di Dario Cafiero
Nelle ultime ricorrenze dedicate al lavoro – quella del primo maggio (festa nazionale del lavoro) e quella del 10 ottobre (giornata in memoria delle vittime del lavoro) – purtroppo l’attenzione si è spostata soprattutto su altri discutibili fatti di attualità. Impossibile restare inermi di fronte alle tante notizie, provenienti anche dal nostro territorio, dove ambiente, lavoro e futuro si vedono minacciati, talvolta contemporaneamente, altre volte invece in coppia.
Il risalto dato all’inchiesta sulle concerie del pisano, ad esempio, è ad intermittenza: un clamore iniziale, il silenzio e il ritorno alla ribalta, paradossalmente solo a livello nazionale, con approfondimenti sempre più inquietanti per le ipotetiche connessioni tra varie realtà intorno allo smaltimento di rifiuti lavorativi dall’altissimo tasso di inquinamento.
Non direttamente collegato all’ambiente è invece la bomba ad orologeria del comparto tessile pratese. La vertiginosa corsa verso il basso – dei salari e dei diritti – ha reso incandescente i rapporti all’interno delle realtà produttive, spesso di proprietà cinese, con momenti di vero scontro come quelli video ripresi qualche giorno fa ed arrivati alla ribalta nazionale.
La stessa piana pistoiese, e verso est fino al fiorentino, è da tempo interessata da irregolarità tra ambiente e lavoro. Nei giorni scorsi il comune di Serravalle Pistoiese ha vietato l’acqua dei pozzi privati, nella zona compresa a sud-ovest del pozzo di Masotti e a nord-est della ditta Co.Ro.Met, per uso alimentare, umano (bere, preparare cibi, lavare stoviglie e panni, lavarsi) e animale, in relazione allo sversamento, prolungato nel tempo (dal 1974 al 1984), di solventi nella falda acquifera da un’azienda metalmeccanica dismessa. Nel mese di marzo 2021 cinquantasei persone denunciate e 24 sequestri penali di rifiuti agrochimici (cioè fitofarmaci), con oltre 3 tonnellate di prodotti sequestrati grazie all’indagine dei carabinieri forestali di Pistoia, partita dalla città nel 2018 e che si è poi estesa ad altre parti della Toscana e ad altre regioni italiane. L’inchiesta ha accertato centinaia di violazioni amministrative e penali a carico di decine di aziende agricole che utilizzavano i prodotti chimici (insetticidi, fungicidi e diserbanti) con autorizzazione al commercio revocata, in alcuni casi, anche da diversi anni.
Niente di certo, notizie che passano rapidamente in sordina ma il malessere è latente, un convitato di pietra che si riflette in tanti aspetti, come la coincidenza che vede tante case in vendita proprio nelle aree a ridosso delle realtà nominate poco sopra. Coincidenze, senza dubbio.
Il malessere che però accompagna tali coincidenze c’è e riguarda proprio ambiente e lavoro, ma soprattutto grava sul futuro di tutti noi, senza più possibilità di sotterfugi