La testimonianza di Romina, mamma di una bambina affetta da una grave malattia «A Lourdes ho incontrato una famiglia che sprigiona amore»

«Guardiamo al Santuario di Lourdes come a una profezia, una lezione affidata alla Chiesa nel cuore della modernità. Non vale solo ciò che funziona e non conta solo chi produce. Le persone malate sono al centro del popolo di Dio, che avanza insieme a loro come profezia di un’umanità in cui ciascuno è prezioso e nessuno è da scartare».

Le parole di papa Francesco per la Giornata mondiale del malato possono accompagnare la vicenda della piccola Elena che proprio a Lourdes, insieme alla sua famiglia, ha vissuto un’esperienza forte e significativa. Oggi Elena ha 7 anni, ma dopo i primi due anni di vita la sua esistenza è profondamente cambiata: «improvvisamente – racconta la mamma Romina — ha perso il controllo del capo e progressivamente l’uso degli arti. Non riesce più a dire alcuna parola, ma capisce tutto. Colpita nell’intero apparato motorio, le è stata diagnosticata una malattia rara di cui esistono 20 casi in tutto il mondo. Ci hanno detto che si tratta di una malattia degenerativa destinata a togliercela in pochi anni di vita». Elena però è ancora qui e «in questi cinque anni è per fortuna rimasta stabile». La vicenda di Elena ha segnato profondamente la vita di fede dei suoi genitori. «Come potete immaginare quando ho scoperto una cosa del genere la mia fede ha barcollato; mi sono sentita tradita dalla Madonna e dal Signore che tanto ho amato prima. Ho sentito questa vicenda come un castigo. Poi però, ho capito che non è così».

«Quando nostra figlia si è ammalata sono caduta in uno sconforto profondo. La cosa che mi faceva stare male era la sensazione che il Signore non mi avesse dato la forza per combattere. Sono stati anni atroci e terribili. Mi sono messa davanti alla croce per chiedere il suo aiuto. Non avevo le forze per affrontare un dolore così grande». Da sempre Romina desiderava portare sua figlia in pellegrinaggio a Lourdes. «Io sono nata l’11 febbraio e mio papà era molto devoto alla Madonna di Lourdes. Fin da piccola ho coltivato questo legame. Quando Elena si è ammalata ho pensato alla Madonna di Lourdes e ho fatto il voto che gliela avrei portata. Questo viaggio l’ho desiderato tanto e quest’anno ho pensato che fosse il momento opportuno per poterlo fare. Poi, quando stavamo per partire, ho avuto paura. Avevo paura di come sarei tornata. Avevo paura che se il miracolo non fosse avvenuto non avrei avuto la forza di vivere questa battaglia. Poi una volta lì è stato diverso. Portare Elena davanti alla grotta e sotto la pioggia in preghiera non l’avrei mai fatto altrove. Mi veniva da dire: “solo per Te Maria, ho fatto una cosa così, solo per fartela vedere. Per portartela”».

A Lourdes Elena e la sua famiglia sono arrivati grazie all’Unitalsi: «Nel viaggio abbiamo visto che l’Unitalsi è una grande famiglia, dove c’è tanta sofferenza ma anche tante persone che si mettono a disposizione degli altri. La Madonna non ha guarito mia figlia ma ci ha donato un’ondata di amore nei nostri cuori che ci ha dato la forza di continuare. Quando possiamo ci colleghiamo per il Rosario, ci incontriamo con i volontari, cercando di mantenere un contatto con loro. L’Unitalsi ci sta accanto da un punto di vista morale; è come una famiglia che sprigiona amore. Sai che ci sono e che li puoi chiamare sempre. Mi rendo conto che una famiglia come la nostra non è semplice da aiutare».

Oggi per Romina la battaglia continua. «Certamente ci ha permesso di farci forza e restare uniti quel grande amore che lega me e mio marito. In questo il Signore ci ha voluto bene, perché ci ha fatti incontrare. Con Dio ci discuto di brutto, ma mi insegna a fidarmi di Lui, anche se io vorrei che Lui la guarisse. Tutti mi dicono che devo accettare la situazione. Sono convinta che il Signore la potrebbe guarire, ma mi domando quale sia la sua volontà».

Daniela Raspollini