Le voci e le idee di due ragazzi che hanno fatto il pieno di preferenze alle amministrative

Dopo la schiacciante riconferma al primo turno del sindaco uscente Alessandro Tomasi e del centrodestra alla guida di Pistoia con oltre il 51% dei consensi contro il 28,3% della sfidante di centrosinistra Federica Fratoni, seguita a distanza ma non troppo dalla coalizione ecologista-progressista di Francesco Branchetti che tocca quasi il 13%, è tempo di sollevare lo sguardo da numeri e percentuali e di proiettarlo sui prossimi cinque anni. Sì, perché se le amministrative si sono risolte in un turno unico e in una manciata di caldissime ore di attesa, l’orizzonte temporale ora è quello di una legislatura agli esordi in cui, seppur con probabili riconferme in giunta, peseranno i nuovi rapporti di forza a Palazzo di Giano.

Abbiamo chiesto un parere a due giovani che hanno fatto il pieno di voti e che si fronteggeranno sui fronti contrapposti di maggioranza e opposizione: Francesca Capecchi, eletta con 305 preferenze nella lista di Fratelli d’Italia a sostegno di Tomasi e Mattia Nesti, 417 preferenze con la lista Sinistra per Branchetti sindaco.

Per Francesca Capecchi, entrata in Consiglio comunale appena laureata nel 2017 e adesso riconfermata, «il risultato ottenuto è stato tutto sommato sorprendente: non ci aspettavamo di concludere subito al primo turno ma questo dimostra che i cittadini hanno guardato ai fatti di questi ultimi cinque anni». I cittadini, appunto: sono proprio loro i primi interlocutori? «Sì, fare politica ha significato e significa per me entrare in contatto schietto e diretto con i pistoiesi anche prendendosi delle critiche ma è così che si crea un rapporto di fiducia – prosegue Francesca Capecchi – significa anche capire come funziona la macchina comunale, che regola da vicino la vita di tutti noi e della città».

Città per la quale Capecchi ha una visione chiara in vista della prossima legislatura: «Pistoia sta lentamente fiorendo ma è bene rimanere con i piedi per terra: le priorità sono i servizi essenziali come la rete idrica e la metanizzazione, l’edilizia scolastica che deve portarci ad avere delle scuole moderne come quelle del Nord Europa e poi il turismo che dovrà essere molto più digitale». Cioè? «Cioè Pistoia dovrà essere sempre più presente nei circuiti digitali e nelle piattaforme online dove si trovano anche le altre grandi città: bisogna insistere sulla riscoperta delle nostre tradizioni e su aspetti peculiari come il culto jacopeo».

Entusiasmo e voglia di mettersi al lavoro sugli scranni del Consiglio comunale non mancano anche a Mattia Nesti, impegnato politicamente fin da quando nel 2008, a 16 anni, si dava da fare nei movimenti per la pace e poi per la scuola. Anche per lui il risultato delle amministrative merita una riflessione: «Provo grande soddisfazione sia sul piano personale che per la lista: abbiamo ottenuto un risultato oltre le attese anche se, certo, in uno scenario che segna la vittoria del centrodestra. Pensiamo, in ogni caso, di aver portato a votare chi probabilmente non ci sarebbe andata». Esiste ancora un grosso problema di antipolitica? «C’è una distanza significativa tra le persone e le forme organizzate della politica, i partiti insomma. Ma l’interesse, se si toccano i temi giusti, c’è e anche la voglia di partecipazione. Per noi questo ha funzionato: tra i primi dieci più votati, sette hanno tra i 20 e i 30 anni».

Tanti giovani come Mattia, dunque ma con quale idea di città? «È decisivo fare di Pistoia una città, anzi un territorio, capace di tenere testa alla sfida climatica e a quella della giustizia sociale e questo si traduce in scelte precise in termini di urbanistica e di mobilità: penso ai mezzi di trasporto collettivi e alla linea ferroviaria che ci vede strategici tra Firenze e la costa, ad esempio».

Al di là dei programmi e delle loro diverse declinazioni, in ogni caso, cosa hanno da dire due giovani eletti ai loro coetanei che magari sentono la politica lontana da loro? «Il consiglio è di avvicinarsi ai gruppi giovanili e questo vale sia a destra che a sinistra è l’idea di Francesca Capecchi – iniziare ad ascoltare, avvicinarsi dapprima come spettatore e poi, piano piano partecipare in modo attivo». «Oggi i canali per informarsi e per interessarsi anche a specifici temi sono tanti, anche grazie ai social – spiega Mattia Nesti – mancano, casomai, reali occasioni di partecipazione diretta: più che chiedersi cosa possa fare un giovane bisogna domandarsi quali opportunità gli si possano dare. Ecco, è su questo che occorre ancora lavorare».

Dario Pagli