Venerdì 14 aprile hanno preso il via i lavori del Sinodo. Una sintesi degli interventi

Tardelli: «Spieghiamo le vele della nostra disponibilità perché il soffio dello Spirito possa condurci dove Lui sa». 380 i sinodali presenti nell’aula liturgica di Valdibrana per l’apertura della fase assembleare

«Spieghiamo le vele della nostra disponibilità perché il soffio dello Spirito possa condurci dove Lui sa». Con un richiamo alla docilità nei confronti dell’azione dello Spirito Santo il Vescovo Tardelli ha accompagnato l’avvio della prima Assemblea Generale del Sinodo Diocesano.

L’Assemblea si è svolta venerdì 14 aprile presso l’Aula Liturgica del Santuario di Valdibrana, significativamente allestita in forma “sinodale”, con le sedie ripartite in due blocchi posti uno di fronte all’altro. Una disposizione che evocava gli scranni disposti lungo le navate di San Pietro durante le sessioni del Concilio Vaticano II e suggerita dal desiderio di sentirsi posti responsabilmente di fronte e in ascolto dell’altro.

L’incontro, che si è svolto dalle 19 fino alle 22.30, ha visto raccogliersi a Valdibrana i 380 sinodali provenienti da tutta la Diocesi. Ai presenti è stato consegnato il testo delle proposizioni raccolte nell’Instrumentum laboris, il sussidio con le preghiere di apertura delle sessioni e altre indicazioni per l’organizzazione dei Circoli Minori, le assemblee diffuse sul territorio con cui proseguirà il lavoro iniziato venerdì.

L’inno del Sinodo, indicato in Chiesa del Risorto di Marco Frisina, ha segnato l’avvio dell’incontro, seguito dalla monizione introduttiva del Vescovo e dalla proclamazione della Parola di Dio con il brano del Vangelo di Giovanni in cui si legge «Quando però verrà lo Spirito di verità egli vi guiderà alla verità tutta intera». Versetti che Mons. Tardelli ha commentato richiamando i sinodali a rendersi docili all’azione dello Spirito santo:«Il lavoro che iniziamo stasera deve essere compiuto nella convinzione di dover essere docili all’azione dello Spirito. È lo Spirito che deve condurci, attraverso la nostra disponibilità, alla Verità tutta intera». Il Sinodo infatti è un evento dello Spirito, un’occasione di grazia che chiede di leggere la realtà alla luce del Vangelo. Atteggiamenti di ascolto e impegno ripresi nell’antica preghiera dell’Adsumus, con cui i sinodali hanno confermato la propria disponibilità a svolgere responsabilmente il proprio lavoro. Ha quindi preso la parola il Segretario del Sinodo don Cristiano D’Angelo che ha rapidamente ripercorso i temi delle proposizioni contenute nello Strumento di lavoro e segnalato le modalità di intervento al Sinodo.

Dalle 20.15 alle 21 era prevista una breve pausa per la cena che ha permesso ai presenti di salutarsi, conoscersi e condividere le prime impressioni. È infine arrivato il momento degli interventi che, tassativamente, non potevano superare i tre minuti per permettere la più larga partecipazione possibile. I sinodali, che avevano prenotato il proprio intervento in occasione della pausa per la cena o tramite richiesta mail, hanno liberamento espresso il proprio parere, in diversi casi condiviso precedentemente con la comunità di provenienza.

Complessivamente hanno preso la parola trenta sinodali. Negli interventi si possono individuare alcuni nuclei tematici ricorrenti. Alcuni sinodali hanno proposto una disposizione diversa dei capitoli presenti nello Strumento di lavoro, altri hanno provato a raggrupparli tematicamente, altri ancora hanno segnalato integrazioni o ampliamenti.

Alcuni sinodali (4) hanno richiamato il primato dell’attesa di Dio, dell’esigenza cioè di rispondere a un’attesa spirituale, in ordine al bisogno della preghiera e alla ricerca di senso. Altri (4) hanno segnalato l’assenza di richiami al tema della famiglia, alle sue fatiche e alle difficoltà che vive, nelle sue diverse e a volte complicate modulazioni; altri (4) hanno toccato il tema dei percorsi dell’iniziazione cristiana e della formazione con una particolare attenzione ai giovani, quindi del ruolo e del protagonismo dei laici (5) e del ruolo della donna (4). Alcuni interventi hanno manifestato l’esigenza di integrare le proposizioni con più ampi riferimenti al ministero dei diaconi e alla ministerialità in generale (3) o di aggiungere al testo ulteriori sfide urgenti, come la pace (2) e l’attenzione al creato e agli stili di vita (1). Altri hanno sottolineato aspetti più di “metodo” o “stile”, segnalando esigenze di trasparenza, coerenza, credibilità, ripensamento dei modelli comunicativi (5); è stato poi ricordato (8) il primato dell’evangelizzazione e dell’incontro/testimonianza nei momenti decisivi (una morte, una malattia, un momento lieto) e nei luoghi significativi (servizio caritativo, ma anche scuola, lavoro, il territorio di riferimento della diocesi di Pistoia).

In generale è poi emersa la consapevolezza di una vita ecclesiale che incrocia la gente soprattutto in Chiesa, durante la Messa o in occasione dei sacramenti, il bisogno di costruire una Chiesa comunità, capace di riallacciare la fede alla vita e di ridire con efficacia la novità del Vangelo in un mondo che ha perso l’alfabeto della fede. Gli interventi si sono susseguiti uno dopo l’altro con un ritmo serrato e vivace, raccogliendo attenzione e suscitando riflessioni e domande. Quanti non sono intervenuti verbalmente potranno farlo in forma scritta inviando una mail alla segreteria del Sinodo entro e non oltre il 21 aprile pv. Tutti i contributi saranno poi raccolti e sintetizzati in un unico testo messo a disposizione dei sinodali. Alle 22.15 la sessione è stata chiusa e con un momento di preghiera.

Ugo Feraci