Intervista a Lorenzo Cipriani: «Il sorriso è il modo di comunicare universale»

di Alice Peloni

Tutto ebbe inizio dal sogno di un bambino che nelle foreste della Malesia raccontate da Salgari e nei viaggi per mare dei romanzi di Conrad ha trovato quella scintilla con cui alimentare il progetto di una vita.

È così che Lorenzo Cipriani, non solo velista, ma anche storico dell’arte, scrittore e musicista, inizia a concepire l’idea di circumnavigare il globo a bordo di una barca a vela, la Milanto. Insieme a Valerio Bardi, esperto navigatore che vanta di essere membro del Royal Ocean Racing Club dal 1995 e di aver attraversato l’Atlantico 11 volte con l’ARC Rally dal 2006, Lorenzo Cipriani ha ideato l’itinerario di una vera e propria avventura: un viaggio della durata di 15 mesi per un totale di 26.000 miglia nautiche, con partenza e approdo finale a Saint Lucia nelle Piccole Antille, lungo la rotta degli alisei, i venti utilizzati nelle antiche rotte commerciali. 

«Tutti i velisti prima o poi sognano di fare il giro del mondo – sostiene Cipriani -, ma io e Valerio non potevamo farlo da soli. L’unico modo per finanziare un’impresa simile era condividerla con altre persone». Viaggiatori pronti, di tappa in tappa, a condividere alcune tratte dell’itinerario imbarcandosi sulla Milanto. La partenza era prevista l’11 gennaio del 2020: tante persone avevano risposto positivamente al progetto iscrivendosi e programmando di partecipare a determinate fasi dell’itinerario.

«Tutto è andato secondo i piani fino al marzo del 2020: poi il Covid ha cambiato tutto. Con la chiusura dei porti e le interruzioni dei voli io e Valerio ci siamo trovati in mezzo al Pacifico senza sapere come proseguire, senza sapere se e come i porti ci avrebbero accolto, e disponendo solo degli acconti di quelli che sarebbero dovuti diventare i nostri compagni di viaggio per sopravvivere».

Mentre tutto il mondo era paralizzato dalla pandemia, Lorenzo Cipriani e Valerio Bardi si trovavano in balia della corrente e con i mezzi contati: «Abbiamo dovuto fare di necessità virtù, e così ci siamo trovati anche a fare varie esperienze lavorative, come insegnare all’università delle Fiji» spiega Cipriani. «Il viaggio così come era stato programmato, ma anche le circostanze in cui ci eravamo trovati ci hanno permesso di mettere in atto uno stile di vita all’insegna del risparmio e del rifiuto degli sprechi, in primis da un punto di vista energetico. Un vero e proprio insegnamento per i tempi in cui viviamo».

Nel corso di una pandemia provocata anche da uno sfruttamento ambientale eccessivo, i nostri velisti hanno avuto la possibilità di ammirare atolli e arcipelaghi destinati, nel giro di qualche decennio, a sparire se le politiche dei vari Stati non cambieranno nella direzione di un’economia sostenibile, e dunque di maturare una maggiore consapevolezza e sensibilità verso l’ambiente. «La vista delle San Blas è stata come un riveder le stelle, perché fin dalla prima apparizione ci siamo resi conto di entrare in un angolo di paradiso » scrive Cipriani sul blog online, in cui è possibile di leggere il suo diario di bordo, a proposito di questo bellissimo arcipelago composto da più di 340 isole disposte di fronte alla costa panamense. Luogo, purtroppo, destinato ad essere sommerso nel giro di vent’anni a causa del surriscaldamento globale.

Ma la ricchezza di un’esperienza simile non sta solo nei luoghi visitati, ma anche negli incontri fatti: «Quando tutte le frontiere ci respingevano impedendoci anche solo di approdare nei porti per questioni tecniche e ragioni di rifornimento, come è accaduto in Australia e in Nuova Zelanda, le popolazioni locali, quando siamo riusciti a scendere a terra, ci hanno sempre accolto calorosamente. Un sorriso era davvero capace di aprire mille porte, e questo è un grande messaggio di speranza per una società che preferisce innalzare muri tra gli esseri umani piuttosto che costruire ponti».