La celebrazione del 3 maggio quest’anno è stata segnata dalla tragica morte della giovane operaia Luana D’Orazio
di Valentina Brachi
Lo scorso tre maggio il paese di Montemurlo ha celebrato la festa patronale della Santa Croce. Ricorrenza che, seppur in tono minore a causa dell’emergenza pandemica, ha visto la partecipazione dell’intera comunità cittadina. Montemurlo, nel giorno di tale ricorrenza, ricorda e celebra le vicende dell’antica e preziosa effige. Onde evitare assembramenti, i fedeli hanno salutato il passaggio della croce – caricata per l’occasione su un furgoncino – dai balconi delle loro abitazioni.
Come da programma, alle ore 16, la piccola croce astile ha lasciato la Pieve di San Giovanni Decollato – edificio, nei pressi del castello di Rocca, che da secoli la custodisce – per percorrere il tragitto verso l’antico tabernacolo lungo la via Montalese. La tradizione vuole, infatti, che nel XIV secolo la croce fosse stata trafugata da dei ladri e successivamente ritrovata. I malviventi, giunti nei pressi del fiume Agna, furono costretti a nascondere la preziosa refurtiva, a causa del piccolo torrente che diventava sempre più impetuoso ed impossibile da attraversare; ebbero così l’idea di seppellirla nella terra, con la speranza di tornare presto a recuperarla. Pochi giorni dopo, un contadino – durante le normali mansioni agricole – notò che i buoi non volevano proseguire, inginocchiandosi sul campo. Prese così un attrezzo contundente per sgombrare il terreno dall’ostacolo; scavando, colpì accidentalmente il volto del crocefisso. In quel luogo, a ricordo del ritrovamento fu edificato un tabernacolo.
La preziosa croce, attribuita all’opera dell’orafo Andrea di Jacopo D’Ognabene, conserva ancora oggi i segni di quella ferita, che non è riuscita a scalfirne la bellezza, né il sentimento di devozione del popolo montemurlese.
Quest’anno solo una piccola delegazione delle autorità civili e religiose ha potuto prendere parte alla consueta processione per le vie del paese, mentre alle ore 18 è stata celebrata la S. Messa presieduta dal vescovo Fausto Tardelli nella chiesa del Sacro Cuore. Durante la funzione religiosa sua eccellenza non ha mancato di ricordare Luana d’Orazio, la giovane madre ed operaia deceduta in una ditta tessile nel distretto industriale di Oste. «Nel 2021 non si può morire così, sul posto di lavoro. È un dramma che ci deve inquietare. La festa di oggi è della croce e nel mistero della croce si riassumono le sofferenze degli uomini di ogni tempo, ma quello della croce è anche un messaggio di speranza. Viviamo la festa con dolore ma con la speranza nel cuore e con la volontà ferma di migliorare le cose- ha detto Monsignor Tardelli -. Non voglio fare processi a nessuno ma qualcuno dovrà prendersi la responsabilità di questa tragedia».
La popolazione di Montemurlo che da sempre dimostra una profonda devozione per la croce – ricorrendo a lei in occasione di calamità naturali, carestie, ed epidemie – si è stretta ancor di più nel ricordo della preghiera per la giovane operaia e per la sua famiglia.