Giovedì 2 febbraio l’indizione ufficiale di un evento storico della Chiesa di Pistoia

Un momento storico quello che si appresta a vivere nei prossimi mesi la Chiesa di Pistoia. Con l’indizione ufficiale del Sinodo diocesano il prossimo 2 febbraio, a distanza di 87 anni da quello indetto da mons. Giuseppe Debernardi nel 1936, prende forma il programma di appuntamenti che vedranno impegnate tutte le realtà ecclesiali del territorio nei prossimi mesi. Un percorso che è partito oltre un anno fa e che si è sviluppato, e continuerà a farlo, mettendo al centro l’ascolto ed il coinvolgimento delle comunità del territorio. A illustrare le diverse fasi di lavoro è don Cristiano D’Angelo, vicario pastorale della diocesi di Pistoia.

Don Cristiano, come si è arrivati a questo Sinodo?

Questo Sinodo del 2023 arriva dopo un anno di consultazione, dove tutte le parrocchie del territorio diocesano si sono attivate in gruppi di 10-15 persone sul tema delle attese di Vangelo, andando ad ascoltare quali sono i bisogni. Abbiamo ricevuto quindi i contributi di circa 150 gruppi sinodali, vedendo coinvolte già in questa fase oltre 1500 persone, da Capraia e Limite fino alla montagna pistoiese. Un lavoro di ascolto anche dei cosiddetti lontani, di coloro che non frequentano abitualmente la Chiesa o che ne sono proprio fuori. Sui materiali raccolti stiamo lavorando assieme alla Commissione sinodale, cioè quel gruppo di persone incaricate dal vescovo di elaborare il documento che sarà la base di lavoro delle discussioni sinodali (instrumentum laboris, ndr). Nella seconda fase, quella prevista nel 2024, sarà invece la Diocesi ad emanare le risposte alle varie richieste pervenute.

Quanto è importante mettersi all’ascolto dei cosiddetti “lontani”?

Essendo questo il primo Sinodo pistoiese non solo dopo il Concilio Vaticano II ma il primo dopo quello indetto nel 1936, questo coinvolgimento rappresenta senza alcun dubbio una novità, anche perché allora la Diocesi veniva chiamata esclusivamente per ricevere le indicazioni del vescovo. La novità però non è completa perché l’idea della partecipazione, già espressa dal Concilio, è stata recepita da tempo e messa sempre più in atto. Questa però è la prima assemblea solenne che supporterà il vescovo nel discernere i bisogni, andando anche incontro alle indicazioni di papa Francesco sulla collegialità anche nelle azioni di gestione della vita pastorale.

L’ascolto al centro dell’azione sinodale in tempi dove si parla sempre di più, ma sembra aumentare ancora di più la solitudine.

L’ascolto arriva in antitesi rispetto al nostro tempo, dove si danno sempre più opinioni o si mettono “like”, senza riuscire ad avere un atteggiamento di apertura verso l’altro, dando il tempo di potersi esprimere. Il Sinodo sarà un momento dove poter mettere al centro se stessi senza essere giudicati, facendo emergere i bisogni profondi e le attese spirituali. Bisogni ed attese che si rivelano ancora di più nel variegato mondo giovanile, dove si percepisce una grande solitudine, non tanto perché mancano occasioni di ritrovo insieme agli altri, ma perché ci si sente ‘soli dentro’. Non si racchiude questa situazione definendola solo come disagio, ma più come un mondo fatto di sempre maggiori ansie ed aspettative, che cerca contesti dove poter essere accolti e riconosciuti. I giovani hanno un ruolo da protagonisti in questo Sinodo, non solo come gruppo, ma perché sono una delle fasce della popolazione che vive spesso disorientata e frammentata, con tratti nuovi ma con sentimenti ancora più acuiti dall’ultimo periodo pandemico.

Quale sarà il percorso del Sinodo nelle prossime settimane?

Dopo l’apertura ufficiale del prossimo 25 marzo, dalla settimana dopo Pasqua inizierà il periodo dello studio e dell’approfondimento che porterà ad un primo documento redatto in una prima assemblea plenaria, con anche i laici, successivamente alla definizione di gruppi più ristretti (Circuli minores, ndr) che saranno individuati in cinque aree territoriali, considerando anche l’estensione diocesana. Prima della presentazione della sintesi al vescovo, si svolgerà un’ultima assemblea plenaria, dove si arriverà alla definizione delle conclusioni che saranno poi raccolte nel libro sinodale da consegnare al vescovo. Questi passaggi, non ancora definiti nel dettaglio e che ad oggi non possono avere una data precisa, avverranno comunque entro la fine dell’estate, termine di questa prima fase del Sinodo.

Dario Cafiero

La notificazione del Vescovo Tardelli