Il popolo della pace manifesta a Pistoia

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Istituzioni, associazioni e il volontariato in prima fila per chiedere il “cessate il fuoco” per la guerra in Ucraina e per tutti i conflitti attivi in ogni parte del mondo

Associazioni e organizzazioni della società civile si sono messe in rete e hanno raccolto l’appello alla mobilitazione nazionale ed internazionale di Europe for Peace, organizzando una fiaccolata a un anno preciso dall’inizio della guerra in Ucraina. Hanno aderito e sono stati presenti con i gonfaloni il Comune di Pistoia, la Provincia di Pistoia e ancora i comuni di Serravalle, Montecatini, Quarrata. Il ritrovo dei manifestanti è stato in piazza San Francesco, con partenza alle 18:30 e arrivo del corteo intorno alle 19:15 in piazza Gavinana, dove si sono alternati interventi di giovani e di alcuni rappresentanti delle Associazioni presenti.

Sono state riprese le linee guida di quella che fu la manifestazione dello scorso autunno, che vide a Pistoia la partecipazione di numerose associazioni, del mondo della politica e soprattutto della società civile. «Stavolta, tuttavia, a venire in rilievo è un elemento più importante, ossia la richiesta di cessare il fuoco da riferire non solo all’Ucraina, ma a tutti i fronti caldi del pianeta – racconta Francois Pesce, volontario di Emergency -. Non si deve dimenticare che, nonostante la guerra in Ucraina ci coinvolga più da vicino, sono tante le realtà di conflitto che insanguinano il mondo. Sappiamo che lottare per la pace significa lottare per un qualcosa che è lontano dal realizzarsi, ma è proprio questo che ci spinge ad impegnarci con più forza». Nonostante l’art. 11 della nostra Costituzione, l’Italia ha visto aumentare senza interruzione dal 2017 i suoi investimenti di risorse economiche per le spese militari, andando a sfiorare quasi i 26 miliardi di euro nel 2022.

«A destare grande preoccupazione è soprattutto il fatto che la guerra venga mistificata e trattata come un qualcosa di inevitabile – continua Francois -; viviamo nella convinzione che la guerra sia un aspetto ineliminabile della realtà, e questo vale non solo nella società civile, ma purtroppo anche tra chi quotidianamente si occupa di volontariato». A questo si aggiunge il fatto che la guerra è spesso fondata sulla paura ingenerata nei popoli, soprattutto tra i cittadini europei. «La guerra è sempre e comunque una scelta, legata spesso a interessi celati che nulla hanno a che vedere con la narrativa che ci viene proposta dai governi di difesa dalle minacce del terrorismo, o di esportazione della democrazia e liberazione dei popoli. La guerra è guerra, e non può portare nient’altro che violenza. È fondamentale costruire una cultura della pace, a partire dalle scuole, per eliminare quella convinzione che non vi sia rimedio ai conflitti, molti dei quali sconosciuti, che quotidianamente mietono vittime in giro per il mondo». A conclusione della fiaccolata rimarrà un “presidio di pace permanente”, simboleggiato da un ulivo fornito da Vannucci piante, gestito a turno dalle varie Associazioni e che sarà attivo ogni venerdì nel tardo pomeriggio.

Alice Peloni