di Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia

«È una vittoria ottenuta grazie all’aiuto di Dio». Questa una delle prime dichiarazioni dei Talebani subito dopo la conquista di Kabul. Mi ha colpito. La si rigiri come si vuole, piaccia o non piaccia, si facciano tutti i distinguo possibili tra estremisti, terroristi, oppure moderati e aperti al dialogo, sta di fatto che una bella fetta del mondo, fa di Dio un punto forte di riferimento. Si potrà anche discutere che Dio sia mai quello, forse soltanto un pretesto per altri scopi; però il mondo islamico nel suo insieme pone una questione seria all’Occidente: la questione di Dio e del suo posto nella vita personale e sociale.

L’Occidente da tempo ha dimenticato Dio, lo ritiene irrilevante o lo ha relegato nella sfera delle devozioni private più o meno superstiziose. Il mondo islamico no. La questione di Dio è il suo portato più profondo. Leggevo recentemente su un quotidiano un prete che a proposito di religione scriveva in modo secondo me un po’ parziale:«Perche la religione ritorni ad essere interessante e necessario che Dio ritorni ad essere interessante per la gente. Non è bestemmia dire che oggi non lo è affatto, è piuttosto una bestemmia che le chiese continuino a pensare che l’uomo contemporaneo tra i primi suoi obiettivi, tra le prime sue ricerche ponga la questione di Dio».

Evidentemente parlava per l’Occidente, pensando, come al solito, che l’uomo “contemporaneo” sia sempre e solo quello occidentale.