Domenica 15 gennaio si è svolta a Pistoia la prima tappa del percorso regionale di “AniMaps” uno strumento di analisi e progettazione per sostenere il lavoro dei formatori

«Educare gli adulti significa assumersi il compito entusiasmante, ma non privo di rischi, di contribuire a dare forme alle persone, di aiutare ciascuno a diventare ciò che deve essere, a partire dalla realtà concreta che sta vivendo».

Queste poche righe, tratte dal testo formativo di Azione Cattolica “Compagni di Strada”, ci introducono al fulcro del lavoro e della proposta promossa dal settore adulti di Azione Cattolica insieme alla Commissione nazionale per la formazione animatori adulti. L’impegno è quello di ripensare un percorso di formazione in grado di riuscire ad avere un quadro più chiaro della situazione sul territorio italiano, con la finalità di orientare gli animatori nel loro servizio e nella ricerca dei bisogni di un ampio gruppo di persone, diverso per età e modi di pensare. I percorsi associativi dei gruppi adulti, infatti, hanno sempre più bisogno di avere animatori formati nella preparazione degli incontri, che sappiano restare in contatto con le persone e tessere buone relazioni. Nasce così il progetto ANIMaps, un cammino con l’obiettivo di tracciare uno strumento per sostenere il lavoro degli educatori e innalzare sempre di più la proposta formativa.

Domenica 15 gennaio una prima tappa toscana si è tenuta presso il Convento di San Domenico a Pistoia, con l’invito rivolto alle diocesi di Fiesole, Firenze, Livorno, Lucca, Massa Carrara Pontremoli, Pescia, Pisa, Pistoia, Prato e San Miniato; una seconda tappa avrà luogo sabato 4 Febbraio a Monteriggioni per le restanti diocesi toscane. Monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, è intervenuto per un saluto iniziale in cui ha ricordato in maniera molto affettuosa “Chi è l’Azione Cattolica”. Un’associazione che “ha” al suo interno una proposta sinodale fin dalle sue origini e dalla sua strutturazione. Laici, testimoni del proprio tempo, che vivono la dimensione ecclesiale nelle realtà ordinarie e popolari delle parrocchie e che cercano di calarsi nella realtà sociale del proprio territorio. Il Vescovo ha invitato inoltre ad essere consapevoli del grande dono che è l’associazione per la Chiesa e per il bene comune.

A seguire Alessandro Mirabella, membro della commissione nazionale, ha posto la domanda fondamentale per la futura progettazione di un cammino: «Per chi è l’Azione Cattolica?». Molto spesso infatti, il lavoro associativo è dedicato in maniera prioritaria al cammino dei ragazzi e dei giovanissimi, mentre con più difficoltà viene rivolto lo sguardo verso quella ampia fascia di età che va dai 30 ai 99 anni. La vita, il lavoro, la famiglia e le diverse fragilità portano a incontrare sempre più resistenze nell’accogliere un percorso di formazione cristiana. La necessità è quindi quella di essere estroversi nella proposta, inclini al cambiamento e all’apertura verso il territorio, coraggiosi nell’abbandonare la confort zone e rivolgere l’attenzione verso i bisogni e richieste. Il periodo pre e post Covid ha sicuramente evidenziato il bisogno di cercare nuove strade e nuove strategie per restare in contatto, con la grossa difficoltà e diversità che si registra tra coloro che sono nativi digitali e chi è escluso completamente da questo mondo.

Alessandro Mirabella, ricordando che il Santo Padre ci invita a lavorare con tutte le realtà chiamate a fare il bene dell’uomo, ha sottolineato l’importanza di riuscire ad abbracciare un percorso pastorale intessendo rapporti e puntando sulle relazioni, in risposta all’ascolto dei bisogni del proprio territorio. Il lavoro dell’assemblea si è poi dedicato a tracciare un percorso di discernimento tra Parola e Vita. Questa riflessione ha guidato i laboratori che ne sono seguiti e che avevano come obiettivo quello di delineare un nuovo progetto dedicato a tutti gli adulti di Ac. Il contributo dei vari gruppi è stato consegnato ad Alessandro Mirabella per poter arricchire il cammino di crescita che l’Azione Cattolica sta realizzando con costante dinamismo e cura della dimensione relazionale e partecipativa.

La giornata di intenso lavoro è stata arricchita dall’ascolto della lectio di Don Roberto Breschi dedicata al breve ma ricco libro di Ruth. Ruth, in quanto donna, straniera e vedova, vive una situazione di grande svantaggio ma viene scelta per far parte della storia della Salvezza, e per poi essere collocata nel Vangelo di Matteo, all’interno del resoconto genealogico di Gesù. Questa riflessione su una scelta di segnata da circostanze avverse e “socialmente” contrarie, ha aiutato tutti i presenti a comprendere quanto, ciascuno di noi, è chiamato ad aderire in Azione Cattolica e in ogni situazione di vita vissuta, al progetto di Dio, dando sempre spazio al contributo individuale che è in grado, per grazia ricevuta, di donare al mondo.

* presidente Azione cattolica diocesana