Ormai inseriti nel tessuto sociale del territorio, conservano le proprie tradizioni e il desiderio di ritrovarsi insieme

di Daniela Raspollini

Non sarà un caso se l’antica chiesa di San Filippo, già sede della comunità filippina degli Oratoriani, ospita oggi altri “filippini”, proveniente però dall’altra parte del mondo. La comunità Filippina (Sfaac: San Filippo Apostolic Catholic Church Pinoy) si ritrova ormai da diversi anni, infatti, nella chiesa dedicata al “santo del sorriso” in centro a Pistoia. In tutto il territorio diocesano i filippini sono circa 400; metà dei quali cattolici praticanti.

«La comunità esiste a Pistoia dal 2000 — racconta Jocelyn Flores, coordinatrice del gruppo Sfaac — , ma ha cominciato la sua attività religiosa in modo più continuativo sette anni fa». Una realtà strutturata, guidata da un “presidente”, Marlon Sampang, e accompagnata da don Crisostomo Cielo, anche lui filippino e direttore spirituale del gruppo. In questi anni abbiamo vissuto momenti ecclesiali molto significativi: «anche Papa Francesco — spiega Jocelyn — ha molto stima di noi. Lo scorso 15 dicembre infatti, ha presieduto una messa in Vaticano dedicata a noi emigrati delle Filippine in occasione del nostro Simbang Gabi (una sorta di novena di Natale nella quale partecipiamo a nove messe di preparazione). In quella occasione ci ha rivolto delle parole importanti: “Avete una missione speciale — ci ha detto —. La vostra fede sia lievito nelle comunità parrocchiali alle quali appartenete oggi”». Un invito che la comunità di Pistoia porta avanti con l’allegria e la vivacità che la caratterizza.

In questi anni — racconta Jocelyn — «abbiamo partecipato alla Giornata dei Migranti organizzata dalla diocesi, dove abbiamo presentato danze e canti tipici filippini». In città, inoltre, la comunità mantiene le sue tradizioni come la suggestiva Flores de Mayo «che di solito si svolge l’ultima domenica di Maggio, ma che quest’anno per il Covid non è stata realizzata». In quella occasione i filippini organizzano «una processione nel centro di Pistoia con ragazze vestite da “principesse”» una tradizione che però non ha nulla a che vedere con una sfilata perché le ragazze rappresentano i diversi titoli della Vergine Maria. «Come viviamo qui? Direi che ci adattiamo bene — risponde Jocelyin —: impariamo la vostra lingua, la cultura e la cucina locale senza perdere la nostra identità». La Sfaac ha anche organizzato una One Day League: «una giornata dedicata allo sport, con partite di pallavolo e basket in cui sfidare altre squadre delle diverse comunità filippine».

«Moltissimi di noi sono assai praticanti. Spero — aggiunge il presidente Marlon — che dopo questa pandemia la comunità continui a mantenersi fedele e ad aver fiducia in Dio. Avere speranza, essere gentili, aiutare il prossimo, stare uniti, amare Dio e ciò che ha creato è davvero tutto per noi». Con il Covid anche la Sfaac ha interrotto le proprie celebrazioni: «per salvaguardare la nostra salute siamo dovuti restare a casa. Abbiamo ricominciato la messa domenica 24 maggio alle 15 — conclude Marlon —, ovviamente secondo le disposizioni di sicurezza».