Vogliamo ragionare su un argomento troppo poco affrontato: gli allacciamenti all’acquedotto pubblico nel territorio pistoiese. Secondo una stima di Publiacqua le utenze allacciate nel comune di Pistoia sono circa il 93% del totale potenziale e avendo circa 40.000 utenze si presume che 2.800 abitazioni non abbiano l’allacciamento ma si riforniscano privatamente da una sorgente vicina o più verosimilmente da un pozzo.

Il Comune di Pistoia stima che le case senza il servizio idrico pubblico siano 2.400. Si tratta di stime in ogni caso, ma i valori sono assai vicini. Dunque, solo nel Comune di Pistoia ci sono circa 8.000 persone che fanno da mangiare, rigovernano, fanno le lavatrici e si lavano i denti con acqua di pozzo e ammettiamo che almeno bevano acqua minerale in bottiglia. Mancano all’appello le case senza allacciamento di Serravalle (Casalguidi compreso), Quarrata, Agliana e Montale, che per analogia e proporzionalmente possiamo quantificare in ulteriori 1.300 abitazioni. Il totale delle persone che non hanno l’acqua pubblica sale così a 11/12.000.

Facciamo un passo oltre e chiediamoci perché queste persone non hanno l’acqua pubblica? La risposta è semplice: si tratta di abitazioni sparse nella piana pistoiese o leggermente rientrate rispetto alla condotta principale che, al momento della richiesta di preventivo, spesso costoso a Publiacqua, hanno deciso di virare sulla costruzione o sfruttamento di pozzi privati. Dunque c’è un primo ostacolo, di non poco conto, all’uso di acqua pubblica (?); ma c’è una seconda e ancora più insormontabile barriera.

Molte di quelle abitazioni sono state realizzate o ristrutturate negli anni ’50 e ’60, quando per ottenere l’abitabilità bastava mostrare un certificato di analisi delle acque del pozzo. Nei successivi 60 anni sono successe molte cose e le acque certo ne hanno risentito nella loro qualità intrinseca. Oggi fare l’analisi completa delle acque costa quasi 700 euro, iva compresa: una cifra che porta a pensare che non sia così facile tenere sott’occhio la qualità della propria acqua. Questo significa che i dati che spesso vengono utilizzati nelle ricerche e negli studi potrebbero risentire di questi disallineamenti che riguardano quasi il 10% della popolazione residente.

Piero Bargellini