Domenica 11 dicembre l’Associazione “Casa dell’anziano – Monteoliveto” promuove la tradizionale Festa dell’Anziano. Alle ore 11 il Vescovo Fausto Tardelli presiederà presso il Centro la Santa Messa. La presidente dell’Associazione, Carla Tarani, ci aiuta a scoprire le attività della Casa dell’Anziano.
Ormai si contano nel tempo numerose edizioni della Festa dell’Anziano: quest’anno avete raggiunto il 32esimo anno. Cosa rappresenta per la città e la nostra diocesi questo appuntamento?
È un momento importante: l’inizio di un nuovo anno di lavoro. Ci ricorda che siamo qui per accogliere, assistere, dare conforto, aiutare e, con la celebrazione della S. Messa, ricordare che il nostro lavoro, oltre che competente ed efficace, deve essere guidato dalla nostra fede. Questo è il valore aggiunto del nostro servizio.
L’Associazione gestisce due strutture all’avanguardia sul territorio: i Centri Diurni. Come nasce e cosa offre ancora oggi alla città?
Apripista, nel 1996, è stato il Centro Diurno per non autosufficienti, poi il Centro Diurno Alzheimer nel 2004. Questo Centri sono stati voluti con ostinazione e tenacia dal Vescovo Scatizzi. Sapeva che era indispensabile pensare agli anziani in difficoltà e dare sostegno alle loro famiglie.
Le due strutture offrono un servizio qualificato. I nostri operatori, sotto la guida della Coordinatrice, Francesca Longinotti, sono costantemente aggiornati con corsi di formazione. Con la pet-therapy e la musicoterapia siamo riusciti a dare stimoli che hanno portato in alcuni casi a benefici visibili.
La nostra Geriatra, Alessandra Pratesi, segue costantemente i singoli pazienti in stretto contatto con gli operatori. Anche il colloquio con i familiari è costante e permette di avere feed-back sul nostro lavoro.
I Centri rappresentano una risposta importante per le difficili situazioni di tante famiglie. Com’è la situazione nella nostra città? Quanti assistiti accoglie il Centro?
I nostri assistiti sono più di trenta, una goccia nel mare, lo sappiamo. Non ho statistiche aggiornate, ma i media rilevano che la crescita del malati di Alzheimer è costante e che la popolazione invecchia. Ai nostri Centri non mancano le richieste di inserimenti.
Nell’ambito della Festa è valorizzata la testimonianza degli anziani novantenni. Anche Papa Francesco ci ricorda spesso il valore degli anziani, dei nonni. «Questo sono gli anziani: – ricordava in un’omelia – «Eredità, buon vino e buon pane». Invece «soprattutto in questo mondo si pensa che diano fastidio». Per voi quale messaggio porta con sè questo momento?
Il giorno della Festa è una gioia vedere tanti novantenni così vivaci. Sono loro che ci hanno cresciuto, quello che sappiamo l’abbiamo appreso da loro. Basta questo per capire quanto sono stati e continuano ad essere importanti nella nostra vita. Non sono un peso, sono un esempio.
E continuano ad essere i nostri maestri: il servizio ai nostri familiari anziani che hanno bisogno di aiuto ci permette di crescere ogni giorno. Ci mancano tanto quando non ci sono più.
Eppure non è difficile sentire dire che gli anziani danno fastidio, di riconoscerli le principali vittime della “cultura dello scarto”. Qual è il suo pensiero alla luce della realtà di ogni giorno? Come si pone l’associazione di fronte a questo fenomeno?
L’Associazione aiuta, dà sollievo, si mette a fianco delle famiglie, collabora nell’assistenza, permette alle famiglie di continuare a vivere con i loro anziani che la sera tornano a casa e ritrovano gli affetti.
Daniela Raspollini