Alla riscoperta di un antico cammino e di un rito dimenticato
di Irene Massaini
«Anchora li prefati statutari desideranti che la Comunità perseveri nelle sue laudabili et antique consuetudini introdotte per honor di Dio nelle infradescritti luoghi pii, nelle infrascritte loro prime e solenni feste, stauirno e deliberorno, che sempre in futuro, si dia dell’havere e pecunia del Comune di Vinci alli infrascritti luoghi pii, et ciascheduno di essi il dì della loro solennità in questo modo cioè Santo Sano in la prima domenica di Maggio di ciascuno anno s’offerisca un cero di valuta di lire cinque» (Statuto del Comune di Vinci del 1564, R.38).
Una pagina di storia lontana 500 anni è rivissuta nei luoghi che ancora hanno retto le sfide del tempo: la pieve di Sant’Ansano, recentemente restaurata (2017), custodisce secoli di tradizioni popolari che, se vogliamo, non risentono del trascorrere degli anni.
Sabato 4 settembre si è svolta quella che secoli fa veniva celebrata come una processione con offerta votiva al Santo protettore della Pieve (la manifestazione era stata programmata per la prima domenica di maggio, come indicato nei documenti storici, ma rinviata per le restrizioni sanitarie).
È stata infatti proposta una camminata che partendo da Vinci ha fatto arrivo a Sant’Ansano in Greti e che ha svelato lungo il tragitto e con l’aiuto di guide storiche e ambientali gli aspetti paesaggistici, storici e colturali del territorio attraversato.
La Pieve di Sant’Ansano in Greti, dedicata a San Giovanni Battista e al Santo martire e patrono di Siena, anche lui detto il “battezzatore”, era anticamente il nucleo dell’organizzazione ecclesiastica delle campagne del territorio di Vinci ed era situata oltretutto in una zona strategica di vie di comunicazione verso Pistoia e verso Firenze.
L’importanza che nei secoli passati ha avuto la pieve è chiaramente riscontrabile in uno scritto che attesta come «la richiesta continua da parte dei vescovi pistoiesi di privilegi papali che confermassero la giurisdizione e il possesso della pieve è motivata dal fatto che questa si trovava in una zona di confine, posta com’era all’estremo avamposto della diocesi di Pistoia, sul confine con la diocesi di Lucca a ovest e di quella di Firenze a sud ed a oriente. Un territorio con mille incertezze, ma strategico prima per Pistoia e poi per Firenze» (P. Santini, La pieve di San Giovanni Battista a Sant’Ansano in Greti).
Non sorprende, dunque, che all’interno della stessa pieve, in una visita del 1674, il vicario del vescovo, passando ad osservare i reliquiari, annota la presenza di una reliquia del Santo Martire: «Aliud vero reliquiarium in quo est digitus S. Ansani quia est fractum et male se habet (E un altro reliquiario che è rotto e tenuto male, nel quale c’è il dito di Sant’Ansano» (P. Santini – «Plebs Sancti Johannis de Greti detto Sant’Ansano». Storia della millenaria pieve di San Giovanni Battista a Sant’Ansano in Greti attraverso i documenti, in Bullettino storico empolese, Vol. XVIII, 2017-2018, pp. 83-112).
Una pieve molto antica e molto importante, dunque, su una grande via di comunicazione: questa è stata anticamente la chiesa di Sant’Ansano in Greti.
Dal 1500, la prima domenica di maggio veniva fatta l’offerta del cero per la benedizione del fonte battesimale, patrocinata sia dal consiglio generale del Comune che dalla compagnia dello Spirito Santo, come riportato dai documenti dei rispettivi statuti del 1562/1564.
Durante la manifestazione sono stati presenti anche i rappresentanti della Compagnia laicale di Sant’Ansano a Dofana (Siena), luogo in cui è avvenuto il martirio di Sant’Ansano, rappresentanti che tengono vivo il culto del martire e che hanno portato in dono i ceri votivi: in onore di Sant’Ansano c’è stato inoltre uno scambio finale di doni tra i rappresentanti della comunità di Dofana e le associazioni vinciane che hanno organizzato l’evento.
Nel ricordare che la compagnia dello Spirito Santo esercitava nel comune opere di Misericordia, è stata la presenza del governatore dell’attuale fraternità della Misericordia di Vinci, erede temporale dell’antica compagnia.
La “camminata di Santo Sano” riscoperta e realizzata da associazioni locali (Vinci nel Cuore, Montalbano Domani, Proloco Vinci, Noi per San Pantaleo) è così partita dalla piazza centrale del paese e attraverso sentieri antichi ancora presenti è giunta, passando dalla cappella di Calistri, alla pieve di Sant’Ansano: il suono maestoso delle sue campane ha accolto l’arrivo dei viandanti e il sacerdote ha officiato il rito antico di “richiesta” (rogazione) di protezione “a fame, a peste, a bello” (dalla carestia, dalla peste e dalla guerra) per l’intera comunità, impartendo sui presenti e sui campi la benedizione; la merenda con pane, cacio e vino distribuita ai partecipanti, come da tradizione, ha poi conferito una nota di convivialità e di atmosfera amichevole.
Una manifestazione, dunque, promossa da enti locali tesi a fare memoria dei tempi passati, ma anche coscienti dell’importanza del patrimonio artistico, storico e culturale del proprio territorio e fiduciosi che solo il procedere lento potrà far apprezzare in pieno le bellezze ambientali, storiche e culturali alle quali il tempo e l’uomo hanno saputo dar vita.
Un grazie agli organizzatori, a padre Vittorio, al Sindaco di Vinci, alla fraternità della Misericordia di Vinci, alla parrocchia di Sant’Ansano, ai rappresentanti della comunità di Dofana, alle guide ambientali e storiche e a tutti coloro che partecipando hanno reso possibile la memoria di Sant’Ansano e di un piccolo ma grande lembo di terra nel comune di Vinci.