Giornata per la vita consacrata: l’anniversario di quattro Piccole Sorelle dell’incarnazione

Si chiamano Annalisa, Francesca, Stefania e Serena. Dalla loro giovinezza, lungo un percorso di donazione al Signore e servizio alla Chiesa che oggi compie venticinque anni di consacrazione definitiva, condividono la loro vita ogni giorno, nelle fatiche e nelle gioie della fraternità.

Quattro storie diverse che il Signore ha intrecciato nell’istituto delle Piccole sorelle dell’incarnazione, una congregazione nata in diocesi e che ha sede al Poggetto, presso Poggio a Caiano.

«Il dono più prezioso che ho ricevuto nella mia vita — racconta Suor Stefania Iacopini — è il dono della fede. Lo scoprirmi figlia di Dio è stata ed è per me la mia gioia più grande, una gioia che da subito ho sentito l’esigenza e la responsabilità di dover comunicare. Questa scoperta mi ha condotto alla ricerca di fratelli e sorelle con cui condividere questo cammino di sequela del Signore, una sequela che 25 anni fa mi ha portato ad abbracciare la vita religiosa, nel desiderio di una solidarietà e di una comunione profonda con ogni uomo ». «Questo desiderio di incarnazione — conclude — mi ha condotto, con la mia comunità religiosa, non solo a vivere una testimonianza di fede come catechista nella Parrocchia, con i bambini, i giovani e gli adulti ma anche a vivere a fianco degli uomini di oggi nel lavoro, prima in una comunità per disabili, poi nell’insegnamento della religione cattolica».

Anche suor Francesca Nannelli è oggi impegnata nell’insegnamento della religione cattolica. «Lavoro come insegnante di religione nella scuola secondaria di primo grado a Carmignano. In parrocchia mi occupo del dopo-cresima e dei giovani che cerco di accompagnare in un cammino di fede nella ferialità della vita. Facendo memoria di tutto questo tempo mi accorgo che i ragazzi e i giovani sono stati il mio impegno pastorale prioritario fin da giovane della parrocchia di Limite sull’Arno, e ritengo un privilegio lo stare con loro, accompagnarli a scoprire la bellezza della vita cristiana».

In 25 anni di vita consacrata la vocazione cresce e matura e ogni giorno chiede di essere accolta di nuovo. «Negli anni — spiega Francesca — le motivazioni iniziali lasciano il posto a ciò che ti permette di far diventare realtà un desiderio, un sogno, ovvero il rapporto con Dio da custodire con cura e da non dare mai per scontato. È un cammino nel quale ti senti sempre all’inizio, ogni giorno mi trovo a risceglierlo, ogni giorno faccio i conti con le mie povertà personali, ma ho trovato il mio posto, la mia “casa”, il mio sogno si è avverato e continua ad accadere ogni volta che cerco di vivere evangelicamente, ogni volta che faccio mio quanto caratterizza la nostra fraternità, ovvero vivere l’amicizia del Signore con l’umanità, e vivere cercando di realizzare tutto ciò, mi rende davvero felice».

Suor Serena Borghesi, presta il proprio servizio in due diocesi, nella Curia dell’Arcidiocesi di Firenze e presso la parrocchia di San Biagio a Casini. È arrivata tra le Piccole sorelle da Marina di Ravenna, «nella terra di Romagna» dove è cresciuta nella comunità parrocchiale. «Sono partita da casa mia, lasciando famiglia e amici con la sola consapevolezza di voler rispondere all’appello interiore che si faceva progressivamente più forte. Ho custodito questo invito dentro il mio cuore, come una cosa preziosa di cui si intuisce il valore anche se non se ne coglie né l’aspetto né la portata. Verificato dal confronto e dal tempo a un certo punto ha assunto un’urgenza davanti alla quale non ho potuto più tergiversare ». «L’esperienza della Chiesa è questa – conclude -, ovunque tu vada hai una famiglia: persone che ti custodiscono e ti accompagnano, amici con i quali condividere gioie e dolori, tratti di vita, esperienze».

C’è poi suor Annalisa Frosini, originaria di Pistoia, che proprio in parrocchia a Capostrada, ha maturato la sua vocazione. «Queste radici — racconta — si sono potute poi estendere e crescere negli anni successivi attraverso e grazie all’incontro e l’incrocio di persone ed eventi diversi, tra questi sicuramente la fraternità di Zoar e le Suore Minime del Sacro Cuore. Oggi, 25 anni dopo, con le parole di S. Agostino, che è stato uno dei miei primi amori, dico che “è passato questo tempo e io ancora tardo a rivolgermi verso il Signore”. Questo pensiero più che una sintesi del mio cammino è un desiderio che nasce dalla percezione di una radicalità a cui sono chiamata. Per me questi anni di vita religiosa vissuta nella fraternità delle Piccole Sorelle dell’Incarnazione sono un continuo invito a cedere a questa radicalità che è fonte della mia felicità».