Riapre in diocesi il cammino per il diaconato permanente

La conferenza episcopale toscana ha redatto un nuovo documento sul diaconato permanente: «Custodi nel servizio della Chiesa. Orientamenti e norme per il diaconato permanente nelle chiese toscane» (novembre 2017).
Il testo è stato presentato giovedì 12 aprile dal vescovo Fausto Tardelli in occasione dell’incontro mensile con il clero diocesano.
Non si tratta di un documento dottrinale, ma di un testo che vuole essere concreto e attento alle mutate esigenze della realtà e che nella diocesi di Pistoia accompagna anche la riapertura del cammino al diaconato permanente dopo diversi anni di stop.
Nel documento, dopo una premessa sul carisma diaconale, vengono offerti alcuni orientamenti pastorali sul discernimento vocazione e la formazione; seguono alcune indicazioni relative all’esercizio del ministero diaconale.
Il testo evidenzia il carisma proprio dei diaconato che esprime la rappresentanza di Cristo in quanto servo. L’animazione della diaconia è un carisma. Proprio perché tutto il popolo cristiano viva la diaconia i candidati andranno individuati tra coloro che già la svolgono e mostrano una disponibilità al servizio. Per questo ogni candidatura dovrà fiorire all’interno di una comunità cristiana. Una valutazione speciale sarà poi riservata alla famiglia qualora il candidato sia coniugato. L’età minima per accedere alla formazione è per i coniugati 31 anni; 21 per i celibi.
Un capitolo importante riguarda la formazione, che pure -cosi come per il clero- non si esaurisce con l’ordinazione, ma è inserita in un cammino di formazione permanente. In merito si richiede un percorso di tre anni escluso l’anno propedeutico. La formazione al diaconato prevede infatti, un anno propedeutico dedicato al discernimento e alla formazione di base, così come richiesto anche a chi acceda al seminario in vista dell’ordinazione sacerdotale.
La formazione si articola in: umana, spirituale, teologica e pastorale.
Una particolare attenzione deve essere riservata anche alla famiglia qualora il diacono sia sposato.
Si richiede anche una solida preparazione intellettuale. Prioritariamente il piano degli studi dovrà avvalersi dove è possibile, degli Istituti di Scienze Religiose attraverso un triennio dilazionabile nel tempo in base alle esigenze personali del candidato. Occorre, comunque, essere in possesso di un diploma di scuola secondaria superiore.
La formazione del diacono si apre anche alla missionarietà, secondo quanto indicato in Evangelii Gaudium. I diaconi, infatti, si caratterizzano come avanguardie.di una Chiesa in uscita. La loro formazione deve puntare anche alla «capillarità», perché il ministero sia diffuso nel territorio, particolarmente dove, in genere, la pastorale ordinaria non arriva. Il delegato episcopale, dovrà seguire il discernimento del candidato al diaconato.
La terza parte del documento precisa il ruolo del tutto speciale del diaconato nella conversione missionaria della Chiesa. Anche la chiesa di Pistoia è orientata ad aprirsi sempre più alla missione. Su questo impegno si concentrerà a partire dal triennio 2020-2023.
Il diacono è chiamato ad operare nelle diverse pastorali di ambiente: lavoro, scuola, carcere, sanità…, secondo la triplice forma in cui si esprime la diaconia: liturgia, predicazione e carità (LG 29).
L’ultimo capitolo del documento è dedicato a obblighi e diritti del diacono richiamandone alcune peculiarità: incardinazione, missione canonica.
Laddove ci sia l’esigenza il diacono potrà svolgere una funzione di supplenza nelle parrocchie. Il sacerdote potrà quindi rivestire la funzione di moderatore pastorale, mentre il diacono ricevere l’incarico di cura pastorale. Nel loro servizio, inoltre, i diaconi possono anche essere destinati alla cura delle comunità cristiane disperse.
Chi volesse saperne di più è invitato a contattare il proprio parroco.
(ucs)