Ritornare alla Santa Messa con gioia

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Al via la «fase 2» Di nuovo in chiesa tra alcune certezze e molti dubbi Spazio all’impegno dei volontari, veri protagonisti della ripresa

DI MICHAEL CANTARELLA

Dunque si riparte. Ammaccati, feriti, un po’ impauriti ma si riparte. Con il protocollo tra Cei e governo firmato qualche giorno fa, da lunedì 18 sarà possibile tornare a celebrare a porte aperte. Un percorso faticoso, a tratti difficile, che tra molte precauzioni, e forse qualche polemica di troppo, porterà di nuovo in chiesa. Le prescrizioni del protocollo, attuate poi in maniera particolare in ogni diocesi, sono abbastanza stringenti. La necessità della sanificazione, del distanziamento e della limitazione degli assembramenti rimane il punto principale per poter accedere in sicurezza alle celebrazioni.

«L’elenco delle raccomandazioni del protocollo è piuttosto ampio – afferma don Patrizio Fabbri, vicario generale della diocesi – ma siamo tenuti a rispettarlo con cura. Sarà fondamentale fare appello al buonsenso e all’attenzione di tutti i sacerdoti, ma anche alla collaborazione dei fedeli». Le principali raccomandazioni riguardano il numero massimo di presenti in relazione alle dimensione della chiesa, il distanziamento tra i parrocchiani nelle panche – almeno un metro per lato – la cura dell’igiene degli arredi liturgici, dei microfoni e naturalmente della chiesa stessa.

Quanti accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni devono infatti indossare mascherine e igienizzarsi le mani con un apposito gel a base alcolica messo a disposizione all’ingresso. Il tutto, tenendo conto di una condizione di base, per quanto scontata: è consentito partecipare al culto solo se non si presentano sintomi influenzali/respiratori, se non si ha una temperatura corporea di 37,5°C o più. Regole naturalmente che valgono anche per sacerdoti, diaconi, religiosi, ministranti e così via. Naturalmente per garantire il rispetto delle condizioni di sicurezza il parroco non può fare tutto da solo. Sono necessari collaboratori che – con evidente segno di riconoscimento – favoriscano l’accesso e l’uscita, controllino il mantenimento delle distanze e il rispetto delle regole di sicurezza, verifichino che le persone si siedano nei posti a debita distanza e vigilino sul rispetto del numero massimo di presenze. Tutto pronto per la riapertura insomma: «Siamo in un momento particolare di gioia e di attesa – afferma don Alessio Bartolini, vice parroco di Quarrata e membro dell’Ufficio liturgico diocesano –, presto potremo tornare a celebrare la liturgia con i fedeli dopo due mesi senza la presenza dell’assemblea. È un momento che però non può e non deve farci abbassare la guardia – ricorda – riguardo alle norme di igiene e sicurezza a cui anche le celebrazioni liturgiche sono soggette, proprio in nome di quel senso di responsabilità che ci ha contraddistinto e che ha consentito di trattare in maniera professionale e serena con le autorità su questo importante passo. In tutte le parrocchie

si sta lavorando alacremente per provvedere alla igienizzazione delle chiese e delle suppellettili necessarie come all’eventuale approntamento di soluzioni per celebrare in spazi aperti. Anche il mondo del volontariato – conclude – dagli Scout alle Misericordie e altre realtà del territorio, si è messo in moto per aiutare parroci e collaboratori pastorali in questa fase di ripartenza, per agevolare l’accesso in chiesa o negli spazi celebrativi dei fedeli in sicurezza e nel pieno rispetto delle norme». «Abbiamo accolto con gioia l’accordo tra governo italiano e Cei che prevede la riapertura al pubblico della celebrazione delle Messe – afferma padre Oronzo della parrocchia di Badia –; l’urgenza immediata è quella di attrezzarci per la sanificazione delle chiese. Poiché i volontari non sono numerosissimi, non sarà facile pulire approfonditamente tutti gli ambienti dopo ogni celebrazione ma, pur di riprendere la vita di comunità “in presenza”, ci organizzeremo per svolgere il servizio al meglio. Continueremo – aggiunge il parroco – a trasmettere le Messe feriali e festive in streaming, per venire incontro a chi non può spostarsi da casa». Una ripartenza che non nasconde i problemi e i timori per le attività estive: «Le incertezze maggiori riguardano le attività di oratorio che coinvolgono bambini, adolescenti e giovani.

Poiché le scuole rimarranno chiuse – ricorda padre Oronzo – probabilmente non potremo riprendere i giochi e il catechismo che prima si svolgevano a cadenza settimanale. Inoltre non potremo realizzare i centri estivi per i bimbi e il camposcuola per i ragazzi, momenti di vita comune che erano il cuore dell’animazione estiva e che rappresentavano il culmine del cammino di gruppo fatto durante l’intero anno». Per non perdere completamente le opportunità che si aprono con la stagione estiva, in questi giorni padre Oronzo, gli animatori e i giovani stanno pensando ad altre attività. Anche la Pastorale giovanile diocesana sta mettendo a punto soluzioni alternative che saranno presentate a breve. Insomma, si riparte davvero.