Fondata da madre Schervier la congregazione delle francescane dei poveri è attiva sul territorio dal 1997. Tra gli impegni quello al fianco degli adolescenti e delle famiglie
Anche quest’anno noi suore francescane dei poveri abbiamo celebrato la Festa della nostra Fondatrice, madre Francesca Schervier, con un semplice e sentito momento di preghiera e ringraziamento. L’abbiamo fatto presso la parrocchia di San Benedetto, domenica 11 dicembre, con un gruppo di amici, che con noi ha reso grazie a Dio per i 25 anni di presenza della nostra comunità nella diocesi di Pistoia.
Nello scrivere sulle origini della Congregazione, nel 1845, madre Francesca paragona questo fatto al granello di senape del Vangelo, il più piccolo dei semi. «L’inizio – dice madre Francesca – come di solito avviene nelle opere di Dio, fu piccolo, poco appariscente e nascosto. Quel che viene raccontato è perché non cessiamo mai di lodare la bontà e la misericordia di Dio che con mano premurosa si è preso cura del granello di senape, lo ha fatto germogliare e crescere, fino a farlo diventare un albero».
Tutto è iniziato per caso, ma ci piace pensare che sia avvenuto per disegno di Dio: un parroco, amante dei poveri, don Alessandro Marini, e una casa, in via Gemignani, lasciata dalla sua proprietaria alla Parrocchia di San Benedetto, con un’intenzione speciale: utilizzarla per fare del bene. Per caso, ma così era nel disegno di Dio, don Alessandro ha saputo della nostra comunità, le Suore Francescane dei Poveri, e insieme a don Patrizio Fabbri, sono venuti a Frascati per conoscerci. Era il 1997. In quell’anno ci sono state le nostre prime visite a Pistoia per incontrare il vescovo, monsignor Simone Scatizzi, organizzare la casa e prendere contatto con i servizi che avremmo svolto.
Ogni inizio ha un nome; così, al momento di scegliere un nome per la comunità di via Gemignani, abbiamo scelto “Casa Betania” poiché Betania è il luogo dell’accoglienza, dell’amicizia, della condivisione, dell’attenzione e della cura. Betania è la casa dove le due sorelle, Marta e Maria, vivono due dimensioni essenziali della vita: l’ascolto e il servizio. Il fondamento che regge questa casa è in basso, occorre scendere delle scale per arrivare al suo cuore: la cappellina che sembra quasi scavata nella roccia. Luogo dell’ascolto, che dà nutrimento alla nostra vita di sorelle e al nostro stare con i poveri. Uno spazio specialissimo – nella nostra vita così come nei nostri cuori – è riservato ai poveri: ricordiamo con gratitudine i loro mille volti, che per noi rappresentano l’unico Volto di Gesù, che in loro riconosciamo. Abbiamo iniziato a servire nella Caritas diocesana, nella Mensa “don Siro Butelli” e al Centro “San Martino de Porres”.
Negli anni, abbiamo collaborato con il “Centro aiuto alla Vita” e fin dalla sua apertura, siamo state presenti presso la Casa di accoglienza per giovani donne “La Conchiglia”. Da subito ci siamo accostate al fresco e delicato mondo dei giovani. Negli anni abbiamo camminato insieme ai giovani francescani e di San Benedetto, ai ragazzi del catechismo, agli scout e abbiamo accompagnato gli adolescenti. Servizio che continuiamo a portare avanti oggi nella Parrocchia di San Francesco.
Il cammino con le famiglie è iniziato un po’ dopo, come risposta alla domanda di coppie e di genitori. I primi passi sono stati fatti con un gruppo di famiglie di Casalguidi, con il progetto “La Porta Accanto”, promosso da Caritas e Ufficio Diocesano per la famiglia. Poi, dalle giovani coppie vicine alla comunità, è nato il gruppo che oggi si chiama “Famiglia di Famiglie”.
Oggi il nostro impegno continua accanto ai giovani ed adolescenti, alle donne nei servizi presso “La Conchiglia” e la comunità per mamme con bambini “I Glicini”, e con “Colei che Sa”, un’iniziativa che portiamo avanti nelle nostre comunità e che scaturisce dal confronto tra un gruppo di donne, laiche e religiose. Continuiamo ad essere accanto ai rom, e alle famiglie anche attraverso il servizio di consulenza della coppia e della famiglia presso “Il centro famiglie Sant’Anna”. «Così opera il Signore: Il sottile filo d’erba cresce e diventa tronco».
Suore francescane dei poveri