A Pistoia e provincia oltre 340 milioni di euro in un anno bruciati nell’azzardo lecito con una spesa pro-capite media superiore ai 1.100 euro, con punte di oltre 4.000 euro a Montecatini

Trecentoquaranta milioni di euro i soldi spesi, anzi bruciati, in un anno (il 2020) dal territorio pistoiese, pari ad una spesa pro-capite di 1.170 euro (neonati inclusi) con un picco di oltre 4.100 euro per il territorio di Montecatini Terme. Un dato che può apparire enorme ma perfettamente, e tristemente, in linea con quella che è la tendenza della patologia da gioco d’azzardo legale nel nostro Paese. Il fenomeno ludopatico attraversa gli anni e muta, si adatta e coinvolge anche le fasce d’età più giovani. Basta pensare che persino nella fase più restrittiva della pandemia il fenomeno non si è arrestato ma è riuscito persino ad evolversi, spostandosi da un consumo ‘fisico’ ad uno virtuale, basato però sempre su soldi reali.

Nei dati resi pubblici dall’Osservatorio Nomisma, nel 2020 il 42% dei ragazzi tra i 14 e i 19 anni ha fatto accesso e bruciato soldi in giochi d’azzardo/di fortuna, sviluppando nel 9% dei casi pratiche di gioco problematiche, con ripercussioni negative sulla sfera socio-emotiva e relazionale. Un dato superiore persino a quello delle fasce d’età maggiormente adulte, dove è stato invece il 25% degli over 65 a bruciare soldi nel gioco d’azzardo nello stesso arco di tempo, il 2020. Le problematiche e le implicazioni che aggravano la ludopatia giovanile sono molteplici. Complici la pandemia e le limitazioni agli spostamenti imposte dallo scenario Covid e una maggiore propensione al digitale, l’online è oggi il canale di gioco prevalente per 1 giocatore under 19 su 3 (31%), con il picco delle scommesse sportive online, praticate dal 42% dei soggetti (al secondo posto il poker online con il 24% e il casinò online con il 21%). In presenza, invece, il gioco più diffuso fra la Gen Zeta (cioè quella nata dopo il 1995 e prima del 2010) è il Gratta & Vinci, con il 56% delle preferenze, seguito dalle scommesse sportive in agenzia (22%).

Andando oltre le varie percentuali, si percepisce anche una serie di complicazioni sul presente e sul futuro prossimo cercando di comprendere le motivazioni che spingono i più giovani ad avvicinarsi al gioco d’azzardo legale. «Il 48% dei giovani giocatori ha nascosto o ridimensionato le proprie abitudini di gioco ai genitori – sottolinea in una nota l’Osservatorio Nomisma a supporto delle percentuali presentate – e il 9% dei giocatori ha un approccio problematico al gioco, con comportamenti negativi che incidono sulla sfera psicofisica. Situazioni allarmanti da monitorare con grande attenzione poiché potrebbero evolvere in forme patologiche, soprattutto in un periodo complesso come quello attuale dove il 44% dei ragazzi dichiara di aver sperimentato situazioni di ansia, tensioni o difficoltà psicologiche».

Termini che ripercorrono spesso tanti fenomeni che ricolleghiamo al mondo giovanile: disaffezione, paure, ansie che talvolta sfociano nella violenza verso gli altri o vengono tenute intrappolate in fenomeni come quelli ludopatici, che permettono di ‘sognare’ un futuro differente caratterizzato magari da grosse somme di denaro a supporto. Un’evoluzione che però non è solo il frutto di un’interpretazione distorta dalle “nuove generazioni”, ma spesso avallata e fomentata da racconti fin troppo onirici e non filtrati. Lo stesso racconto da parte della stampa della rincorsa a superpremi quasi incalcolabili dovrebbe, probabilmente, essere calmierata e resa meno “mitologica”, meno affascinante e replicabile.

Per aiutare giovani e meno a superare fasi di gioco patologico ed a cercare di recuperare la socialità che la ludopatia ostacola e limita, sono attivi da tempo in Toscana i centri di ascolto per il gioco d’azzardo, servizio telefonico che si occupa di fornire informazione, orientamento e sostegno psicologico a persone che sono a rischio di sviluppare un disturbo da gioco d’azzardo o che hanno già in atto tale problematica e ai loro familiari. Il servizio fornisce assistenza gratuita e in completo anonimato da parte dei professionisti esperti, che orienteranno sul percorso di cura e sui servizi attivi sul territori per questo problema e per le problematiche ad esso connesse, come le dipendenze comportamentali o le dipendenze da sostanze, che in molti casi ne sono la causa o ne aumentano la gravità.

Sul territorio sono infatti attivi i servizi Gap, rivolti cioè a persone affette da gioco d’azzardo patologico, che offrono il primo supporto ed il percorso di fuoriuscita dalla ludopatia. Il servizio, articolato dalle Asl toscane in tutte le province, sulla provincia pistoiese è presente sia a Pistoia (in via Armeni 10) che a Montecatini Terme (in via San Marco 40) ed è contattabile anche telefonicamente ai numeri di telefono ed agli indirizzi email presenti sul portale ufficiale della Regione Toscana e più precisamente alla pagina relativa ai “Servizi per le dipendenze”.

Dario Cafiero