La diocesi muove i primi passi per strutturare l’evento che segnerà il cammino della Chiesa locale e rendere davvero efficace l’ascolto
Martedì 17 maggio nella sala della Capannina di Bottegone il vescovo ha convocato il Consiglio pastorale diocesano. Un incontro che ha un solo e importante punto all’ordine del giorno: il prossimo Sinodo diocesano. Con la Veglia del 4 giugno infatti prenderà il via il cammino sinodale della Chiesa diocesana, un lavoro di consultazione e ascolto che chiede un significativo sforzo organizzativo. Entro la fine di giugno infatti, dovranno essere costituiti i gruppi sinodali e svolta una formazione per moderatori e segretari che li animeranno.
Un’importanza rilevante la assume il metodo, perché l’ascolto sia svolto con efficacia, secondo il modello della “conversazione spirituale”, in un clima quindi di preghiera, apertura all’altro e allo Spirito. Accanto al lavoro dei gruppi sarà poi importante individuare la modalità di ascolto dei “lontani”.
Il Consiglio pastorale diocesano, per volontà del vescovo Tardelli, svolgerà il compito di “Commissione preparatoria” che accompagnerà tutto il cammino del Sinodo. La Commissione, guidata dal vicario generale don Cristiano d’Angelo, segretario del Sinodo diocesano, sarà impegnata nella «elaborazione del regolamento del Sinodo, nella determinazione delle questioni da proporre alle delibere sinodali e nella designazione dei sinodali». Il regolamento determinerà l’intera ossatura organizzativa del Sinodo. Suo compito, come precisa l’Istruzione sui sinodi diocesani redatta dalla Conferenza episcopale italiana, «assegnerà un numero concreto per ogni categoria di sinodali e determinerà i criteri per l’elezione di laici e religiosi», prevede, altresì, «le norme circa il modo di effettuare le elezioni dei sinodali», i «diversi uffici da assolversi nell’assemblea sinodale (presidenza, moderatore, segretario), le varie commissioni e la loro composizione », «il modo di procedere nelle riunioni, con indicazione della durata e della modalità degli interventi e delle votazioni».
Il lavoro che è chiamata a svolgere l’assemblea preparatoria riguarda anche la sintesi delle relazioni emerse nei gruppi sinodali della diocesi, per l’elaborazione dell’Instrumentum laboris, il testo di lavoro che servirà ai padri sinodali, presumibilmente nei primi mesi del 2023.
«Servirà liberarsi dalla fretta — ha spiegato il vescovo Tardelli —, disporsi all’incontro, all’ascolto. Abbiamo bisogno di lasciare la fretta di fare, la fretta di trovare soluzioni. Abbiamo bisogno di “fermarci”, di mobilitarci in uno sforzo collettivo di ascolto. Ognuno nella Chiesa – e anche fuori della Chiesa – deve sentirsi ascoltato». «L’obiettivo del Sinodo, tuttavia, — spiega il vescovo — non è elaborare un documento, ma acquisire uno stile sinodale. L’obiettivo è porre stabilmente la Chiesa in una condizione sinodale. Questo è il modo di essere della Chiesa, il modo di testimoniare al mondo il nostro modo di prendere decisioni, crescere insieme nell’adesione al Vangelo».
Le attese e le indicazioni
L’obiettivo del Sinodo è di porre la Chiesa stessa in stato sinodale. La prima fase sarà nei mesi di febbraio-marzo 2023 e si soffermerà sull’individuazione delle attese di Vangelo presenti nel territorio diocesano. Ma sarà soltanto il primo tempo di un percorso sinodale che chiederà, nell’anno successivo, di capire “cosa cambiare” rispetto alle attese individuate dai sinodali. Un terzo e ultimo tempo servirà a comporre delle indicazioni pratiche per la vita della diocesi.
In vista del Sinodo il vescovo ha indirizzato alla diocesi anche una lettera pastorale che sarà ufficialmente consegnata, insieme alle schede di ascolto dei gruppi sinodali, nella Veglia del 4 giugno in Piazza del Duomo.