I Centri di aiuto alla vita dell’Mpv sono attivi 24 ore su 24 a sostegno delle donne in stato di gravidanza, con presidi sul territorio e numero verde

Il Movimento per la vita (Mpv) è dal 1975 impegnato a promuovere una cultura a favore del riconoscimento e del rispetto della dignità dell’uomo. Per questo nascono i Centri di aiuto alla vita dove i volontari si mettono in ascolto delle mamme che vivono una gravidanza difficile per qualunque motivo, affinché non siano costrette ad abortire. Abbiamo approfondito l’operato dei Centri con il vicepresidente nazionale del Mpv, Claudio La Rocca.

Molti fatti di cronaca di questi giorni hanno fatto emergere situazioni drammatiche come l’abbandono di neonati, come si potrebbe fronteggiare questo problema?

La tutela della vita nascente e della maternità deve passare inevitabilmente da un cambiamento culturale che inizia concepire la gravidanza, la maternità e il figlio non come capriccio privato, ma come bene e questione sociale. Questo significa superare l’idea dell’aiuto dato alle mamme con sussidi più o meno importanti, per passare a una tutela di quello che si considera un bene prezioso per tutti. Quindi una mamma in difficoltà anche nei confronti di una gravidanza deve ricevere tutto il supporto che serve e non sentirsi in difetto e costretta quindi a risolvere da sé il “problema”, arrendendosi alla mancanza di alternative ricorrendo all’aborto o all’abbandono del nascituro.

In questo secondo caso non si può comunque non rilevare che, a differenza della scelta di aborto, pur nella disperazione la mamma concede comunque al figlio di vivere e di avere una possibilità, ovviamente se non lo abbandona in condizione di pericolo.

Oltre al servizio dei centri, il Mpv mette a disposizione un numero verde e una chat per le emergenze: Sos vita. Di che si tratta?

Sos vita dispone di un numero verde (800 813 000) e di una chat attiva 24 ore su 24 che danno la possibilità di parlare con un operatore in caso di necessità di aiuto legata a una gravidanza o al timore di essere rimaste incinta. Rimane fondamentale per noi, a parte le prime informazioni, la relazione personale e quindi cerchiamo se necessario di indirizzare la donna, l’uomo o la coppia al Centro più vicino.

Quanti casi avete risolto?

La risoluzione è differente e specifica per ogni richiesta. A volte è risolutivo consentire semplicemente di avere un interlocutore con cui sfogarsi, scegliere come muoversi nell’immediato e tranquillizzarsi, o dare un riferimento fisico sul territorio. Spesso si tratta di una telefonata o di una chat per situazioni che poi non possiamo sapere come si sono evolute, oppure una volta consegnato l’utente al Centro per noi operatori è impossibile monitorare. Certamente ci siamo resi conto, soprattutto sotto pandemia, che c’è tanto bisogno di un riferimento perché spesso manca in famiglia.

Daniela Raspollini