di Daniela Raspollini
Forzatamente prive di eucarestia, le religiose della nostra diocesi hanno vissuto una Pasqua del tutto inedita. Anche le suore Clarisse di Bethania di Casore del Monte, ad esempio, si sono dovuto attenere alle misure di sicurezza. «Abbiamo partecipato alle celebrazioni pasquali attraverso i mezzi di comunicazione — commenta suor Aurora — seguendo il triduo del Santo Padre. Per quanto possibile abbiamo supplito alla mancanza di celebrazioni con l’adorazione eucaristica e la liturgia delle ore. Certo, prima andavano in parrocchia, adesso siamo costrette a vivere così, proseguendo il nostro apostolato in preghiera». Una preghiera aperta a tutti, a cui molti amici del convento di Casore si sono affidati. «Ultimamente abbiamo ricevuto tante telefonate di persone che non potendo raggiungerci qui all’eremo ci hanno chiesto consigli e preghiere. Per noi che viviamo in mezzo alla natura, tutto sommato non è cambiato molto. Abbiamo invece pensato e sofferto per quelle persone impaurite e costrette a restare in appartamento». «In questo momento però — appunta suor Aurora — dobbiamo pensare che c’è Dio al di sopra di tutto e non dobbiamo temere». Abbiamo passato la preparazione alla Pasqua nel silenzio,— racconta suor Annina delle Minime di Poggio a Caiano — perché abbiamo vissuto nell’essenziale senza celebrazioni». La liturgia ha nutrito comunque la spiritualità delle suore: «Abbiamo vissuto in profondità e bellezza questa festa, sperimentato che il Signore è davvero risorto; nonostante tutto abbiamo la certezza che Lui è qui con noi. Dobbiamo — conclude perentoria — a vivere nella fede».