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La Chiesa di Pistoia organizza da anni attività di sostegno, momenti di scambio e incontro con la comunità Rom e Sinti. Un cammino di comunione oltre la paura e l’avversione.

Le parole Rom e Sinti sono per ciascuno di noi, ormai molto famigliari, evocano immagini, sentimenti, opinioni diverse e contrastanti. Destano curiosità, paura, avversione, giudizio?
Ma Rom e Sinti non sono solo parole, ma sono persone, volti, storie. Sono le etnie diverse di uno stesso popolo, proveniente originariamente dall’India, che pur riconosciuto dall’antichità e presente fin dagli inizi del millennio passato in tutti gli stati europei, non ha mai avuto l’onore di vedersi citato nei nostri testi scolastici. Eppure ne avrebbe avuto motivo, visto che sono molte le persecuzioni che hanno subito: dalle accuse di stregoneria fino al culmine raggiunto con il nazismo dove mezzo milione di persone rom e sinti sono morte nei lager. Sono cristiani evangelici o cattolici, musulmani o praticano culti sincretici, hanno anticamente praticato lo spettacolo viaggiante o l’artigianato. Praticavano il nomadismo perché era necessario per le loro attività lavorative. Come avrebbero potuto praticare il commercio, lo spettacolo, le prestazioni artigiane, se non si fossero mantenuti in movimento? Ora tendono ad essere sedentari e qui a Pistoia molti vivono in abitazioni o nei diversi campi della città, da più di 40 anni.
Come Caritas Diocesana da molti anni si ha a cuore la realtà dei Rom e Sinti della città, con il desiderio di porsi in ascolto dei loro bisogni e di trovare occasioni di scambio ed incontro, nel quotidiano, ma anche in momenti più straordinari. Suor Mara (Suore Francescane dei Poveri), suor Alix (Fraternità di Gerusalemme) e un gruppetto di volontarie, Cristina, Selene, Lucia, Maria, Paola, Cristina e suor Floriana (Suore Mantellate) frequentano regolarmente il campo e svolgono, in una casetta in legno donata dalla Diocesi di Pistoia, posta al centro del campo, un’attività di dopo scuola. Donne di età, professione e provenienze diversa, espressione dei tanti volti della Chiesa di Pistoia (congregazioni religiose, parrocchie, movimenti ecclesiali) che desidera essere accanto a questi fratelli e sorelle.
Una sfida, quella del dopo scuola, lanciata due anni fa, dalla Caritas diocesana e accolta dalle famiglie del campo: spazio ricreativo, di studio e sostegno scolastico, ma soprattutto spazio di incontro tra generazioni e culture diverse. Eh si, perché due pomeriggi a settimana, i volti, i colori dei vestiti, le lingue si mescolano: bambini, ragazze e donne rom e italiane diventano una piccola “fraternità”: si disegna, si legge, si scrive, ci si scambiano ricette, consigli di salute, notizie sui figli e sui nipoti, idee e modi di vedere il mondo.
E quando i bambini corrono a giocare si condividono anche sofferenze, preoccupazioni, disagi, il desiderio di un lavoro per sostenere la propria famiglia e di una vita diversa, dove non essere emarginati e considerati diversi, dove poter vivere in luogo bello e dignitoso, o dove d’inverno non si soffra il freddo o i disagi causati dal fango.
Proprio per rispondere a questo bisogno di sostegno e condivisione, come Caritas si è costituito uno sportello di ascolto aperto ogni mercoledì mattina, dedicato in particolare alle famiglie rom e sinti della città di Pistoia.
Generalmente ogni mercoledì si incontrano circa 15 famiglie: è un momento libero di ascolto, di aiuto concreto, di informazione, di monitoraggio dei bisogni e dei progressi di ciascuno. Naturalmente, dopo aver valutato se ne abbiano diritto, come altre famiglie della città bisognose di aiuto, le famiglie rom che lo richiedano, possono accedere anche alla realtà dell’Emporio della Solidarietà di Sant’Agostino.
Sappiamo bene che, siamo in un momento storico e politico, in cui l’accoglienza di chi è altro da noi, è emergenza, profezia, sfida, scelta contro corrente. Continuiamo con coraggio e speranza a camminare su questa strada!
Suor Mara