Martedì 2 febbraio il Vescovo Tardelli è in visita alle Suore Francescane dei Poveri di Pistoia. Abbiamo chiesto alle suore di presentarsi per far conoscere il carisma della loro vita religiosa e il loro impegno in Diocesi.
“Riconoscevo il Signore nei poveri e nei sofferenti così chiaramente come se l’avessi visto con gli occhi del corpo.”
Così si esprimeva la Beata Francesca Schervier, che nel 1845 fonda in Germania le Suore Francescane dei Poveri, accogliendo la chiamata del Signore “a salvare anime e guarire le sue piaghe”, vivendo in modo speciale il Vangelo della carità.
Oggi la Congregazione è presente in varie parti del mondo e dell’Italia; siamo a Pistoia da 18 anni. La nostra è una comunità di quattro suore impegnate in vari servizi: con il ministero straordinario dell’Eucarestia e la visita agli anziani nella Parrocchia di san Benedetto; con i giovani e gli adolescenti di diverse parrocchie; con l’insegnamento nella scuola dell’infanzia, la pastorale familiare, la presenza nei campi Rom e il servizio in una casa di accoglienza per donne in difficoltà.
Una di loro, Suor Gabriella d’Agostino, racconta la sua udienza da Papa Francesco con i Rom di Pistoia. Una testimonianza significativa del loro servizio diocesano.
Sono passati cinquanta anni da quello storico incontro del 26 settembre 1965 in cui Paolo VI incontrò per la prima volta a Pomezia (Roma) i Rom e Sinti. Montini nel suo discorso che fu un inno all’accoglienza, li chiamò “Pellegrini perpetui” sottolineando il loro essere nel cuore della Chiesa, perché poveri, bisognosi di assistenza, di istruzione e di aiuto.
Per ricordare quell’evento, la Fondazione “Migrantes” della Conferenza Episcopale Italiana, con l’Ufficio “Migrantes” della Diocesi di Roma e la Comunità di Sant’Egidio hanno organizzato un pellegrinaggio a Roma che si è concluso il 26 ottobre con l’udienza dal Papa nell’aula Paolo VI.
Anche un piccolo gruppo di Pistoia ha partecipato all’incontro con Papa Francesco manifestando la gioia di esserci e di poter esprimere la gratitudine con un dono consegnato direttamente al Papa.
Eravamo tredici persone dieci tra Rom e Sinti con Marcello Suppressa Direttore della Caritas, Suor Gabriella D’Agostino delle Francescane di Poveri e Massimiliano Sforzi della Parrocchia di Vicofaro. Siamo arrivati a Roma con due pulmini e a S. Pietro l’emozione è stata grande quando i cancelli della Piazza si sono aperti per farci entrare e parcheggiare all’interno.
Ascoltiamo direttamente chi ha partecipato:
Ringrazio chi ha organizzato. Ci ha fatto un grande regalo questo Papa che ci ha voluto incontrare tutti, abbiamo sentito tutto il suo affetto che non fa distinzioni. È stata indescrivibile l’emozione quando ho potuto consegnare una lettera direttamente nelle mani del Papa. È un’esperienza che dimenticheremo mai! F.
Le transenne i Piazza S. Pietro si sono aperte per farci entrare con il pulmino, è stata una sensazione meravigliosa perché ho percepito che si aprivano le porte del cuore per accoglierci! H.
Non so descrivere l’emozione quando ho potuto dare direttamente al Papa il regalo che avevamo fatto, ho sentito che avevo davanti a me una grande persona, capace di avvicinare tutti, di far sentire tutti fratelli. Il Papa ci ha invitati a un nuovo inizio, per noi significa partire dai bambini, dai giovani, avere la possibilità di studiare. M.
Il Papa ci ha fatto sentire tutti uguali, dandoci dignità, ci ha fatto sentire persone! Abbiamo percepito tutto il suo affetto e la sua accoglienza. M.
Mi ha colpito quando ci ha salutato nella nostra lingua: Del si tumentsa! “il Signore sia con voi!” S.
Quasi non ci credevo che si potesse realizzare questo viaggio, quando alle 4.00 del mattino siamo partiti con i due pulmini ho ringraziato il Signore. “Accoglienza premurosa” con queste due parole descrivo quello che ho percepito dal momento che si sono aperte le transenne di Piazza s. Pietro per farci entrare con i pulmini, un privilegio proprio per i più emarginati della nostra società. Quando siamo entrati nella Sala Paolo VI il mio cuore si è allargato, la festa, i canti, le parole del Papa…mi sono sentita sorella di tutti, eravamo una sola cosa, senza distinzioni di razze, culture… tutti figli di un unico Padre. G.
È un appello forte quello del Papa: “Voi siete nella Chiesa, non siete ai margini, ma, sotto certi aspetti, voi siete al centro, voi siete nel cuore della Chiesa”, allora quando incontriamo un Rom per strada cerchiamo di non farlo sentire diverso, ma doniamogli un sorriso, sono persone con tanti difetti come noi e con tanti doni come noi.