L’intervento di monsignor Tardelli in occasione della partenza di un anno scolastico pieno di incognite: «Le scuole che ripartono è un grande segno di speranza per i nostri ragazzi e per l’intera società». Preoccupazione per la situazione per il caos precari emerso negli ultimi giorni.
«Sta per iniziare un nuovo anno scolastico. Arriva a noi dopo un tempo complesso, pieno di incertezze, a tratti drammatico che però contiene una grande sfida, quella di riscoprire la speranza, “la più piccola delle virtù, ma la più forte”, come dice Papa Francesco.
L’avvio di un anno scolastico e accademico, la riapertura di scuole e università – che invece sarebbe bello potessero restare sempre aperte, come polmoni vivi e sempre in funzione della nostra società – è sempre un momento di grande significato. Forse in passato abbiamo rischiato di darlo per scontato, di pensarlo come ordinaria amministrazione e perdere così, però, tutto il senso che esso porta con sé. Questa volta, per cause che non avremmo voluto, paradossalmente non è un riavvio scontato. Questo tempo difficile ci ha costretto a porci delle domande sulla scuola per cui, riprendere la vita scolastica quest’anno non è un fatto scontato; porta con sé emozioni forti, sentimenti contrastanti, grossi interrogativi, sia a livello di studenti che di insegnati o di genitori. Ci accorgiamo sempre di più che l’istruzione, la formazione, la scuola sono un appuntamento fondamentale col futuro e che investire sulla scuola, in denaro, intelligenza e risorse di ogni genere, è assolutamente una priorità del bene comune.
Le scuole dell’infanzia, le università, le scuole elementari medie e superiori, i centri di formazione professionale che aprono, che ripartono, che riavviano la loro operatività, lo dobbiamo vedere come un grande segno di speranza per i nostri ragazzi e per l’intera società.
Un pensiero va in questo momento a tutti coloro che operano nel sistema dell’istruzione, della formazione e dell’educazione: operatori, docenti, personale amministrativo e operativo, dirigenti. Per tutti voi, voglio dire una parola di incoraggiamento e di gratitudine. Grazie per ciò che fate a nome di tutta la comunità. Mi permetto di esortarvi a non rassegnarvi mai, anche quando qualcosa vi farebbe ritenere che lavorare bene o male sia del tutto indifferente o che tutto sia inutile e nessuno si accorga dell’impegno, della dedizione, dei sacrifici che fate. Oppure anche quando una certa farragine burocratica sembra prendere il sopravvento. In quei momenti Guardate ai ragazzi e ai giovani che vi sono affidati e che servite. Sono loro la ragione del vostro lavoro. Siate certi che il bene che fate è più forte di tutto ed entra dentro la giovane vita dei vostri alunni e porterà sicuramente frutto.
Le statistiche e gli indicatori internazionali segnalano ripetutamente le fragilità del nostro sistema di istruzione e di formazione. Le cronache anche recenti ci dicono che la sfida educativa è ancora urgentissima. Abbiamo bisogno di persone responsabili, preparate e competenti, in tutte le professioni.
Abbiamo
bisogno di percorsi di istruzione e formazione accoglienti ed
esigenti che sappiano fornire qualità umana, preparazione e
competenza. Abbiamo bisogno di percorsi educativi e di tracciati
forti di riflessione che sappiano far crescere nei bimbi, nei
ragazzi, negli studenti le loro migliori potenzialità. Si tratta di
un grande impegno che dovrebbe vedere coinvolto in modo concorde
tutto il paese, con tutte le sue forze politiche e sociali. Una buona
scuola è davvero un bene di tutti che deve stare a cuore a tutti.
Un pensiero lo rivolgo poi a tutti i bimbi e gli studenti inseriti nei percorsi di formazione universitaria, scolastica, professionale. Anche a voi è chiesto impegno e partecipazione attiva. Credo che possiate dare e fare molto. Questo tempo prolungato di chiusura delle scuole, credo abbia fatto riscoprire in voi anche la bellezza, l’importanza e la necessità della scuola, forse vi ha fatto nascere dentro anche un po’ di nostalgia. Ora è il momento di affrontare l’anno scolastico con una voglia nuova, una nuova curiosità e un nuovo impegno, certi che state costruendo il vostro futuro, rendendo migliore il presente.
Infine, mi sia consentito un pensiero particolare ai docenti precari che in questi ultimi anni, anche in tempo di emergenza Covid, hanno mostrato grande spirito di servizio al pari degli altri colleghi. Ad essi, mai così numerosi, un caloroso ringraziamento e un grande augurio perché la dignità del loro lavoro sia riconosciuta e rispettata. Sono certo che l’amministrazione pubblica abbia presente che tutti loro hanno diritto a procedure organizzative e burocratiche chiare e rispettose che garantiscano la dignità della persona e del lavoro con cui vengono sostenute molte famiglie.
A tutti dunque vada il mio augurio e quello della chiesa, unito alla raccomandazione di svolgere al meglio il proprio compito in questo straordinaria avventura che è la scuola».
Mons. Fausto Tardelli