Da oltre trent’anni il Movimento apostolico ciechi esprime l’attenzione della Chiesa locale per superare ogni barriera e offrire una proposta cristiana all’insegna dell’incontro e della condivisione
«Il Movimento Apostolico Ciechi — raccontano in perfetta sintonia Antonella De Ruvo, Manuela Giraldi e Carmine Felitti — nasce a Pistoia grazie al vescovo Simone Scatizzi che accolse l’invito di Lide Niccolai, una fedele non vedente in contatto con il Gruppo Mac di Firenze, decisa a formare una sezione anche nella nostra Diocesi. L’incarico di dirigere spiritualmente il Mac a Pistoia venne proposto a don Mauro Gatti, allora parroco delle Casermette, che accettò volentieri avendo già avuto in precedenza contatti con persone non vedenti. Inviammo una circolare ai Parroci perché ci fornissero indirizzi di non vedenti residenti nelle loro Parrocchie, stendemmo un programma di massima e, il giorno 8 dicembre 1989, nella Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria Santissima, iniziammo la nostra attività presso la Casa dell’Anziano.
Dopo circa un anno di incontri mensili, insieme ad alcuni giovani della parrocchia di S. Michele Arcangelo in Casermette, il Gruppo di Pistoia si costituì formalmente il 3 febbraio 1991, portando avanti negli anni varie iniziative». Il cammino del Mac ha trovato un importante sostegno nell’attenzione della Chiesa pistoiese: «lo stesso vescovo Scatizzi — raccontano i membri dell’associazione — ha accompagnato con la sua presenza i primi passi del nostro Gruppo partecipando ad alcuni incontri. In seguito anche Monsignor Mansueto Bianchi ha incontrato il nostro Gruppo e ci ha dato la possibilità di prendere parte agli incontri di preparazione alla Pentecoste. Nel 2018 il vescovo Tardelli ha affidato la guida spirituale del Gruppo a don Paolo Palazzi, dopo che don Cesare Tognelli ci aveva accompagnato nelle attività di inclusione messe in atto alle Casermette con i ragazzi del catechismo. Grazie a questa originale proposta la Parrocchia delle Casermette ha ricevuto il Premio Mac Brugnani, consegnato a don Ippolito Ngaki Misoti, attuale parroco». Dal 1991 ad oggi il principale impegno del Mac è legato al servizio per la formazione cristiana, realizzato «per mezzo delle catechesi tenute dall’Assistente spirituale, con sussidi vengono forniti dal Centro nazionale oppure con argomenti suggeriti dall’Assistente. Questo è un aspetto fondamentale perché la comunione si fonda e si radica nella nostra esperienza di fede personale, che ci ha aiutato a superare gli alti e bassi nel nostro cammino».
«L’attività iniziale — raccontano i membri dell’associazione — è stata rivolta ai non vedenti anziani presenti nel nostro Gruppo e con visite agli anziani della Rsa del Villone Puccini a Pistoia. Abbiamo sempre partecipato ai momenti formativi proposti dal Mac a livello regionale e nazionale, ricevendo la possibilità di entrare in contatto con alcune famiglie del nostro territorio che hanno figli con disabilità complesse, con le quali collaboriamo tuttora. Negli anni sono state effettuate raccolte fondi a favore dei progetti Mac destinati ai non vedenti dei paesi in via di sviluppo, tramite Messe missionarie di testimonianza in varie parrocchie ed altri eventi tenuti alle Casermette. Ultimamente dal 2014, abbiamo preso parte a progetti di carattere nazionale per favorire l’inclusione delle persone non vedenti nella realtà parrocchiale».
«Dal 2018 — concludono — abbiamo preso parte ai progetti nazionali Mac “In casa ed oltre” e “Autonomie Possibili” per favorire l’accompagnamento alle famiglie, ponendo in atto interventi educativi, orientamenti e consulenze pedagogiche per promuovere persone e famiglie in presenza di persone con disabilità complessa».
«La disabilità non è un limite ma una risorsa che arricchisce»
L’esperienza di fede ha sostenuto e accompagnato la crescita personale di Manuela Giraldi, non vedente membro del Mac di Pistoia (Movimento apostolico ciechi). «Mi sono sempre affidata — racconta —, anche con il supporto della famiglia, alla fede in Gesù Cristo e ai valori religiosi che promuove, perchè mi hanno fornito quella forza e quel coraggio necessari per affrontare le difficoltà derivate sia dalle situazioni odierne che dai limiti posti dalla disabilità e dal modo in cui viene concepita e vissuta dalla società in cui viviamo. Ho conosciuto la realtà del Mac grazie all’amicizia con Antonella De Ruvo, che ha dimostrato fin dai primi anni di adesione al movimento, un forte impegno nei processi di inclusione e di socializzazione tra disabili visivi e persone vedenti della parrocchia delle Casermette».
«La disabilità — spiega Manuela — non deve essere percepita come un entità da temere perchè ci troviamo impreparati ad affrontarla, al contrario è una risorsa che arricchisce l’altro in un’ottica relazionale di condivisione religiosa finalizzata alla reciprocità e allo scambio tra disabili e normodotati che non è totalmente vincolato a un bisogno assistenzialistico».
L’apertura all’incontro è una delle caratteristiche proprie dell’associazione: «È necessario infatti — prosegue — compiere un cammino di vita insieme, vedenti e ciechi, per condividere i valori della fede cristiana. L’ascolto e la meditazione delle Sacre Scritture fortificano la nostra interiorità e aiutano a superare le difficoltà incontrate dal nostro gruppo durante gli anni di cammino insieme». Il rapporto con la parola di Dio rappresenta un aspetto rilevante della proposta del Mac, al punto da assumere un rilievo quasi fisico, di confronto diretto: «la stamperia san Iacopo — racconta Manuela — produce testi liturgici come il Messale in braille, la scrittura utilizzata dai non-vedenti, compiendo ancora un passo avanti nel processo inclusivo, poichè consente agli iscritti al movimento di effettuare il servizio di lettorato alle Messe missionarie celebrate dal sacerdote del gruppo diocesano e nelle parrocchie di appartenenza. Questo aiuta a trasmettere agli altri la Parola di Dio, a partecipare più profondamente alle celebrazioni eucaristiche e a consolidare gradualmente la fede cristiana».
Ugo Feraci