La settimana passata abbiamo visto quanto sia costoso fare l’allacciamento all’acquedotto o in alternativa controllare costantemente l’acqua del proprio pozzo; in sostanza ci sono 12mila persone a Pistoia che non sanno che acqua adoperano. Innanzitutto non c’è alcun dubbio che avere a disposizione acqua di buona qualità influisca molto sulla qualità della vita; con gli acquedotti degli antichi romani sono state evitate ripetute e continue pestilenze che invece si trovano nel Medioevo; il primo acquedotto romano è del 312 A.C., l’acquedotto Appio, ma dopo 23 secoli si vede che “qualcuno” se ne è dimenticato. Dopo tanti applausi alla Laudato si’ di Papa Francesco, a nulla valgono le affermazioni in essa contenute: «L’acqua potabile e pulita rappresenta una questione di primaria importanza, perché è indispensabile per la vita umana…». Acqua sul vetro è stata la dichiarazione di Roma del Dicembre 2003 firmata da un centinaio di sindaci di tutto il mondo in cui si diceva che «2,4 miliardi di persone non hanno accesso all’acqua potabile ». Il Terzo mondo è più vicino di quanto si pensi. L’articolo 32 della Costituzione, primo comma, così recita: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività». Dunque la Repubblica deve tutelare preventivamente la salute e se lo vuole fare davvero questa deve anche garantire l’accesso all’acqua potabile e controllata a tutte le abitazioni. Siamo andati, poi, a rileggerci il secondo comma dell’articolo 3 che recita: «È compito
della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sciale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana ». Anche in questo caso ci sono delle parole “chiave” che vanno definite meglio: «impediscono il pieno sviluppo della persona umana». Quali sono i confini della persona umana? La salute rientra in questi? Noi ne siamo assolutamente certi; dunque spetta alla Repubblica la rimozione di quegli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona anche rispetto alla salute. Infine c’è un’altra parola, un semplice avverbio per l’esattezza, che è determinante: è quel di fatto perché la Repubblica ha il dovere di rimuovere tutti gli ostacoli, quelli di natura legislativa ma anche quelli che si posso creare nella realtà, appunto, così come è il nostro caso. Le mie conoscenze giuridiche qui si fermano, ora toccherebbe agli Enti Locali colmare questo “ vulnus” che si è creato anche a causa della loro “distrazione”.
Piero Bargellini