nostro.
È stato bello.
Certo sappiamo bene che le nostre realtà ecclesiali a volte sono più povere e meno entusiasmanti, ma l’Assemblea Sinodale è stata un’esperienza concreta che è sempre possibile fare più di quanto immaginiamo, soprattutto che è possibile camminare e collaborare insieme per costruire un mondo nuovo e una Chiesa gioiosa e testimoniante, traboccante della gioia del Vangelo.
A noi è affidato il compito di riportare questa testimonianza nelle nostre realtà ecclesiali e nel nostro quotidiano e di non disperdere questa ricchezza e fecondità sperimentate.
Ma il cammino continua e non ci è permesso fermarci a contemplare il bello vissuto, come Pietro e gli altri apostoli furono tentati di fare sul monte della Trasfigurazione quando videro la gloria di Gesù;non ci è permesso fermarci ad una contemplazione sterile delle cose o a una nostalgia di un’esperienza positiva, come di una sosta di rinfrancamento ma che poi non può avere futuro, perché la nostra assemblea voleva essere ed è stata anzitutto una tappa di un cammino.
Sì, la nostra Assemblea Sinodale è stata soprattutto l’inizio di un cammino, di un viaggio verso una Chiesa sempre più fedele al Vangelo, serva della volontà di Dio, laboratorio di carità e di giustizia per il mondo.
L’Assemblea infatti, oltre che una celebrazione, è stato un lavorare insieme a costruire un nuovo modo di essere Chiesa, dove i laici sono protagonisti insieme ai presbiteri e ai diaconi, intorno al vescovo che ci guida sulle orme del Signore che ci precede e ci accompagna nelle strade del mondo.
In concreto la nostra Assemblea voleva, vuole, essere un contributo di riflessione in vista degli orientamenti pastorali che il vescovo consegnerà a tutta la diocesi il 10 Gennaio 2016.
Considerato tutto questo insieme al vescovo abbiamo ritenuto importante ed utile rivedersi con presbiteri, diaconi e moderatori dei gruppi di lavoro dell’Assemblea Sinodale per un incontro..
..VENERDI’ 11 DICEMBRE 2015 in Seminario vescovile a Pistoia dalle ore 21 alle 23.
Lo scopo del nostro incontro è duplice:
1) Verifica dell’assemblea Sinodale (modalità, contenuti, positività, criticità, ecc.)
2) individuazione di alcune priorità a partire dai lavori dell’assemblea.
I partecipanti sono invitati ad arrivare all’incontro avendo riflettuto su questi due punti e dopo aver letto e meditato le sintesi finali dei lavori dei gruppi dell’Assemblea scaricabili in questa pagina (http://www.diocesipistoia.it/assemblea-sinodale-diocesana-le-sintesi-dei-gruppi/ ).
Questo lavoro è nei fatti un proseguimento dell’Assemblea Sinodale, in quanto i risultati emersi nella chiesa di San Francesco sono numerosi ed ampi e pertanto si rende necessario un ulteriore discernimento che restringa il numero delle priorità e catalizzi le energie in un progetto diocesano condiviso, realizzabile e concreto.
Il motivo per cui insieme ai presbiteri e ai diaconi sono invitati anche i moderatori è perché essi sono una rappresentanza abbastanza coerente della ricchezza e complessità della Diocesi e del popolo di Dio che la abita, ma soprattutto perché avendo svolto il servizio di moderazione nei gruppi sono quelli che più hanno presente la ricchezza del dibattito avvenuto durante l’Assemblea.
Lo scopo di questo lavoro è dunque quello di aiutare il vescovo nel discernimento, coinvolgendoci in un cammino che ci appartiene e di cui saremo chiamati ad essere diretti protagonisti nella vita delle nostre realtà ecclesiali di provenienza.
Don Cristiano d’Angelo