Difficoltà burocratiche e cambio di mentalità soprattutto dei giovani sono i problemi riportati da soci e presidenti
Un momento per riflettere, per guardare in faccia i problemi e immaginare un futuro possibile. Lunedì 13 dicembre scorso, presso la Sala Parrocchiale di Vignole, si è svolto un importante incontro della Diocesi con i Circoli di ispirazione cristiana presenti sul territorio. Dopo molto tempo la Chiesa pistoiese ha riallacciato i rapporti con queste importanti strutture sociali che hanno una lunga e spesso gloriosa tradizione.
Erano presenti i circoli dell’Mcl, delle Acli e dell’Anspi. Nel portare il saluto del vescovo, il vicario generale don Cristiano D’Angelo ha pregato tutti i rappresentati dei Circoli di esporre le difficoltà che trovano nel loro percorso, i risultati raggiunti, e i bisogni che questa parte importante di volontariato ha nell’operare. Tutti i Circoli sono intervenuti e, nessuno escluso, ha portato il ringraziamento alla Diocesi per questo incontro, per molti un fatto nuovo, inaspettato, ma molto gradito. Tre sono gli aspetti principali che sono emersi dal racconto dei circoli. In primo luogo la difficoltà ad avere un ricambio generazionale perché ci sono pochi giovani e quelli che ci sono non partecipano all’attività di circolo, anche se questo fenomeno è comune a molte altre associazioni. Per secondo, molti riconoscono una legislazione che penalizza questo segmento di volontariato, perché ogni attività è sottoposta ad una rigida disciplina di autorizzazioni, permessi e così via, e si traduce in una sempre più difficile attività di volontariato. Terzo, ma non certo ultimo, i circoli hanno bisogno di ritrovare una propria identità culturale e spirituale che con il passare del tempo si era andata appannando. Alcuni hanno portato l’esperienza della scissione dell’aspetto economico, affidato a privati, da quello culturale che è rimasto in mano al circolo, viste le difficoltà che incontravano nella gestione.
Come ha sottolineato don Cristiano D’Angelo: «La Chiesa e l’associazionismo dei Circoli hanno finalità differenti, ma la collaborazione è possibile, anzi auspicabile; da una parte per corroborare i circoli della spiritualità e socialità che trova fondamento nel cattolicesimo, e dall’altra perché l’azione pastorale non si ferma certo al portone della Chiesa, ma deve pervadere tutta la società».
Selma Ferrali – direttrice dell’ufficio pastorale sociale ha sottolineato l’importanza della «presenza cristiana sul territorio, di un luogo deputato alla crescita culturale, sociale e spirituale, per cui questo percorso di reciproca collaborazione deve continuare in futuro attraverso consultazioni costati nel tempo e iniziative di reciproco interesse». Infine ha annunciato che tra qualche tempo il vescovo Fausto Tardelli ha espresso la volontà di incontrare personalmente questa realtà importante ma ad oggi ancora poco conosciuta e sostenuta.
Piero Bargellini