di Daniela Raspollini
Dopo un lungo periodo di chiusura Agrabah Onlus si prepara a riaprire all’utenza i suoi due centri diurni di Santomato e Gello, chiusi dall’inizio di marzo a causa dell’emergenza sanitaria. I progetti della riapertura sono stati presentati giorni fa alle autorità competenti, che dopo le verifiche e alcune richieste di integrazione dovrebbero dare il via libera per la riapertura nella prossima settimana. «Per le famiglie, la chiusura dei centri diurni ha comportato difficoltà e preoccupazioni enormi – dicono i genitori dei ragazzi del centro – e con forti disagi abbiamo dovuto far fronte alla mancanza dei consueti supporti. Ognuno di noi ha dovuto attingere a tutte le proprie risorse per poter far fronte a una situazione difficile.
Purtroppo, ancora una volta, i diritti delle persone svantaggiate sono stati ignorati e messi in secondo piano – continuano – senza certezze sulla riapertura dei servizi essenziali per noi e per i nostri figli. Come genitori ci siamo sentiti ignorati, la disabilità è stata messa da parte rispetto a tanti altri aspetti e settori». L’associazione si era attivata fin da subito per riaprire il centro per l’età evolutiva di Santomato e la casa di Gello, che erano pronti già dal 25 maggio scorso. Le risposte purtroppo si sono fatte attendere: «Ci sembra di essere tornati indietro di vent’anni – continuano – perchè quando nacque l’associazione, quasi nessuno sapeva cos’era l’autismo né c’era consapevolezza della necessità di farsene carico. La riapertura dei centri diurni, con gli specifici criteri previsti per le disabilità, avrebbe dovuto essere concordata con le associazioni, per andare incontro alle necessita reali degli utenti».
Da marzo ad oggi Agrabah Onlus si è attivata con progetti di teleriabilitazione volti a proseguire le attività con i ragazzi e a fornire un supporto a distanza: un’iniziativa preziosa ma alla lunga insufficiente a far fronte al disagio delle famiglie, specie con il ritorno al lavoro di molti genitori nel corso della fase 2. Dalla settimana prossima, dunque, i servizi potrebbero riprendere a regime ridotto. «Questo periodo – concludono i genitori – nonostante i tanti lati negativi non ci ha fiaccato, anzi ci ha dato modo di comprendere ancora meglio quali sono i nostri bisogni e quali sono i diritti inalienabili dei nostri ragazzi».