di Alice Peloni
Movida: chi mai avrebbe pensato che un giorno stare in mezzo alla gente sarebbe stato un atto rivoluzionario? In un certo senso, la parola “Movida” di rivoluzionario ha molto più di quanto si pensi: deriva dal verbo spagnolo mover, muovere, e negli anni Ottanta in Spagna indicava un movimento chiamato la Movida madrilène, che esplose spontaneamente dopo gli anni vissuti sotto il regime di Francisco Franco. Il movimento celebrava la libertà nella letteratura, nel cinema, nell’arte, nella musica.
Ed è proprio di libertà che forse ora, dopo mesi di reclusione forzata, si sente tanto bisogno. L’ha detto anche sul Corriere della Sera Pierluigi Battista: «Gli esperti dei comitati tecnici, esperti in tutto tranne che nella cosa più importante, e cioè nelle dinamiche misteriose ma potentissime della psicologia collettiva, non lo hanno previsto». Mesi di non vita fatta di relazioni e scuola virtuali, di forni sempre accesi, di esperimenti culinari a cui i tutorial di ginnastica su YouTube non sono riusciti a rimediare: adesso che l’ora d’aria è arrivata, di quell’aria la gente ha voglia di riempirsi i polmoni. E allora via libera ai ritrovi nelle piazze, alle pizze mangiate sul prato dei parchi, a quei saluti sobri che nascondono la voglia di saltarsi addosso in un abbraccio esultante degno dei gol più belli. E via libera, purtroppo, anche a tanta irresponsabilità. Un’Italia che finalmente si muove.
Ma non c’è solo la fame di socialità dei più giovani che il ministro Boccia spera di poter frenare «con il sorriso e l’educazione» dei 60.000 assistenti civici messi in giro per le vie. C’è anche un’altra fame, che è quella dei milioni di cittadini italiani che nelle ultime settimane hanno scioperato e per i quali che l’Italia ricominci davvero a muoversi è una questione di vita o di morte. Tre milioni di cassaintegrati non hanno visto un soldo, così come 1 milione di partite Iva. Intanto bar, ristoranti, locali stanno chiudendo per sempre in tutta Italia. E mentre il sacrificio comune della fase 1 e la fondamentale prudenza della fase 2 sembrano dare finalmente i loro risultati, come ci confermano i dati sul contagio, il Wall Street Journal preannuncia una nuova pandemia: quella della povertà. Una conseguenza tragica, ma in un certo senso inevitabile se non si lascia che il paese riprenda gradualmente i suoi ritmi ed esca dall’immobilità.
Ecco che emerge, quindi, la vera piaga: non la movida, espressione di un paese positivo con tanta voglia di ricominciare, ma l’incoscienza di chi, rifiutando le regole, mostra indifferenza di fronte all’Italia che ha lottato e continua a lottare per sconfiggere il virus e ricominciare, una volta per tutte, a vivere davvero